In tutte le mie esperienze all’estero, ho sempre cercato di stare il meno possibile con altri italiani. Non importa che fossi in Australia, Kyrgyzstan (qui non era difficile), Thailandia o Cina, ho sempre fatto il possibile per imergermi nella cultura locale, e anche quando incontravo qualche connazionale per strada, tiravo dritto.

Questo non per una questione di snobbismo, semmai per il fatto che per la maggior parte della mia vita sono stato in Italia, e se sono all’estero è per immergermi in una cultura differente, non per ricercare piccoli pezzi d’Italia sparsi per il mondo, come anche scrivevo qui.

Ovviamente tutto cambia quando non sei più all’estero per vacanza o per periodi lunghi ma comunque limitati come quando ero uno studente in Cina per 4-5 mesi a volta. Quando vivi all’estero e non sai quando ti sposterai nuovamente in Italia per un periodo indefinito, senti nuovamente il richiamo di casa, e “casa” la si va a cercare nelle piccole, così come nelle grandi cose. Un pranzo in un ristorante italiano, una giornata in ambasciata, una festa di compleanno di un amico, ascoltare gli 883, Raffaellà Carrà e tanti altri artisti italiani.

Sarà che sono più di 11 mesi che non torno in Italia, questo fine settimana appena passato l’ho proprio trascorso all’insegna dell’italianità.

Sabato sono stato tutto il giorno in ambasciata, partecipando alla prima fiera del made in Italy, “Giro d’Italia”, con il banchetto della nostra azienda, a mangiare pizza, bere birra artigianale italiana e parlare con tanti connazionali che lavorano in loco o che son venuti appositamente per l’evento.

Domenica la dovevo dedicare a tantissime cose differenti, invece alla fine ho deciso di dedicarla molto semplicemente ad un amico che compie gli anni il 23, ma che ha anticipato la sua festa di un paio di giorni. Ci siamo ritrovati in uno hutong a mangiar pizza e bere birra, ballare su “l’ombelico del mondo”, “gli anni”, “curre curre guagliò” e tanti altri.

Ieri ero quasi infastidito dal parlare cinese, cosa che ho comunque fatto, perché avevo proprio la sensazione di essere nuovamente a casa.

Ma alla fine, casa è dove stai bene, e io sto bene anche qui.