Ed eccomi a scrivere mentre sono in aereo, o meglio in aereo fermo appena fuori dal terminal da più di due ore, così che dopo aver dormito, aver ascoltato podcast, musica, giocato a candy crush e a Plant vs Zombie, ho solo da scrivere l’articolo del blog.
Sinceramente questa settimana vi volevo parlare della Qingmingjie, la festa dei morti, o meglio il giorno in cui si va a pulire le tombe dei propri defunti, che per un caso fortuito quest’anno è caduta proprio il giorno di pasqua e pasquetta, ed è un po’ come essere a casa a festeggiare.
Invece visto che settimana scorsa son dovuto volare a Dalian per lavoro, ora mi trovo qui con una difficile scelta da fare: vi parlo di Dalian o dei cinesi in volo?
Dato che a questo giro a Dalian ho visto quasi solamente uffici, aziende, fabbriche e quasi niente di culturale, vi rimando al mio vecchio viaggio a Dalian e Shenyang e vi parlo dei cinesi in volo.
Gli aeroporti cinesi
Prima di tutto bisogna però parlare degli aeroporti
Si, perché gli aeroporti cinesi son quasi tutti nuovissimi, ma quasi sempre sottodimensionati rispetto alle reali esigenze, o meglio, non riescono a gestire tutto il traffico aereo in entrata ed in uscita, così che se non si prendono i primissimi voli della giornata, si è sicuri di dover ritardare la partenza di una o due ore.
Solitamente si aspetta al terminal che l’aereo arrivi, o al massimo si aspetta in fila una mezz’oretta in pista di decollo. Questa volta mi è toccato aspettare più di due ore e mezza appena tre metri dal finger.
Le compagnie aeree
Ovviamente la compagnia più grande è la China Airlines di bandiera è Air China, seguita dalle famose China Eastern (con cui ebbi la seguente avventura a Nanjing) e China Southern, a loro volta seguite da tutte quelle compagnie minuscole che fanno capo ad una provincia, per esempio la Sichuan Airlines, o ad una città, per esempio la Dalian Airlines, su cui sono proprio ora. In pratica in Cina ci sono così tante compagnie che ogni volta che arrivo in un aeroporto ne trovo qualcuna che non ho mai sentito.
I passeggeri cinesi
E qui arriviamo alla parte divertente.
In Cina troviamo due tipi di passeggeri: quelli che volano spesso e quelli che non hanno mai volato.
Quelli che volano spesso sono la maggior parte, del resto la Cina è così grande che se non ti sposti via aereo rischi di stare una giornata intera in treno. È altresì vero che con tutte le nuove linee ferroviarie ad alta velocità conviene quasi questa scelta rispetto all’aereo perché il treno è quasi sempre puntuale AL MINUTO. Mentre gli aerei…abbiamo visto che possono ritardare anche di ore.
Ma passiamo ai nostri viaggiatori della prima volta.
Si dividono in viaggiatori “solitari”, anche se generalmente sono una coppia marito e moglie, con figlio opzionale; e poi in viaggiatori in gruppo (organizzato), e questi sono i peggiori. Loro sono quelli che regalano storie e divertimento, ma che non vuoi veramente avere vicino in un viaggio internazionale, come mi è capitato l’ultima volta che son tornato in Italia. Addirittura vi è stato scritto un libro riguardo i modelli comportamentali di questi gruppi cinesi, Sapore di Cina vi ha anche scritto un breve articolo.
In ogni caso, non importa come o quando li incontrate, qui sotto vi spiego facilmente come riconoscerli.
Al check-in
I solitari:
Hanno uno stuolo di parenti che son venuti ad accompagnarli in aeroporto, ognuno di loro ha preso un trolley su cui ha posizionato pacchi di scatole, roba da mangiare e chissà cos’altro. Una volta arrivati al momento di imbarcare la valigia hanno il bagaglio da stiva sovrappeso e quello a mano sovra dimensionato. Si lamentano quando il personale di terra chiede il pagamento di un sovrapprezzo e dato che non vogliono sborsare neanche un centesimo iniziano a eliminare kg in eccesso consegnandoli ai parenti accompagnatori. Nella valigia hanno generalmente un paio di mutande, uno di calze e una canottiera. Tutto il resto è roba da mangiare.
Ovviamente oltre alla valigia hanno anche scatole di cartone piene di altro cibo, che vengono imbarcate sfuse.
I gruppi:
Come i solitari ma sono in 100 persone, tutte tassativamente con un cappellino dello stesso colore. Questo vuol dire che fanno casino per mille, mentre urlano da un capo all’altro dell’aeroporto, saltando le file, spingendosi e ridendo fra loro. Generalmente le discussioni con il personale di terra vengono fatte tramite la guida turistica che li sta portando in giro. Guida turistica che ha anche il compito di cane pastore per raggruppare e dirigere il gruppo verso i punti giusti, la quale deve urlare più forte degli altri 99 per farsi sentire da tutti.
