Oggi è il primo giorno di dicembre ed ho inaugurato stamattina il calendario dell’avvento, stasera ho sentito la prima canzone natalizia entrando in un ristorante e a parte questo non mi sembra neanche che sia già dicembre e quello di cui vi voglio parlare non ha nulla a che fare con il Natale.
Bensì, ho deciso di scrivere qualche riga su un filo comune di qualsiasi esperienza cinese, nonché un argomento che è venuto fuori più volte nei giorni scorsi anche se per motivi differenti.
Non c’è bisogno di dire che quando si va a toccare certi argomenti “tutto il mondo è paese” e la Cina non fa difetto su ciò che fa veramente muovere le persone: i soldi. Il fatto è che in questa parte del mondo ho scoperto tutto un’altro concetto del “tutto è in vendita, basta saper pagare il prezzo giusto”, soprattutto perché se ne parla in maniera molto chiara. Per la serie: “questo non lo posso fare, ma se mi paghi X non è un problema”, ma anche “non mi sposerei mai con te, ma se tu avessi X nel conto in banca potresti essere l’amore della mia vita”. Va bene, magari quest’ultima non viene esattamente detta così, ma non ci andiamo lontani. (A dirla tutta volevo trattare questo argomento in questa mail, ma la cosa si è fatta lunga ed ho deciso di dividere il papiro in due e spedirvelo in seguito).
Tornando all’argomento principale, il primo esempio che mi viene in mente è la produzione di alcuni documenti per ottenere il visto lavorativo. Questo perché il 19 dicembre mi scade il permesso di soggiorno e lo devo rinnovare, ma dal primo luglio sono cambiate alcune regole e devo presentare tutta una serie di cose di cui non avevo bisogno prima. Ad esempio il “no criminal record”, o “casellario giudiziale”, per cui ho fatto andare mia mamma al tribunale di Milano (quasi) due volte, per poi scoprire che bastava pagare un notaio qui in Cina per fare un foglio che attestasse che nell’anno passato non ho commesso crimini. La seconda cosa è stata la necessità di presentare gli originali del certificato di laurea, che ho a casa e che mi son fatto spedire, ma volendo avrei potuto pagare di più l’agenzia che mi aiuta con il visto e ci avrebbero pensato loro. Il fatto è che chiedevano una cifra così alta che mi conveniva prendere un volo per Shanghai e fare il visto lì, dove non richiedevano gli originali della laurea.
In contemporanea, mi è scaduto anche l’affito della casa e ho dovuto rinnovarlo. Dato che l’anno scorso eravamo passati tramite agenzia, la teoria vorrebbe che non avessimo mai avuto contatto con il padrone di casa, ma a causa di alcuni eventi l’abbiamo conosciuto e ci siamo scambiati i numeri. Arrivato quasi a scadenza del termine contrattuale l’agenzia ci ha chiesto se rinnovavamo, ma noi che eravamo d’accordo con il signor Lu che avremmo firmato direttamente con lui, abbiamo detto no. L’agenzia comunque ha fiutato la cosa e ci ha detto che l’ultimo giorno di validità del nostro contratto sarebbero passati a controllare che tutti i mobili ci fossero ancora, non avessimo rubato/rotto nulla, e che non ci fosse più nulla di nostro in casa. La cosa si faceva un attimo complicata, quindi il padrone ha chiamato il responsabile del nostro appartamento e gli ha detto: “ho parlato con i ragazzi e stanno lì fino a fine anno, non c’è bisogno che andiate a vedere se hanno sbaraccato o meno”. Visto che la cosa non si poteva fare, poiché c’era una clausola molto chiara nel contratto e che impediva di restare oltre al termine senza firmare un nuovo contratto con l’agenzia, il responsabile è venuto una sera assieme al padrone di casa, e fumando tutti insieme una sigaretta (fondamentale fumare insieme quando si fa un affare con il cinese) gli ho piazzato in mano 1000 RMB (=120 euro) e tutto s’è risolto.
