so che molti di voi sono affamati di notizie della mia vita cinese, o almeno a me piace pensarla così :), beh, con qualche giorno di ritardo vi narro del mio secondo weeeeeeeek eeeeeeeend in Shaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanghaaiiiiiiiiiiiiiii!!

(qui puoi trovare il racconto di quando ho visitato l’Expo di Shanghai 2010)

Allora, protagonisti sono io, Giovanni (il mio nuovo compagno di stanza),Andrea (ragazza canadese) e Arianna (ragazza francese); vi blocco subito sul nascere le vostre folli idee: non è doppia coppia, qui di coppia ce n’è solo una e siamo io e Giovanni, le altre sono amiche 🙂

Giovedì:

si parte dopo lezione, treno Nanchino/Shanghai ad alta velocità, un’ora e mezza e siamo là. Taxi fino all’ostello, al momento del check-in il dramma: Arianna non ha il passaporto…ta-da-da! Quindi al posto che dormire tutti nel dormitorio(dormitori divisi fra maschi e femmine) io e Giova dormitoriamo e loro due si prendono una doppia in cui risulta registrata solo Andrea. Meglio così perché avendo loro la doccia in camera io e Giova facevamo le gite per farci la doccia in un vero bagno al posto che in quello comune del piano TAAAAAAAAAAAC! Andiamo a farci un giro per il Bund: il lungofiume…una figata! Poi torniamo indietro per prenderci qualcosa al bar sul tetto dell’ostello (vista sul Bund e la zona commerciale dall’altro lato dello Huangpu, altra figata) e mentre siamo in ascensore incontriamo un ragazzo appena arrivato, ha il numero della nostra stessa camera e scatta la presentazione:

io: Hey, nice to meet you, I’m Jacob.
Lui: Hello, I’m Simone.
Io:try to guess where we come from, he is…
Giovanni: I’m Giovanni
Io: e io sono Jacopo

Arianna a questo punto era disperata…dovete capire che il nostro gruppo è quasi solo di italiani, fatta eccezione per Cho(coreano) Andrea (canadese) e Arianna (francese) quindi capita spesso che i discorsi dall’inglese virano brutalmente all’italiano e questi 3 sovracitati (o sovra eccitati che dir si voglia) si disperano costantemente…così quando abbiamo organizzato il viaggio e i partecipanti eravamo solo noi quattro le due ragazze erano contente perché sanno che con noi non c’è problema a dedicarci all’inglese no-stop, dato che siamo gli unici due che si sforzano davvero a usare l’inglese quasi sempre…

Andiamo a bere qualcosa al bar, Simone ci dice che lui è solo di passaggio per trovare un’amica nel suo viaggio da HK (Hong Kong), dove studia biotecnologie, a Pechino, dove deve fare una specie di scambio.
Andiamo a nanna nella nostra camera da 8 letti ignari di quello che la notte ci avrebbe riservato…ta-da-da!

Ebbene sì, perché, a parte fare un freddo becco e quindi dover arrivare a prendere la giacca e la felpa e stenderle sul lenzuolino leggero leggero che non era proprio adatto al momento, a parte i soliti letti cinesi che hanno una concentrazione di molle pari a 40 al cm2 poi c’era anche il fatto che un giapponese matto dormiva con la luce accesa dato che, come avremmo scoperto a breve, di notte si metteva a leggere e parlare da solo, ma tutto questo ancora non bastava, perché la notte potrebbe essere disagevole ma comunque portatrice di un vago riposo…..NO! C’era un cinese maledettissimo, che era il mio dirimpettaio di letto, che non aveva un apparato respiratorio, aveva un trattore semicingolato con annessa motosega arrugginita, prodigio della tecnica e della biotecnologia (Simone infatti ha passato due giorni e due notti a studiare i meccanismi di interazione fra i tessuti molli e la motosega), che russava come mai nessuno a memoria d’uomo (o quantomeno a memoria mia) russò, tanto per dirne una su tutte: russava anche di lato!!!! Con ovvia conseguenza che è stato un trita e ritrita per tutta la notte, con piccoli momenti di breve ed effimera illusione quando borbottava qualcosa nel sonno (ah già, parlava anche) e poi il russio si interrompeva…dalla stanza si levava un sospiro comune e se eri fortunato ti addormentavi, se non sei lo Speedy Gonzalez dell’addormentamento, invece, potevi scoprire che dopo neanche 10 secondi il nostro amico riprendeva a russare a ritmo sincopato, fino ad arrivare alle terzine jazz passando per un 3/4 molto orecchiabile per i patiti di techno trash.

