L’Asia Orientale è il mercato più grande in assoluto per le App. I giapponesi e i cinesi vanno matti per le app, soprattutto per i giochi. I cinesi che vanno su internet con il telefonino sono più di 520 milioni, cosa che evidenzia il fatto che anche chi guadagna meno di 5 dollari al giorno in Cina probabilmente possiede un Iphone. Li vedi in metropolitana, in università, nella mensa o nei ristoranti, al cinema, seduti, in piedi, sospesi per aria ma sempre con il telefonino in mano a smanettare e giocare. I cinesi non sono solo giocatori o utilizzatori di app compulsivi, stanno effettivamente inventando un sacco di nuove app, spesso simili a quelle create in Occidente, ma più performanti e con più funzioni (vedi WhatsApp e WeChat).
Un utente straniero che compra un cellulare Android cinese potrebbe però rimanere spiazzato da qualcosa… Manca Google Play! Non solo manca, ma se lo installi non funziona, o funziona molto male (a meno che non si effettui root etc.). Mentre la Apple da poco se la passa bene con il suo store, Google non è riuscita a imporsi nel mercato, anche per la sua lunga battaglia con il governo cinese, nonostante i cellulari Android siano sempre di più. Esistono ben 200 app store in Cina, alcuni si concentrano su alcune aree della nazione, alcune su un certo tipo di app, ma la maggior parte semplicemente sono in concorrenza per la vetta, con Baidu, 360, Tencent e Wandoujia tra le prime 10. Considerando che il mercato di prodotti Android è cresciuto molto nell’ultimo periodo, è una cosa da prendere in considerazione.
Le app vanno sottoposte ad un criterio di valutazione e certificazione diverso, un’altro tipo di copyright e a volte app che non sono state ancora registrate in Cina sono in realtà già state registrate… da qualcun’altro (sempre molto carini e attenti i pirati cinesi).
Lanciare quindi una app in Cina non è cosa facile, se non si conosce l’ambiente. La maggior parte degli sviluppatori infatti si appoggia a qualcuno del posto. Tradurre semplicemente una app e lanciarla a caso su un’app store è praticamente inutile. Bisogna stare attenti alle classifiche degli store, sceglierlo in base all’area geografica in cui si vuole insistere di più e localizzare nel vero senso della parola la propria applicazione, considerando anche che i cinesi spendono pochissimo per le app, perlopiù le scaricano gratis.
Quando si tratta di pagare le carte di credito non sono il mezzo più utilizzato. Alipay o servizi di pagamento In-App di China Unicom, China Mobile e Telecom sono un esempio. Fortumo, piattaforma di pagamenti online internazionali e partner delle maggiori compagnie telefoniche cinesi, può essere un’opzione valida. Bisogna ricordare che il caro governo cinese vuole sempre la sua fettina di guadagno e i vari store prelevano percentuali diverse (anche di molto) sulla vendita.
Localizzare vuol dire anche permettere all’utente di condividere i propri risultati e i propri dati e, come forse sapete, in Cina i vari Facebook e Twitter non sono accessibili liberamente. Sina Weibo e Tencent vanno per la maggiore. Un’altro ostacolo è rappresentato dal cloud: utilizzare un servizio in loco è fondamentale dato che, a parte Microsoft Skydrive, i servizi occidentali sono instabili e spesso inaccessibili.
Nonostante il Grande Muro di Fuoco Cinese (dai… in italiano fa più effetto), grazie ad un’ utenza sempre più disposta a pagare per app o add-ons e abituata a fare shopping via mobile, le opportunità per gli sviluppatori nostrani in Cina sono in crescita, bisogna però sapere come muoversi e non buttarsi all’arrembaggio in un ambiente in cui per noi non è mai stato facile affermarsi, in alcun settore, senza una strategia ponderata.
[…] sempre a portata di mano il livello di inquinamento in tempo reale. La maggior parte di queste app o siti internet hanno un limite di circa 500, che spesso si riferisce solo alle PM 2.5 o è un risultato di vari […]