Avendo studiato cinese in tempi che erano ancora leggermente prematuri rispetto all’ondata di aspiranti sinologi che si sono riversati nelle università o negli istituti confucio, ho dovuto rispondere a molto domande curiose nel corso degli anni, alcune trascurabili, altre che oramai non vengono più poste, ma anche alcuni “evergreen”. Uno dei miei evergreen preferiti appare inevitabilmente quando la conversazione volge a questo punto:
- Ma oltre a parlare, sai anche scrivere in cinese?
- Sì
- E quanti caratteri ci sono in cinese?
- È difficile da quantificare esattamente, però pare che ce ne siano più di 25mila
- E li sai tutti?
- Ovvviamente no, ma nessuno li sa tutti. Poi bisogna distinguere quelli che sai solo riconoscere, quelli che sai solo pronuciare senza essere sicuro del significato, quelli che sai anche scrivere. C’è anche da dire che non scrivendo quasi mai con carta e penna ma usando principalmente il PC ne ho dimenticati molti, perché ora basta riconoscerli…
- Ma con 25mila caratteri… che tastiera hanno??
ECCOLA QUI, l’aspettavo al varco!
La cosa bella di questa domanda è che vedi il tuo interlocutore stupito e che spesso muove le mani come per indicare una tastiera enorme che non si capacita di come possano starci tutti questi caratteri su una tastiera fisica.
Ma, come c’è anche scritto in questa foto “la verità è che abbiamo il pinyin”.
Il pinyin, è uno dei metodi di trascrizione della pronuncia dei caratteri cinesi in caratteri latini. Questo è uno strumento utile quando si incontra un nuovo carattere che non si sa come pronunciare, perché consultando un qualsiasi dizionario si trova sempre il pinyin oltre che la traduzione, ma anche perché per scrivere a PC o da cellulare, basta digitare il pinyin e selezionare i caratteri corrispondendi al significato desiderato.
Contando che la maggior parte della popolazione cinese usa uno smarphone, vi sono anche delle persone di una certa età che hanno imparato a mandare degli sms, ma non conoscono il pinyin. Questo perché prima dell’avvento di questa codificazione, vi erano stati altri standard per indicare la pronuncia dei caratteri. Quello tradizionale è il zhuyin, detto anche bopomofo (pr: buopuomuofuo), di cui potete trovare degli esempi qui, e ricordano vagamente l’evoluzione dell’hiragana nel giapponese. Un altro metodo è il famoso wade-glides, secondo il quale l’arte marziale del taiji si scrive taiqi, o la birra prodotta nella famosa città costiera di Qingdao (gita a qingdao) si scrive ancora oggi Tsing-tao.
Il pinyin è quindi un’introduzione ed una codificazione ufficiale del cinese in caratteri latini abbastanza recente, così che chi non lo conosce bene, preferisce ancora la scrittura “a mano” anche sul cellulare, su cui si possono scrivere i caratteri direttamente a schermo, ed un software di OCR li riconosce e propone le versioni possibili per essere scelte dall’utente. Questa funzione non è ancora presente su tutti i computer, su cui chi non conosce il pinyin ha fatica a lavorare, ma già alcuni portatili offrono la possibilità di usare il trackpad come piccolo schermo di scrittura, così che anche vecchi calligrafi possano usare anche le più moderne tecnologie per comunicare.
Certo è che la bellezza dei caratteri scritti con il pennello è imbattibile.
E tu, come pensavi che fosse la tastiera cinese?
Non mi è chiara una cosa Jappo: la maggiori parte dei cinesi che usano il pinyin quindi è in grado di traslitterare i caratteri cinesi in alfabeto romano? Il carattere per intero o funziona con una specie di autocomplete (magari digitando qualche lettera si riesce a risalire al carattere desiderato)?
Si, il pinyin viene insegnato nelle scuole ed è un metodo di trascrizione con caratteri latini, quindi tutti quelli che lo hanno studiato sanno traslitterare senza problemi (almeno in teoria).
Ci sono anche dei correttori automatici, inoltre, delle parole più comuni puoi anche solo scrivere le iniziali dei caratteri che le compongono e il software ti proporrà la scelta più plausibile (ovviamente, come in tutti i correttori automatici, non sempre ci becca)
davvero da impazzzirci su ste robe
non ci avevo mai pensato…grazie per l’attivazione del mio cervello. E del mare di informazioni e notizie
Ciao Pia,
Il tuo cervello è già ben attivato, solo non concentrato sul cinese. Specialmente le tastiere 🙂
Un abbraccio!
Uaglio’, e emno male che non ci vuole quella tastiera grande grande! Senno come ci ciattavo su momo con tutte ste femmine uoagliooooo’ !! Tu pure la tua femmina l hai trovata su momo?
Tano
Eheh, ma Gaetano, tu non sai quanta gente che mi chiede questa storia delle tastiere!
Cmq no, mia moglie l’ho conosciuta tramite un amico comune, io Momo non l’ho mai avuto/usato
ke roba é momo? tipo myspaces?
cioe ma quindi non ho capito, gli idiogrammi sono tipo lettere? ma tu li sai scrrivere anke a MANO??????? :O
Gli ideogrammi sono come sillabe più che come lettere, la maggior parte delle parole cinesi sono bisillabiche ma vi sono anche molte parole monosillabiche e trisillabiche.
Comunque sì, li so scrivere anche a mano
ma i nomi come funzionano all’ora? cioé tu ti chiami tipo Jak-op-o?
in cinese intendo….
Per i nomi è un po’ complicato, nel senso che è una cosa abbastanza libera.
Vi sono dei nomi molto comuni, come Anna o David che sono traslitterati sempre come 安娜 An-na e 大卫 Da-wei, ma volendo ti puoi scegliere il nome che vuoi. Ad esempio. Il mio nome sarebbe traslitterato come 雅各布 Ya-ge-bu, ma il mio nome cinese è 杨力 Yang Li. Inoltre, ogni persona è libera di cambiare il proprio nome nell’arco della propria vita senza troppi problemi
ma il miO nome quale sará all’ora? io mi chiamo Gianluca in italiano
Come ti dicevo, non c’è una standardizzazione dei nomi, solo quelli più comuni hanno una traduzione precisa. Ti puoi chiamare come vuoi…
ma io non so il CINESE!! ma me lo puoii dire tu un nome FIGO?
mi piace tipo GIANLUKA COBRA! si puo ? ? ?
se no fá tu! mi FIDO ;P
Fantastico! Che bella rinfrescata di ricordi… E che nuove scoperte!
Mitico Ardo, finalmente anche tu fra di noi!
Eh già, quanti bei ricordi in calle stretta…
[…] assolto tutti gli impegni. (per sapere come si fa a scrivere in cinese sul pc provate a leggere questo articolo di Jacopo). Tutto qui, per il resto è la solita vita, con gli alti e i bassi, con la quotidianità […]
[…] ne sono reso conto col tempo e a mie spese. Sebbene molte cose del Giappone derivino dalla Cina (il sistema di scrittura dei Kanji, il buddismo, alcune feste, alcune usanze, l’architettura di certi templi, […]