La mail di qui sotto l’avevo scritta il primo di aprile, prima di decidere di farvi un bel pesce d’aprile e farvi credere che avrei chiuso la mailing list.

Devo però ammettere che quello che vi ho scritto nella scorsa mail un po’ lo penso: mi piacerebbe ricevere più commenti da voi e anche cogliere l’occasione di conoscervi un po’ più a fondo. Quindi vedete di fare i bravi d’ora in poi, se no arriva il giorno che chiudo i battenti per davvero.

C’è però anche una nota positiva in seguito al pesce d’aprile, perché ho ricevuto ben 12 mail nelle 8 ore seguenti, ed altre il giorno dopo. In molti mi avete detto che mi capite, in molti mi avete detto: “fai una mailing list ristretta e tienimi dentro”, c’è chi mi ha adirittura proposto di fare un libro.

Ringrazio tutti di cuore e vi faccio una breve classifica di chi mi ha risposto: la prima è stata (Pier)Anna, ma non conta perché è in Cina e quindi siamo sullo stesso fuso orario. La prima persona a risp dall’Europa è stata Lisa, la decima Stefano e la ventesima lo zio Pollo. Voi altri che mi avete risposto mi avete fatto un grande regalo, quelli che invece non hanno scritto nulla non si meriterebbero di ricevere altre mail, ma io sono comunque altruista e vi rompo i maroni ugualmente. Anche se non volete.

Finita questa lunghissima prefazione, vi lascio alla mail che era originariamente destinata per il primo di aprile. Buona lettura:

Sono appena arrivato in ufficio dopo aver salutato papà e mamma che andavano a far la spesa (sono arrivati qualche giorno fa) e al posto che mettermi subito a lavorare mi voglio sfogare un attimo, perché è troppo tempo che mi tengo dentro l’analisi di quanto i cinesi non abbiano un rapporto inteligente (con molte cose, ma oggi parlo solo del loro rapporto) con le finestre.

Alcuni esempi:

–          Quando ero nel Sichuan per il funerale del nonno di Huanzi, faceva un freddo becco (sotto lo Yangtze non ci sono i caloriferi) e tutti tenevano le finestre aperte per due motivi. Il primo era che secondo loro faceva più freddo dentro che fuori, la realtà è che se tieni le finestre aperte di giorno è un conto, ma non se lo fai anche di notte è un altro; senza contare poi che hanno tutti la stufetta elettrica in camera e se tieni le finestre aperte vanifichi lo sforzo. Secondo motivo per cui è tutto lasciato aperto è perché in casa c’è umido, quando in realtà la cosa più sensata da fare sarebbe spendere 50 rmb e comprarsi un deumidificatore e non aprire mai più porte o finestre per tutto l’inverno.

–          Quando ero a Nanchino nel 2010 ho avuto esperienza diretta di cosa significasse vivere in una delle cosiddette “quattro fornaci”, ovvero le quattro città più calde della Cina. Perciò quando si faceva lezione, i professori sparavano il condizionatore a 16°C e per ovviare al troppo freddo aprivano le finestre. Risultato: sprecavano un sacco di corrente e lasciavano metà classe coi pinguini e metà coi cammelli, solo due o tre persone erano nella posizione giusta per godersi una temeperatura accettabile.

–          Ultimo, ma non ultimo (anche perché è il motivo per cui sto scrivendo oggi), oramai che a Pechino c’è la bella stagione son tutti con le finestre aperte, così che ogni mattina vengo in ufficio e c’è tanto inquinamento dentro quanto ce n’è fuori! Ogni mattina devo fare il giro a chiuder tutte le finestre, ma c’è qualche furbone che poi le riapre. Aggiornamento del 3 aprile: oggi che invece c’è una temperatura fantastica e il cielo azzurro ci son tutte le finestre chiuse, perché c’è vento.

In allegato foto dell’inquinamento che si vede dalla finestra del mio ufficio. Poi ditemi che non devo bestemmiare.