Quest’oggi vi presentiamo un guest post di Caterina Saccani che vive presso una famiglia cinese da qualche mese e al contempo lavora presso LTL Mandarin School per cui ha tradotto e gestito il sito in italiano, del resto sappiamo che internet in Cina ha le sue particolarità. Ed ora la parola a lei.

Cosa ho scoperto sui cinesi vivendo in famiglia a Pechino

Dopo la laurea mi sono imbattuta in un’opportunità di stage offerta dalla LTL Mandarin School a Pechino, la quale cercava uno stagista madrelingua italiana per tradurre e ottimizzare il sito della scuola e curare il marketing verso l’Italia.
Una volta trovato un accordo sulle condizioni dello stage la scuola mi ha presentato tre opzioni riguardanti l’alloggio:

  1. famiglia ospitante cinese,
  2. appartamento condiviso con altri studenti cinesi o stranieri
  3. trovare una sistemazione per conto mio.
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Io con mia “mamma” cinese, Liu

La terza opzione non l’ho nemmeno presa in considerazione perché non avrei saputo da dove cominciare e dopo poco ho scartato anche l’idea di vivere nell’appartamento condiviso. Volevo avere la possibilità di parlare cinese ogni giorno, poiché lo studio da anni ma non riuscivo ancora a esprimermi decentemente. Purtroppo temevo che vivendo con degli studenti cinesi sarei stata sfruttata da loro per far pratica con l’inglese (per loro se sei straniero parli inglese, indipendentemente dalla nazionalità). Inoltre, forse è un problema solo mio, ma quando i cinesi parlano inglese spesso non capisco (Jappo:è un problema comune). Quindi ho pensato che se dovevo in ogni caso affaticare il cervello per decodificare una lingua incomprensibile preferivo buttarmi nel “nuota o affonda”, a casa di una famiglia che parli solo cinese.
A convincermi a optare per l’alloggio in una famiglia pechinese non è stato però solo l’aspetto della lingua, ma anche quello dell’immersione culturale: la possibilità di vedere ogni giorno come vivono i cinesi, capirne la cultura e la mentalità. Quello che la scuola LTL promette agli studenti che scelgono l’alloggio in famiglia è proprio questo: autenticità, cibo preparato in casa, matrimoni cinesi (Jappo: come questo), feste di famiglia e quant’altro.

[cml_media_alt id='852']Io con due sposi cinesi[/cml_media_alt]

Io con due sposi cinesi

Dopo ormai 4 mesi che vivo a casa della signora Liu e di sua figlia è arrivato il momento di tirare le somme e chiedersi cosa effettivamente ho imparato sulla cultura e la mentalità della Terra di Mezzo che prima non sapevo. Purtroppo in molti scartano la possibilità di vivere presso una famiglia cinese perché non vogliono rinunciare alla propria indipendenza e temono di far fatica ad adattarsi. Sono paure del tutto immotivate, ovviamente delle piccole restrizioni fanno parte del gioco ma ne valgono assolutamente la pena per dell’arricchimento personale e culturale che questa esperienza regala.

In realtà non ho avuto nessuna grande rivelazione sui cinesi. Inoltre, essendo specializzata in traduzione e mediazione linguistica e culturale non amo fomentare gli stereotipi legati ai vari paesi. Faccio molta fatica a rispondere a domande del tipo “Ma allora come sono questi cinesi?”. Però mi sono fatta alcune impressioni sulla cultura e la mentalità locale e mi è sembrato di individuare alcune tendenze principali. Quindi mi cimenterò nel tentativo di dare una risposta alla domanda “come sono i cinesi?”.

Hanno una grande cultura dell’ospitalità, che si esprime soprattutto attraverso il cibo

Questo l’ho capito il giorno stesso in cui sono arrivata. La mia “mamma cinese” Liu, mi aveva preparato una cena di benvenuto con 4 o 5 pietanze, tra cui il pesce, che viene cucinato di rado poiché molto caro.
Alla mattina Liu si alza alle cinque per andare a comprare al mercato la frutta e verdura migliori prima che siano altri ad arraffarsela. Poi si mette a pianificare cosa farmi da mangiare per colazione, pranzo e cena, e una volta presa la decisione apre i fornelli a tutto gas e si mette al lavoro, noncurante della calura estiva.

[cml_media_alt id='851']una cena in casa Liu[/cml_media_alt]

una cena in casa Liu

Il fatto di mostrare considerazione e affetto nei confronti dell’ospite preparandogli ogni giorno pietanze succulente è un fattore che accomuna la Cina e l’Italia e mi fa sentire a casa. Però, mentre in Italia se sei invitato a mangiare a casa di qualcuno ti senti dire cose tipo “serviti pure senza fare complimenti, se qualcosa non ti piace lascialo pure” etc. la madre di famiglia cinese continua a riempirti il piatto anche quando ormai non ne puoi più. Nel momento in cui dico che ho mangiato abbastanza, Liu fatica a nascondere la sua delusione e cerca di convincermi a continuare. Dopo varie contrattazioni arriviamo al solito compromesso: le assicuro che finirò il giorno dopo a colazione gli avanzi della cena (ebbene sì, mi sono ridotta a mangiare spaghetti con uova, pomodori e polpette di carne alle 6 di mattina!!!).
Che il cibo sia così importante lo dimostra il fatto che per chiedere a una persona “come va?” si può chiedere “hai mangiato?” E’ una di quelle domande di circostanza, a cui si risponde di sì anche se si è a digiuno da settimane, per lo stesso motivo per cui spesso si preferisce non rispondere “ultimamente ho problemi intestinali” alla persona che ti incontra per strada e ti chiede come stai. (Jappo: a parte se sei la Marcuzzi.)

