Il primo di maggio può essere facilmente considerata la terza festa più importante in Cina, dopo la Chunjie (o capodanno cinese o festa di primavera) e la festa nazionale (1 ottobre).
In occasione di questa festa, abbiamo a disposizione ben tre giorni di vacanza, l’1, il 2 e il 3, ma dato che qui si lavora assiduamente e non si regala niente a nessuno, per farti recuperare i giorni dati, devi andare a lavorare anche domenica 4.
A parte questo, con i ragazzi dell’AGIC (Associazione Giovani Italiani in Cina) abbiamo organizzato una biciclettata per scoprire alcuni “luoghi dell’italianità” a Pechino.
Il ritrovo è stato alle 10.00 di fronte l’Ambasciata italiana, ed una volta che sono arrivati tutti, siamo partiti. La prima tappa è stato l’antico osservatorio astronomico con gli strumenti progettati da Matteo Ricci, il secondo italiano più famoso in Cina dopo Marco Polo. Un missionario gesuita originario di Macerata che arrivò a Pechino alla fine del XVI secolo e fu il primo straniero a ricevere da parte dell’imperatore, il permesso di soggiornare in Cina e compiere la sua opera di evangelizzazione. Fu anche il primo straniero a cui venne concesso di avere una propria tomba su territorio cinese (come vedremo più avanti).
E dopo aver visto sestanti, sfere ancillari e altri strumenti di cui non ricordo il nome, siamo ripartiti alla volta della legazione italiana (l’antica ambasciata), ma ci siam dovuti fermare subito poiché Valentina aveva bucato.
Una volta che tutto è stato sistemato, ci siamo diretti a Wangfujing e siamo arrivati al palazzo della legazione, che ora è stato adibito a sede dell’associazione dell’amicizia con i popoli stranieri. Di fronte all’entrata del palazzo principale capeggiano due leoni che gli italiani presero durante il saccheggio al palazzo d’estate nel XIX secolo.
Dopodiché siamo passati di fronte alla chiesa di St. Miguel e abbiamo fatto pausa pranzo lì in zona.
Abbiamo quindi continuato verso ovest, passando a sud di piazza Tian’anmen, le cui vie laterali erano chiuse al traffico poiché la piazza era gremita di gente in occasione della festa dei lavoratori. Proseguendo in quella direzione siamo passati di fronte alla chiesa di Nantang, la prima chiesa di Pechino, fondata anch’essa da Matteo Ricci. Abbiamo quindi svoltato verso nord e poi abbiamo proseguito fino alla scuola del partito comunista al cui interno vi è l’antico cimitero degli stranieri, in cui il nostro sempre presente missionario gesuita venne sepolto nel 1611.
Nel cimitero si respira un’aria particolare, e non mi sto riferendo al pesante inquinamento che ci ha accompagnato per tutto il giorno, ma fra gli alberi e l’erba ben curata, le siepi che ti circondano e le steli commemorative dei morti, ci si sente veramente trasportati in un altro tempo. Il prof. Yu Sanle, un esperto cinese che ha scritto diversi libri su Ricci, è venuto apposta a darci una spiegazione riguardo al cimitero e ai missionari sepolti lì.
Infine porta me e Federico di fronte ad un pannelo di pietra su cui alcuni rivoltosi che vennero condannati in seguito alla rivolta dei boxer di inizio 900 dovettero incidere in maniera imperitura le loro colpe: aver distrutto parte del cimitero; e lasciare un monito alle generazioni future: non commettere più tale errore. Un monito vano, poiché solo dopo mezzo secolo la storia si ripetè durante la rivoluzione culturale e parte del cimitero venne nuovamente devastata.
E così, dopo una giornata di cultura, non potevamo far altro che alleggerirci gli animi con una bella birra al Great Leap Brewery, lo stesso luogo in cui abbiamo festeggiato la pasqua. Nonostante le previsioni del tempo che davano pioggia nel tardo pomeriggio, nonostante il vento carico di umidità che soffiava sempre più prepotentemente, abbiamo sfidato la sorte. E così, dopo aver preso la birra abbiamo preso anche l’acqua ed una volta arrivato a casa una doccia calda ha lavato via lo sporco e la stanchezza. Mi sono quindi dedicato al blog e senza cenare sono andato a Wudaoying, una via vicino a Gulou con molti bar carini, perché la mia cara amica (Pier)Anna era a Pechino per due giorni, prima di tornare in Italia a causa di un’imprevisto.
E questo, è stato il mio primo di maggio a Pechino.
[…] allora ti chiedo: e tu, hai mai visto un italiano sepolto a Tokyo? Io ho visto la tomba di Matteo Ricci qui a […]