Ciao a tutti, eccovi alla prima puntata di: Bentornati a Pechino, edizione 2011.
Siete calmi e siete seduti? Immagino che siate seduti dato che siete al computer, in quanto a calmi bisogna vedere…. Io mi accingo a raccontarvi il mio primo giorno di viaggio, non dovrebbe essere cosa troppo lunga, ma vedremo come sarà lo svolgimento. Ah, tanto per aggiungere un’altra premessa: io ora non ho ancora internet, quindi anche se vi sto scrivendo la sera del 23 agosto (in realtà in Italia sono solo le 17) non so se queste parole vi raggiungeranno prima di domani, o addirittura del primo settembre, dato che dopodomani andremo a trovare un’amica in un’altra città e ci tratterremo per qualche giorno. Ma facciamo un salto indietro e “incominciamo dall’incomincio” (come soleva dire una delle mie muse ispiratrici).
In principio vi era il nulla, poi nella notte dei tempi vi fu una grande esplosione chiamata per l’appunto “Grande Esplosione” (Big Bang)….forse siamo partiti da un po’ lontano, facciamo un passo avanti, anche due, va là… Ed eccoci che Jacopo, dopo aver imbarcato il bagaglio con destinazione finale Beijing Capital Airport, accompagna i genitori a prendere un caffè, dopo aver deciso che non sarebbe andato in bagno e che al massimo avrebbe, da bravo attentatore, sganciato la bomba, sull’aereo Milano-Dubai. Si è poi congedato con baci e abbracci e si è allontanato oltre al controllo sicurezza dell’aeroporto di Malpensa (che non ha controllato un bel fico secco, come vedremo in seguito), fra urla, grida, strappamenti di capelli e svenimento di prosperose e vergini giovinette di tutto l’aeroporto ed al gate B06 ha incontrato il suo amico che, per dovere di privacy, chiameremo AG, come Agrigento, o come Alberto Gualtieri. I nostri eroi sono rimasti a chiacchierare fino al momento dell’imbarco, hanno quindi preso posto in un aereo semivuoto, ma più pieno che vuoto e si sono immersi quasi istantaneamente nella visione di films. Per l’esattezza del film “Hanna” che, come affermerebbe qualsiasi critico di fama internazionale: spacca veramente di brutto. Pausa pranzo e via con un altro film, io con “The greatest movie ever sold” dell’autore di “Supersize me” che mostra come funziona la sponsorizzazione di un film da parte di varie brands, e AG con Kungfu panda 2, entrambi molto carini. Intanto buttiamo qualche battutina alla hostess che ci benedice con due pezzi extra di torta ai mirtilli, gnam!!
Atterriamo a Dubai con 25 minuti di anticipo, e quindi ci troviamo una sorta di sdraio vicino al gate dove mi sarei dovuto imbarcare per il secondo volo dopo circa 5 ore, assieme a Lisa. Ma per arrivare qui siamo dovuti passare attraverso un altro controllo della sicurezza, e quando dicevo che a Malpensa non controllano troppo bene, intendevo dire che mi ero dimenticato di avere un paio di forbici appuntitissime nello zaino, e che qui invece mi hanno fatto gettare. Viva l’Italia! E con questo credo che sia il mio terzo paio di forbici che getto in un aeroporto, senza aggiungere un coltellino multiuso. Comunque Lisa ci raggiunge dopo un po’ e stiamo tutti insieme fino alle 3 di mattina (l’una di notte in Italia), quando io e lei passiamo al livello successivo e Alberto si dirige al suo gate dove dovrà attendere altre sette ore per imbarcarsi.
Il viaggio da Dubai a Pechino va più o meno come quello da Milano a Dubai, solo che ho un diverso compagno di viaggio. E dopo due film, un pranzo e una colazione a base di tre brioches appena sfornate, atterriamo a Pechino con mezz’ora di ritardo e senza che io possa vedere la fine del film “unknown” che stavo guardando. Damn it! Giusto per citare nuovamente AG, nel momento in cui noi atterravamo, lui sarebbe dovuto partire da Dubai…poretto, si sarà proprio fatto Du-bai!!
Fra le varie procedure burro-critiche ma anche burocratiche, usciamo dall’aeroporto di Pechino con un bus diretto a Zhongguancun, il distretto di vendita di accessori tecnologici di Pechino e lì passiamo un tempo indefinito a cercare un taxi e respirare smog, fino a che lasciamo stare i taxi regolari e saliamo su uno di quelli clandestini che ci scarica direttamente dentro il campus universitario. Ora che paghiamo il dormitorio e prendiamo possesso delle nostre stanze si fanno le 8 di sera e scopriamo che la caffetteria non fa più da mangiare, così ci compriamo una scatola di istant noodles chimici come poca roba al mondo, ma quanto sono buoni, e li mangiamo in stanza da me. Nel frattempo arriva il mio compare di stanza, un ragazzo Vietnamita abbastanza timido e riservato che studia a Pechino da quattro anni e si sta per laureare in ingegneria elettronica e si chiacchiera un po’.
Poi però succede l’inevitabile, la bomba che non sono riuscito a sganciare su nessuno dei due aerei a causa del fatto che stavo già per far saltare la copertura a Dubai per colpa delle forbici, stava per esplodermi fra le mani (è una metafora, più che fra le mani mi esplodeva fra le chia**e) e così ho preso il coraggio a due mani e sono andato nel bagno comune a tutto il piano. Per non so quante stanze ci sono solo tre cessi, due di questi sono turche, ma dato che il semestre non è ancora iniziato non c’è quasi nessuno in giro e io ho avuto tutto il tempo di far brillare l’ordigno in un’esplosione tenuta sotto controllo da esperto artificiere quale sono. Il problema della turca non è tanto farla, quanto pulirsi dopo, ma alla fin fine anche pulirsi non è problematico quanto alzarsi, che quasi quasi si rischia di perdere l’equilibrio a causa della perdita d sensibilità delle gambe e finire con un piede nella mer…bomba fino alla caviglia! Comunque non vi preoccupate, nessuno è rimasto ferito durante le operazioni che, nonostante qualche leggera difficoltà precedentemente prevista, si sono svolte senza intoppi di alcun genere.
E con questo vado a lavarmi i denti e a buttarmi sul letto perché, come disse Forrest Gump: “sono un po’ stanchino”. Magari leggo un po’, perché dopo questa prima esperienza credo di aver capito che mi sarà difficile portarmi quel librazzo de “Il conte di Montecristo” al bagno, come ero solito fare.
A presto!
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