Spesso dicono A, ma pensano B

Questa è una caratteristica della mentalità asiatica in generale molto nota in occidente. Spesso si dice che i cinesi siano molto “diplomatici” e poco diretti. Vivendo ogni giorno con una famiglia cinese ho potuto riscontrare questo aspetto anche nel quotidiano. Spesso mia mamma cinese mi ha fatto offerte molto generose, come: lavare e stendere i miei vestiti, invitare dei miei amici a cena o addirittura ospitare per settimane chi è venuto a trovarmi a Pechino!
Però ho imparato abbastanza presto a capire che le offerte di questo tipo vengono fatte più per gentilezza ed educazione, ma chi fa la proposta spera che questa venga rifiutata. Dopo mesi di allenamento, sono ormai in grado di distinguere un’offerta sincera da una di circostanza basandomi sul tono della voce e sull’espressione del viso.

A volte sono poco discreti e fanno domande troppo dirette

Lo so, questa affermazione sembra contraddire un po’ il punto precedente, ma non è così. Spesso capita che le amiche e le conoscenti che mi presenta Liu mi chiedano, dopo pochi minuti che mi conoscono quanti anni ho, se sono sposata, se ho figli o meno e soprattutto quanto guadagno col mio lavoro!
All’inizio sentivo un bisogno impellente di rispondere “ma farti i … tuoi?” Poi, appena ho iniziato a seguire le lezioni individuali di cinese, l’insegnante mi ha spiegato che in Cina le domande di questo tipo non vengono affatto considerate personali o imbarazzanti come in occidente. Anzi, sono semplicemente un modo per far conversazione e mostrare un sincero interesse nei confronti dell’altro. Le persone di età superiore ai 25 anni sono abituate a sentirsi chiedere da parenti e amici dei genitori “quand’è che ti sposi? Quand’è che metti su famiglia”. Se raggiunta una certa età non sono ancora sposati, famigliari e parenti iniziano a offrire attivamente il proprio aiuto nella ricerca dell’anima gemella (anche se non richiesto).

I più giovani sono martoriati dalla pressione sul lavoro e un po’ schiavi del consumismo

Vivendo in casa della signora Liu ho potuto anche osservare il comportamento della figlia 27enne. Si alza all’alba, prepara il suo set di cosmetici di famose marche occidentali e si trucca per ore davanti allo specchio, per poi prendere la metropolitana e fiondarsi al lavoro. Rientra alle nove di sera dopo aver cenato in qualche fast food straniero Preferendo evitare i cibi tradizionali cucinati dalla madre (a mio parere squisiti) perché non abbastanza saporiti. Risponde male a chi le fa una domanda, non mostra interesse nei miei confronti, e mi viene da pensare che a ridurla così sia la “pressione sul lavoro” o gognzuo yali 工作压力, un concetto di cui non avevo mai sentito parlare così tanto come qui in Cina.
Una volta ho chiesto a Liu come mai sua figlia continui a fare un lavoro che la stressa così tanto e la risposta era semplice: il lavoro è relativamente ben pagato e siccome la ragazza ama comprare vestiti di famose marche occidentali, si fa andare bene la 压力 (pressione). Una volta l’ho accompagnata al “tempio” in cui passa il sabato pomeriggio: un mall gigantesco con 9 piani e scale mobili che si ramificano all’infinito, aperto anche la domenica fino a sera tardi. Con passo sicuro si è diretta al negozio della sua marca preferita dove ha speso circa la metà dello stipendio.
A breve uscirà il prossimo modello dell’iPhone: da non perdere! Lo smartphone è diventato per molti giovani cinesi uno status simbol negativo. Molte persone non hanno chiaramente i soldi per permetterselo, ma lo comprano comunque perché se no sono guardati dall’alto in basso da tutti i coetanei. Guardando la percentuale di persone che smanettano con iPhone e iPad sulla metro mi sembra che l’appellativo di 果粉 (fan dei prodotti apple) si addica a molti.

Ho fatto tante altre piccole scoperte, ma questi sono gli aspetti che mi hanno colpito di più. In generale, al di là di quello che ho scoperto o imparato, vivendo con una famiglia cinese e partecipando alle loro attività quotidiane, mangiando con loro e guardando insieme la tv, posso dire che mi sono divertita molto e che tornerei a farlo. È un’esperienza che consiglio a tutti!
Last but not least, per quanto riguarda la lingua posso confermare che essendo costretti a nuotare ogni giorno per non affondare, pian piano la tecnica migliora.

Personalmente sono un sostenitore del metodo nuota o affonda ed è quello che ho fatto anche io quando sono arrivato qui in Cina nel novembre 2012 per iniziare un lavoro per cui non avevo nessuna esperienza.

Leggi qui l’articolo che Caterina ha pubblicato su Sapore di Cina e ricordati che se vuoi fare un’esperienza come la sua e vivere in famiglia in Cina, puoi trovare maggiori informazioni sul sito di LTL Mandarin School!