Avviso: È sconsigliata vivamente la lettura a gente facilmente impressionabile e ai deboli di stomaco. A chi ha paura di ratti, topi scarafaggi e affini. Per tutti gli altri… non leggeto al buio.
Questo raccondo è tratto da una storia vera ma spaventosa.
NB sei ancora in tempo a non leggerlo. Ripensaci.
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Quante volte ti è capitato di avere la sensazione di essere seguito? Quante volte ti è capitato di sentire dei passi dietro di te mentre attraversi un vicolo buio e quando ti giri di scatto non riesci a vedere nessuno? Quante volte sei a letto e prima di addormentarti senti dei rumori provenire da dentro ai muri?
Se non ti è mai capitato, ritieniti fortunato, perché io non lo sono stato e voglio raccontarti la mia storia.
Prologo: caldo, insonnia e pianti nel buio
Negli ultimi due mesi sono stato sempre più occupato al lavoro, le ore di ufficio si facevano più lunghe e quelle di sonno più corte. Ero arrivato allo sfinimento, tant’è che mi son dovuto prendere mezza giornata di riposo e saltare una riunione importante per provare a dormire un paio d’ore e cercare di riprendere un po’ di sanità mentale. La solfa doveva invertirsi dopo il meeting generale di giugno, invece sono sorte altre complicazioni e mi son trovato a vagare in uno stato pietoso, come De Niro Al Pacino nel film Insomnia.
Una notte ero finalmente riuscito ad andare a letto ad un orario decente, quando all’ìimprovviso ho iniziato a sentire un lamento provenire dalla cucina. Pensavo che mia moglie si fosse fatta male in qualche modo, magari si era tagliata un dito, invece dormiva beata sul divano con ancora la TV che andava. L’ho spenta e sono andato a controllare, il lamento era straziante, a metà fra il pianto di un bambino e l’uggiolio di un cane. Sono andato a svegliare Huanzi e l’ho portata in cucina per chiederle cosa fosse, ma il lamento era cessato e pensando di essermi immaginato tutto siamo andati a letto insieme. Lei si è addormentata immediatamente, mentre io sono rimasto sul letto con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto, mentre il lamentio era ricomiciato ed io mi ripetevo “è nella mia testa, è nella mia testa. Dormi che passa”. All’alba sono riuscito ad addormentarmi ma dopo un’ora è suonata la sveglia. Sono dovuto andare al lavoro come un morto che cammina, ma almeno il rumore in cucina aveva smesso. La sera dopo non si sentiva ancora nulla, ma memore della storia di Edgar Allan Poe in cui il marito mura il corpo della moglie dopo averla uccisa, sono andato a bussare contro la parete che divide la cucina dall’appartamento del vicino.
Che non sia che il vicino ha murato viva la sua compagna? A differenza del romanzo di Poe nessun gatto ha risposto ai miei battiti. In ogni caso, anche quella notte non son riuscito a chiuder occhio pensando all’evenienza che questa mia congettura fosse reale.
Passato il meeting generale ho dormito solo 2 ore spaccate per poi procedere col tour della Città Proibita ed il lunedì, dopo essere tornato a casa da una giornata massacrante, mia moglie mi dice: “Tesoro, oggi non ho preparato la cena. C’è odore di morte in cucina che non riuscivo neanche ad entrarci senza vomitare”.
La morte in cucina
Entro in cucina ed un odore tremendo mi assale le narici. Un misto fra escrementi umani e crauti andati a male. Corro in bagno a vomitare. Ripresomi dallo shock torno in cucina e cerco di individuare la fonte dell’odore. Sembra provenire da sotto il lavandino ma aperte le antine non c’è nulla di sospetto, se non che l’odore si fa più intenso. Prendo un cacciavite ed inizio a svitare il profilo del mobile. È tutto marcio e dopo aver fatto appena un po’ di leva si stacca con un rumore secco. Da lì non si riesce a vedere ancora nulla ma l’intensità del puzzo cresce nuovamente. La seconda parte del profilo non è così facile da rimuovere e devo prendere anche un martello per aiutarmi. Quando finalmente riesco a far abbastanza leva ed il profilo salta via all’improvviso, vedo due scarafaggi neri grossi quanto un dito che si vanno a nascondere. In quel momento perdo la testa, inizio a colpire il mobile della cucina con il martello, mia moglie scappa spaventata dal rumore e dalle mie grida: “Venite fuori! Vi ammazzo!!! Vi ammazzo tutti!!!” Spacco metà del mobile e prendo a martellate una quantità imprecisata di piattole i cui liquidi corporei restano a macchiare le pastrielle dopo essere schizzati dal loro esoscheletro sfracellato sotto la pressione del martello.