Venerdì:

colazione all’americana al bar sul tetto e poi via tutti insieme(ovvero con anche Simone) al museo di Shanghai, pausa pranzo e giro per il parco del Popolo (renmin gongyuan) a raccontarci storie di vita vissuta e rilassarci all’ombra degli alberelli. La sera Simone deve incontrare l’amica e le da appuntamento al bar dell’ostello, così la conosco dato che ero con lui al bar, ragazza cinese che studia italiano da 10 anni, parla un italiano praticamente perfetto con l’unica eccezione delle preposizioni articolate a cui leva puntualmente l’articolato, ma non ha sbagliato una coniugazione che sia una, un accordo di genere e numero fra verbo, soggetto, oggetto articoli o aggettivi in tutta la sera, e ad un certo punto mi ha anche detto “gerundio”…gerundio!!!! saranno stato 3 anni che non sentivo qualcuno dire “gerundio”…tant’è che all’inizio pensavo mi stesse insultando! ero già partito con un “gerundio a chi???”quando poi ho realizzato che parlava del tempo verbale…siamo poi andati ad un bel ristorante in centro SH, proprio sulla piazza del Popolo (renmin guangchang, dietro il renmin gongyuan,ad ovest della strada del Popolo, la Renmin Dao, sempre parte della Repubblica Popolare Cinese). Conoscere anche questa ragazza, cinese che parla italiano perfettamente mentre il suo inglese non è proprio al livello del suo italiano, per la povera Arianna è stato troppo e s’è visto partire un embolo che s’è incastrato dietro la palpebra dell’occhio destro che ha iniziato a tremare in maniera inconsulta fino a che poi è stato espulso dal dotto lacrimale ed è tutto tornato alla normalità. Dopo cena chiacchiere, giretto a piedi e nanna. Il cinese vittima di bioingegnieri pazzi si deve essere ricordato di togliere la batteria alla sega e la notte ha solo grugnito per 5 minuti, quelli in cui mi stavo per addormentare…e quindi quando ha smesso ero così sveglio che mi ci è voluta mezz’ora per chiudere la palpebra.

Vista dal "Cavatappi"

Vista dal “Cavatappi”

Sabato:

giornata passata a girare come al solito, non ricordo cosa, ah sì, la ex-concessione francese,poi la sera prima di cena torniamo a casa per prepararci ad andare al financial building, detto anche il “cavatappi” poiché in cima l’edificio ha un buco che lo fa somigliare per l’appunto ad un cavatappi. è sull’altro lato dello huangpu, uno degli edifici più alti al mondo con i suoi 492 metri d’altezza, mi pare secondo solo alle torri di Dubai, e comunque il più alto osservatorio aperto al pubblico di tutto il mondo. Particolarità è che il ponte di osservazione ha i lati e il pavimento in vetro, ed essendo questo ponte il primo piano che va a chiudere il buco del cavatappi hai una visione a 360 di Shanghai, anche dei 470 metri che hai sotto di te prima…solo che costa 150 yuan l’ingresso e Andrea sapeva che 4 piani più sotto c’era un bar, il cui ingresso è ovviamente gratuito se non per la consumazione…beh, il bar è praticamente nascosto da una porta segreta che noi non avevamo visto finché il cameriere non ha fatto scorrere la parete…ovvero la porta, solo che era della stessa trama della parete e quindi non si vedeva proprio!! così con 7 € di smoothie alla frutta, o con 5 euro di birra ci siamo visti dal vivo quello che voi vedete in foto…mica male, eh?
Poi siamo andati a cercare un ristorante brasiliano all-you-can-eat che con 10 euro bistecche di manzo,anatra,agnello e chi più ne ha più ne metta ma quando siamo arrivati abbiamo trovato due italiani che uscivano da un altro ristorante (sempre per l’immensa gioia di Arianna) e gli abbiamo chiesto indicazioni: “ah sì, l’hanno chiuso qualche mese fa, ora è vicino alla concessione francese, da qua saranno 20 minuti di taxi” così abbiamo mangiato da dove loro erano usciti e abbiamo procrastinato (cazzo che parola che ti vado ad usare in una mail, si vede proprio che i miei hanno speso centèn e centèn de mila frànc per farmi studiare), insomma che poi con tutte ste parentesi perdo il filo del discorso…dicevo? ah, che poi per farla breve al posto che cenare al brasileiro il sabato ci abbiamo pranzato la domenica, e magari per voi non è niente, ma la seconda foto che vi allego è stata una tal goduria che ancora adesso mi corre la saliva a guardarla…

All-you-can-eat brasiliano

All-you-can-eat brasiliano

Domenica:

visita alla residenza del Generalissimo Sun-Yat-Sen e poi a quella del compagno Zhou En-Lai, dopodichè pranzo in brasile con tanto di TV che mostrava un concerto in dìvìdì di musica brasileira con tanto di ballerine di salsa desnude che alla digestione male non fa e poi di nuovo alla stazione e si è ritornati a Nancino che ci ha accolto con una bella pioggia e un freddo di cui mi ero scordato l’esistenza…

A questo punto vi saluto, anche perché ho scritto fin troppo, volevo studiare e invece ora devo andare a Taiji..

ci sentiamo quando ho altri interessanti racconti da raccontare e storie da storiare e storioni da storionare e…basta.

a presto cari!