È dalla prima volta che sono venuto a Pechino che racconto delle esperienze che si fanno nei cessi cinesi, ma è solo ora che mi rendo conto di non averne mai scritto, perciò oggi mi rimbocco le maniche e vi servo una bella porzione di … cultura al cesso.

La mia prima vera esperienza con le abitudini “cessuali” cinesi risale al 2009, quando andai con Roberta (l’allora fidanzata) in gita alla grande muraglia. Dopo essere stati per almeno tre ore su un bus, è normale che la prima cosa che si faccia sia una capatina al bagno. Essendo che era solo il secondo mese di Cina, ero ancora timido e spaventato, e nonostante fossi abbastanza avanti nella “fila” per il bagno l’orda mi ha in parte travolto ed in parte ho deciso di aspettare il mio turno con tranquillità, perchè non mi pareva il caso di procedere con foga. Infatti il bagno pubblico ve lo lascio immaginare… una miriade di pisciatoi a muro con così tanta gente che doveva lasciarsi andare, che per risparmiare tempo si pisciava a due a due. Gente che non si era mai vista prima d’ora incrociava i flussi come neanche i Ghostbusters dei tempi migliori, facendo commenti e ridendo della grossa. Ovviamente anche le turche erano prese d’assedio, ma essendo lo spazio angusto, non si poteva fare niente di così spettacolare. Roberta invece mi raccontò di scene degne anche nel bagno delle donne. Come il fatto che per farti sbrigare ti aprivano la porta mentre eri lì con la frizzi per aria, e per risparmiare tempo le signore uscivano dal bagno con i pantaloni alle caviglie e si rimettevano a posto in un secondo momento.

Io aspettai lentamente che l’orda fosse sparita, per concedermi un momento di relax prima che il bus seguente rigurgitasse la seconda ondata di pisciatori folli.

Il fatto è che un’altra abitudine cessuale dei cinesi è quella di sputare. Non mi fraintendete, i cinesi sputano in continuazione, soprattutto con una bella scatarrata di quelle da guinness dei primati. Ma quando arrivano al cesso è d’obbligo tirare una bella ciccata prima, dopo o durante la pisciata. I più civili scaracchiano nel cesso, ma molti rilasciano il loro amico Gaspare direttamente sul pavimento, così che a volte lo pesti e fai i voli in stile buccia di banana che ti han fatto ridere da piccolo guardando i cartoni animati.

Come avete già notato in quello che ho scritto prima, non c’è niente di male a fare una bella chiacchierata con chi ti sta di fianco, uccello in mano, basta poi non darsi una pacca sulla spalla. Questo uso è così radicato, che anche quando sono nel bagno dell’ufficio, il mio manager o i miei colleghi si mettono a far bei discorsi, tant’è che mi aspettavo che la prima riuonione generale l’avremmo fatta nei bagni. Sono convinto che non si sia fatto solo ed unicamente perché abbiamo anche delle donne nei vari team, altrimenti ci saremmo scambiati opinioni sulle prestazioni dell’anno passato fra una turca e l’altra.

Alcuni bagni pubblici non hanno neanche le porte, ci sono solo dei muretti alti un metro circa, così da non essere proprio chiappia a chiappa, ma che permettono non solo di parlare, ma di portare avanti altri metodi di socializzazione, come giocare alla morra cinese. Prima di entrare in un bagno sentivo queste due persone urlare e non capivo cosa stesse succedendo, ma quando poi li vedi lì a culo all’aria, sigaretta in mano e far volare le dita oltre alla barricata gridando i numeri, sai che è tutto normale.

Tipico esempio di turca senza porta, giocare alla morra non è mai stato così facile!

Tipico esempio di turca senza porta, giocare alla morra non è mai stato così facile!

Altra abitudine consolidata è quella di lasciarsi andare a concerti per tromba e trombone, così che l’altro giorno trovo il nostro autista in bagno che appena dopo avermi chiesto un paio di cose, si mette a scoreggiare come un cavallo da tiro e poi torna alla scrivania. La cosa bella è che i nostri bagni sono di fianco agli ascensori, e a volte capita che tu sia lì ad aspettare di salire, che ti arriva all’orecchio l’eco della frana del Vajont.

Quello che invece m’è successo recentemente è di essere in ascensone con un tizio che ha mollato una bella ranza che mi ha lasciato un attimo sorpreso. Non ha neance fatto finta di modularla un po’ per farla uscire col silenziatore, ma l’ha lasciata andare a tutta potenza. A volte mi ritengo proprio un fortunato ad essere in Cina.

Tornando ai bagni, quando si passa dal pisciatoio a muro al WC o alla turca per fare la grossa, ci sono altri due elementi che non possono mancare. Il primo è il cellulare. Non sia mai che tu sia lì a spingere senza giocare a 找你妹 o a quale che sia il gioco del momento, oppure che non ti stia guardando l’ultimo episodio della tua serie TV preferita! Ma il meglio è quando sei lì in intimità (si fa per dire) e ti arriva una telefonata. Non è che fanno squillare e richiamano una volta finito, no no, si tira subito su la cornetta. Il fatto è che chi risponde ferma un attimo quello che stava facendo e procede a discutere della compravendita dell’immobile o delle azioni che gli interessavano, ma quello nel box di fianco continua imperterrito con i suoi mugugnii e i sospiri di soddisfazione. E non solo.

La seconda cosa che non può mancare assolutamente è la sigaretta. Tant’è che in un bagno di Pechino trovai un cartello che ti invitava a non fumare in bagno, perché le esalazioni delle feci rilasciano dei gas nell’aria e se si aggiunge anche il fumo è possibile svenire per carenza di ossigeno. Nota bene che non consiglio a nessuno di svenire in un bagno pubblico cinese.

Alcuni bagni non hanno i pisciatoi a muro ma hanno un muro contro cui si piscia. In questo caso è bene regolare sapientemente la pressione del proprio flusso, altrimenti ti trovi i piedi inzuppati dal getto di riflesso. Un altro piccolo consiglio che mi sento di dare, è di scegliere sempre il posto più vicino alla porta, questo per diversi motivi. Ad esempio il fatto che c’è più flusso di ossigeno e quindi si riducono le possibilità di svenimento di cui sopra, il secondo è perché non volete sperimentare anche voi ciò che ha vissuto il mio amico Daniel. Una sera andò in uno di questi bagni, e stupendosi che non ci fosse nessuno si mise a pisciare all’angolo più interno. Quando stava per finire entrarono tre cinesi ubriachi da far schifo, che per non perdere l’equilibrio si appoggiarono con la schiena alla parete, e lasciando andare tutta la pressione vescicolare, pisciavano contro la parete opposta. Daniel era intrappolato. Come potrete immaginare, la cosa si stava facendo lunga, perché i ragazzi ci avevano dato dentro con birra, baijiu e chissà cos’altro. Così il mio amico chiede se potesse passare, e il cinese in tutta risposta non si muove di un passo, e anzi, gli allarga le braccia come per dire: “vai pure”.

In ogni caso, ricordati che in Cina la carta igienica non va buttata nel WC, bensì nel cestino che è lì di fianco. A volte ti capita quella bella esperienza che è trovarsi l’addetto che ti apre la porta mentre sei culo all’aria e ti svuota la spazzatura, ma ci piace così. È comunque da notare che buttare la carta a lato lo si fa nei bagni pubblici così come a casa, quindi se mai ti ospiterò qui a Pechino vedi di sapere già dove devi metterla, perché se poi mi intasi il bagno sei tu stesso a dovermelo sgorgare.