Finalmente mi calmo, faccio un respiro profondo e noto nuovamente il puzzo che permea l’area. Decido di mettermi una maschera per poter portare a termine il lavoro. L’ultima parte di profilo rimasta viene via a fatica ma quando la rimuovo trovo la causa di tanto fetore. Tiro fuori la prima carcassa da sotto il mobile, poi la seconda. Mi viene un conato ma riesco a resistere all’esigenza di vomitare. In quel momento vedo che uno dei due corpi si muove ancora e mentre sto per dire “è ancora vivo!!” noto l’avanzato stato di decomposizione del corpo. Realizzo in quel momento che si sta muovendo poiché è completamente pieno di vermi che lo mangiano dall’interno ed ora che ho esposto il cadavere alla luce stanno uscendovene e scappano sotto il mobile.
Prendo lo spray contro gli insetti e ne rilascio andare una scarica lunghissima. Sarei morto avvelenato se non avessi avuto indosso la mascherina anti inquinamento. Esco dalla cucina ed attraverso il vetro della porta vedo le camole contorcersi e dimenarsi mentre esalano gli ultimi respiri morendo di fianco al cadavere che era la loro cena.
Finalmente comincio a raccogliere i pezzi di mobile rotto, scopo i rimasugli delle piattole schiacciate contro le piastrelle e dei vermi, butto i due cadaveri in un cartone e accumulo tutto in un angolo. Passo due volte acqua e candeggina sul pavimento e sotto gli armadietti della cucina. Mia moglie accende un incenso, sia per togliere l’odore che per accompagnare all’aldilà le anime dei defunti.
Dopo aver raccolto tutto e averlo buttate nel cassonetto dell’immondizia al primo piano torno in casa a farmi una doccia e buttarmi a letto completamente drenato dopo tutte le emozioni della giornata.
La mattina dopo mi sveglio dopo solo 5 ore di sonno agitato e maledicento il cielo mi preparo per andare in ufficio dicendomi “ma proprio in casa mia dovevano morire due ratti sotto la cucina?”
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La verità oltre la storia
Se sei riuscito a leggere fino a qui complimenti, non era una lettura facile. La verità è che sapevo già che c’era un topo da qualche parte, perché i lamenti che avevo sentito di notte non potevano essere di altri. Anche Huanzi li aveva sentiti dopo che l’avevo svegliata e la mattina dopo mi ero già detto che sarebbe potuto essere che un topo era morto in uno dei tubi di scarico della cucina. Non me ne aspettavo due sotto al mobile.
Nota di colore, dopo aver tolto tutto il profilo del mobile e rimosso cadaveri e sporcizia questo è crollato, poiché era l’unico appoggio che lo teneva su. Ora dobbiamo trovare una soluzione per rimetterlo in piedi, ma almeno non c’è più quella puzza allucinante.
Aggiornamento: dopo un paio di giorni di puzza meno intensa ma comunque persistente, Huanzi ha trovato un altro topo morto dentro ad un sacchetino di plastica, dopo di che abbiamo chiamato un falegname per rimettere a posto il tutto.
A seguire foto dei cadaveri e della mia tenuta anti-topo (solo per i forti di stomaco)
L’unico commento possibile è: Bleah!