Per non parlare di tutte le volte che ho sentito qualche straniero che guida in Cina anche se non ha la patente cinese, quando viene fermato dalla polizia gli si caccia in mano una bel rotolo di banconote e tutto s’è risolto.
Ma i soldi comprano anche la “faccia”, un concetto molto cinese ma che esiste in tutto il mondo e che tradurrei come “rispetto” e “apparenza”, ma che è entrambi in un tutt’uno. Quindi quando hai i soldi puoi fare di tutto e tutto ti sarà perdonato. E non sto parlando solo di mazzette e di gente che guarda dall’altro lato mentre fai qualcosa di sbagliato, ma addirittura che ti fa i complimenti. Oggi stavo prendendo un caffè con un amico che mi ha raccontato di quando andò col suo capo in una cittadina cinese. A cena c’era anche il sindaco della città e una serie di altri personaggi più o meno importanti, quando il sindaco ha bevuto un bicchiere di baijiu (la grappa cinese) di troppo e ha sboccato l’anima sul tavolo, mentre tutti si sono messi ad applaudire e a ridere di gusto. Una scena che mi sarei aspettato in qualche film con De Niro o Al Pacino, o in un episodio dei Soprano.
Ma c’è solo una cosa che i soldi non possono comprare, e non sto parlando dell’ “amore” (ne ho parlato qui), come qualcuno sta pensando, ma parlo della classe. Infatti con tutti questi nuovi ricchi e nuovi super-ricchi che ci sono, è stato coniato il termine tuhao (土豪), che sta ad indicare una persona grezza e volgare ma che è pieno di grana. È difficile spiegare a chi non è mai stato in Cina come si presenta un tuhao, ma per semplificare il tutto possiamo pensare ad un panzone buzzurro con la finezza di uno scaricatore di porto con la convinzione di poter davvero comprare qualsiasi dato che lui ha i soldi. Tratto distintivo è la sfrenata passione per il kitsh e tutto ciò che sia dorato, tant’è che è stato anche coniato il termine tuhaojin, dove jin sta per oro, e che indica qualsiasi cosa dorata e dal gusto pessimo ma dal valore esorbitante e che sarà comprata solo ed esclusivamente da questi buzzurri. Per darvi un’idea potete guardare questo link che è il risultato della ricerca foto di 土豪金 (tuhaojin) fatto su baidu.com , il google cinese. Addirittura si dice che la Apple abbia iniziato a produrre l’iPhone dorato proprio rivolgendosi a questa classe cinese.
Sempre l’amico con cui ho preso un caffè oggi pomeriggio, mi ha raccontato di un tuhao che ha conosciuto in un suo viaggio e che gli ha detto che ha così tanti soldi che si è fatto fare un cesso dorato, e con cesso intendo proprio la tazza (clikka qui per degli esempi). Ma come se non bastasse, questa tazza è l’unica che può usare per espletare le sue funzioni, così ogni volta che deve andare in viaggio di lavoro se la fa smontare e rimontare nell’albergo in cui alloggerà.
Pensavo di averne sentite di tutte un po’, soprattutto dopo il tizio che si era trasformato casa in uno chalet di montagna compromettendo la stabilità di un intero palazzo. Pensandoci bene c’è forse un’altra cosa oltre alla classe che i soldi in Cina non possono comprare, ed è l’intelligenza.
[…] l’argomento di due mail fa riguardo al fatto che tutto può essere comprato in Cina, basta dargli il giusto […]
[…] assicuro che nonostante tutti gli aiuti che ricevo dall’azienda e non solo, fare le cose per bene per la richiesta del visto è un’impresa ardua. Non oso immaginare cosa debba essere per chi non ha nessun aiuto e che con […]
[…] Spesso anche chi non fuma è costretto a questo balletto. Per esempio, quella volta che il mio padrone di casa ha convinto l’agenzia immobiliare a farci firmare direttamente il contr…. […]
[…] come i 土豪 tuhao dell’antichità, questi hanno soldi e hanno un certo tipo di potere, ed al tempo stesso non hanno la benché minima cultura o educazione. Sono dei maleducati che […]