Al controllo di sicurezza
I solitari
Non sanno bene cosa fare, si dimenticano puntualmente di buttare gli accendini, tirar fuori dalla valigia gli ombrelli o gli altri oggetti che vanno ispezionati singolarmente e hanno da ridire sul fatto che gli venga svuotato il termos del tè/acqua calda.
In generale comunque se la cavano abbastanza bene
I gruppi
Non fatemi neanche cominciare. Vi dico solo che quando vedete un gruppo al controllo, andate il più lontano possibile.
Al gate
I solitari
Si siedono puntualmente nella fila più vicina all’entrata, spesso dedicata ai disabili, ma a loro non interessa. Non si spostano fino a che non inizia l’imbarco neanche per pisciare, metti caso che l’aereo parte mentre sono in bagno!
In generale però se la cavano abbastanza bene, a parte mangiare una tonnellata di semi di girasole che vengono puntualmente sputati per terra o, al massimo, su un foglio di carta portato per l’occasione.
I gruppi
Quando arrivano al gate occupano più sedili possibili, lasciando spazi strategici in modo che quando un passeggero normale arrivi non abbia posto dove sedersi, perché gli spazi strategici sono occupati da giubbetti, valigie o usati per sputare i semi di girasole, giocare a carte o sono vuoti perché a loro piace cambiare posto ogni tanto. Alcuni coraggiosi lasciano il branco a gruppi di due o tre per andare ad esplorare il terminal, ritornando ogni 5-10 minuti per essere sicuri che gli altri siano ancora tutti lì. Se qualcuno è assente quando ci si inizia a mettere in fila per l’imbarco, lo chiamano al cellulare e questo arriva di corsa agitatissimo ridendo una risata nervosissima.
Sull’aereo
I solitari
Chiamano l’hostess per ogni piccolezza, guardano continuamente fuori dal finestrino e si posizionano in posti che non sono loro assegnati non capendo che anche se sei così bravo da essere sulla stessa fila il C e il B son due posti differenti. Nota bene: non cercare di spostare uno di loro dal posto finestrino.
Inoltre si alzano diecimila volte per prendere o mettere cose in valigia, andare in bagno o a far chissà cosa. Ovviamente dopo essere stati in bagno la zona va dichiarata inagibile e disinfettata da un’orda di hostess. Che devono tirare l’acqua, asciugare tutto il bagno e poi pulire per terra.
I gruppi
… … … Come i solitari ma l’effetto è all’ennesima potenza, così che è praticamente impossibile descrivere la cosa a parole. L’unica differenza è che essendo un gruppo di persone, continuano a scambiarsi i posti e poi urlano da un lato all’altro dell’aereo. Alla fine del viaggio hanno passato più tempo in piedi che seduti.
Al nastro delle valigie
I solitari
Ti spintonano per essere a un centimetro dal nastro. Devono riprendersi una decine di scatole e scatoline di cartone ma niente più.
I gruppi
Vade retro satana! Corrono avanti e indietro al nastro per cercare e poi prender la valigia il prima possibile, poi si riuniscono attorno alla guida che sta aspettando in un angolo ma non potendo star fermi vanno poi avanti e indietro al nastro per controllare gli altri del gruppo a che punto sono e per deriderli che le valigie non sono ancora arrivate.
e questo è quanto… più o meno.
In ogni caso durante tutto il periodo, li riconoscete anche dal profondo odore di aglio, erba cipollina e doccia non fatta nell’ultimo mese, come il tizio che ho di fianco a me e che mi son sorbito per due ore e mezza in pista e per un’altra ora in volo… Sto per morire.
ahiahiahiahiahi
China Airlines e’ la compagnia di bandiera Taiwanese, non fare un errore simile con i tuoi colleghi cinesi… tu intendevi sicuramente Air China 🙂
p.s. io son sopravvissuto, non so bene come, ad un Urumqi-Guangzhou di circa 5h con un gruppo di viaggiatori uiguri… esperienza che non consiglio a nessuno (sopratutto perche’ poco prima mi ero fatto altre 5h da Mosca con passeggeri russi non proprio sobri… il tutto sullo stesso 737 China Southern senza uno straccio di schermo personale per tentare di vedersi un film)
p.p.s. se ti capita di dover scendere nel Guangdong atterra a Shenzhen e ammira il nuovo terminal (opera di M. Fuksas, famoso architetto italiano)
Ciao Marco, hai ragione intendevo Air China. Col fatto che la chiamo sempre 国航 mi son dimenticato come si chiami in inglese 🙂
PS complimenti per l’esperienza!
Come mai non mi é arrivato l’articolo?… l’ho trovato per caso su FB
Arrivato… ben 6ore dopo il solito orario. Intoppo telematico? Boh…comunque l’articolo è bello e interessante.
