Venerdì scorso è atterrato a Pechino un nuovo collega che lavora a Milano per sviluppare il business fra Italia e Cina. Dato che era la sua prima volta qui nella capitale, dopo una cena in un ristorante tradizionale pechinese ci siamo dati appuntamento per la mattina dopo e siamo andati a fare un giro a piedi che ha compreso: il tempio dei lama, il tempio di Confucio, gulou e zhonglou ed infine houhai.
Ogni città cinese che si rispetti ha una sua gulou (torre del tamburo) e una sua zhonglou (torre della campana) che venivano usate in antichità per scandire il tempo e che a Pechino si trovano esattamente qui.
Tempo che veniva diviso anticamente in 96 parti al giorno, equivalenti ai nostri quarti d’ora e riuniti in gruppi di 8 per formare 12 parti, ognuna con il nome di un animale dello zodiaco cinese e della durata di 2 ore moderne. 96+12=108, che è esattamente il numero di grani presente in un rosario bhuddista.
Ultima informazione, la campana di zhonglou è alta poco più di 7 metri, ha un diametro massimo di 3.4 m ed un peso di circa 63 tonnellate, è interamente in bronzo e quando non vi erano i palazzi odierni, il suo suono si poteva sentire per un raggio di 5 km.
Purtroppo oggigiorno non viene più suonata, ma siamo stati così fortunati da capitare a gulou quando vi era un’esibizione di percussionistica cinese.
[…] che settimana scorsa avevo qui due colleghi in visita (e uno l’ho acompagnato a vedere Gulou) e ho avuto un paio di giorni veramente occupati, non sono riuscito a scrivere l’articolo di […]