Due osservazioni:
1. Se fosse successo mentre mi stavi ospitando sarei andato a dormire dai baozari sotto casa
2. La tenuta anti-topo alla fine è solo una variante con mascherina della divisa ufficiale di casa Jappo, obbligatoria per leggere, usare l’ipad, cucinare, guardare la tv, annaffiare le piante, ecc. Sempre meglio della tenuta per dormire/fare gli scherzi 😉
Ahah, non credo che dai baozzari ci sia una zona derattizzata, anzi…
Eh già, la tenuta estiva è abbastanza standard, anche se la mia preferita resta quella per gli scherzi 😀
omioddio…ommmioddio…. schif…schiff… triplo schifff
in più ‘sti cinesi fanno gli scarichi aperti e gli arredi fissi che non puoi pulire sotto e bisogna martellare via i mobili per sapere cosa succede dietro le antine!!!
non ci posso pensare
la prossima volta devo andare in albergo o facciamo una disinfestazione?
Facciamo che disinfestiamo l’albergo? 😀
certo che, pensandoci bene, ne hai fatti di progressi: dalle pantegane di Venezia ai topi di Pechino.
il novello Marco Pollo… ;.)
Che poi questi qui son topolini, mica ratti ratti.
In ogni caso, da morti puzzan mica poco! Quello ripieno di larve poi… Una vera delizia
Bldrskff… Jacopo, che esperienza … bizzarra! Complimenti per aver mantenuto calma e sangue freddo durante tutta l`operazione 🙂
Sangue freddo per modo di dire… Ogni due per tre mi fermavo dicendo “che schifo” e riprendevo a martellare il mobile (e gli scarrafoni che ne uscivano)
come li hai chiamati?
Uno “Che” l’altro “schifo”, il terzo l’ha trovato Huanzi ma nn credo lo abbia battezzato… 🙂
Intanto complimenti per il coraggio, io avrei chiamato direttamente degli aerei ripieni di napalm dal Vietnam.
Però magari non mi sarei presentato nudo alla disinfestazione, meglio essere sempre coperti con maglietta e pantaloni… e se qualcosa ti salta addosso? Brrr….
A proposito, fatevi un bel bagnetto sterilizzante…
Ciao Lampo, era un coraggio dettato dalla necessità.
Ci avevo pensato a mettermi maglietta e pantaloni ma
1. Faceva davvero troppo caldo, ho finito grondante come non mai
2. E se ciò che mi salta addosso mi si infila SOTTO alla maglietta o ai pantaloni? Secondo me era anche peggio e quindi ho optato per il mezzo-nudo
La tenuta anti-topo sarebbe da rendere obbligatoria per tutti coloro che sono attivi nel campo della disinfestazione con una variante: chi disinfesta scarafaggi con un cappellino a forma di scarafaggio, chi disinfesta topi cappellino a forma di topo ecc. ecc.
Comunque Jacopo, fai sigillare con cemento attorno a tutti i tubi che vanno nel pavimento o nel muro, non usare silicone che i topi se lo rosicchiano.
Ciao, ciao complimenti per aver affrontato il tutto.
Cerca di riposarti
Purtroppo abbiamo già chiamato un falegname per mettere a posto il tutto e quindi i tubi son come prima.
A proposito di falegname, ha finito il lavoro e se ne è andato lasciando tutta la segatura in giro (fino al piano sotto) e così anche tutti i pezzi di legno di scarto … Ho pensato proprio allo stile diverso…
Nella tenuta antitopo mi sembri Machocapatonda
Nn so se è un complimento o meno… 🙂
È uno stile di abbigliamento; il mio amico Claudio potrebbe promuoverlo per la collezione autunno/imverno 2014/15
Qui a Pechino son tutti a petto nudo la sera, ma se non hai una panza prominente da mettere in bella mostra non vali niente
“Mia moglie accende un incenso, sia per togliere l’odore che per accompagnare all’aldilà le anime dei defunti.”
Ahahaha. Però che schifo madornale totale!
Ahahah, povere anime di scarrafoni e topi, anche loro vanno in paradiso!
adesso oltre che lo scarico del lavello in cucina vedi di sigillare anche il water 🙂
http://www.huffingtonpost.it/2015/08/19/topi-water-video-national-geographic_n_8008654.html
[…] topo, furbo e approfittatore, incontrò il bufalo per strada e con uno stratagemma lo convinse a portare il topo sulla schiena. […]