Sembra un girone dantesco
Non capisco se è tutto così negativo perché non tornare in Italia ?
Ha mai sentito parlare di furti nei bagagli negli aeroporti italiani?
Ha mai sentito parlare della società Alitalia : always late in take off alway late in arrival ?
Ha mai sentito parlare di aereoporti costruiti con i ns soldi e mai entrati in funzione solo per clientelismo politico ?
Basta sentirsi superiori , basta volere a tutti costi dare lezioni di educazione dall alto della nostra presunzione.
Sono d’accordo sono un tantino naïf ma fa parte del loro modo di essere
Ciao JBSIMONI,
fra il sentirsi superiori e il semplice criticare certi comportamenti/abitudini, ne passa di strada.
Siamo forse esenti dal poter fare critiche?
Direi di no.
Non so tu da quanto sei in Cina o quante esperienze hai fatto da queste parti, però saprai benissimo che non è un posto facile in cui vivere. Parlare di certi argomenti in modo scherzoso e scanzonato aiuta a sopravvivere col cuore un po’ più leggero 😉
il fatto che la Cina non sia il migliore dei mondi possibili non significa che lo sia l’Italia.
Personalmente nonostante i tanti difetti della Cina e dei Cinesi ci vivo bene (sono partito il 10 Aprile 2008) e non ho intenzione di lasciarla a breve (non fosse altro che mi son sposato con una donna cinese e aspettiamo il nostro primo figlio che, molto probabilmente, sara’ cinese e non italiano) pero’ quello che scherzosamente ha scritto Jappo corrisponde a verita’ (anzi ce ne sarebbero di cose in piu’ da dire sul cinese medio in volo…) e se hai vissuto in Cina non puoi dire che non e’ vero.
Poi certo la Cina e’ talmente vasta e varia e le esperienze non possono essere uguali (se uno vive solo ed esclusivamente nel Bund di Shanghai in un appartamento da 20k rmb/mese non vivra’ la stessa Cina di chi magari condivide una stanza in affitto per 500rmb/mese nella periferia di Guangzhou) ma il cinese medio e’ quello descritto in questo e molti altri blog.
Quando leggo questi commenti mi chiedo se si sia mai vissuti all’estero e sopratutto in Cina oppure se sia l’entusiasmo di una conoscenza appena avvenuta e che quindi ci rende gelosi del nostro oggetto d’amore al punto da non accettare critiche da chi lo conosce molto meglio di noi.
La Cina ha anche tanto di brutto, un brutto che spesso fa sorridere e che vale la pena di raccontarlo, non e’ che dobbiamo ignorarlo o fare finta che non esista. E si, la Cina, mediamente, e’ peggio dell’italia… a condizioni di vita media in Cina o in Italia il problema di dove vivere non si porrebbe neppure, chiedere agli immigrati per altre informazioni. Ovviamente gli italiani in cina non vivono la vita media da cinese, altrimenti non sarebbero li’.
Gentile Fabio,
dissento con protratta veemenza dal suo punto di vista, ed altresí rinnovo la mia consonanza di idee con l’arguto Jacopo, che ci racconta con faceta leggerezza le aspritá della vita Cinese.
Nel lontano 1998, quando – come dicono scherzosamente alcuni – portavo ancora le braghe corte, feci il mio primo viaggio a Nan-ch’ung, nella parte settentrionale dello Sze Chuan. L’io d’allora, un baldo pellegrino nei suoi verdi trent’anni, che bramava di trovare finalmente la realizzazione di uno Stato collettivista, unitario, autarchico e nazionale, sbatté invece il muso della sua utopia contro l’acre realtá. Non trovai fonderei, ne’ colture sociali, ne’ tantomeno l’agognato identitarismo, ma bensí un fiume in piena di meticciato culturale piegato ad anglico capitalismo.
Ne ha ben donde, il nostro Jacopo, a sferzare la sua amara satira contro gli un tempo integri Cataiensi. Se nemmeno l’accesso ad un moderno velivolo é per loro un semplice compito, non possiamo certo stendere i nostri vellutati mantelli d’Europa al loro, inauspicabile, arrivo.
ἀνάγκᾳ δ’ οὐδὲ θεοὶ μάχονται – Simonide di Ceos, 470 AC
@della pecora
sembrerebbe che nel suo dissentire non abbia toccata neppure uno dei punti che ho scritto. Ci faccia il favore di dire su cosa dissente…
ps si chiama Nanchong ed e’ un “villaggio” di circa 700.000 abitanti.
Il saggio muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione.
– Francesco Petrarca
@ della pecora.
continui pure allora nei suoi sproloqui senza dire nulla.
mi faccia solo il piacere di non legarli ai miei interventi visto che manca ogni nesso
JBSimone concordo al CENTO PER MILLE!!!!!1!
Ho notato che “il cinese medio” e’ una entita’ astratta che cambia tantissimo da posto a posto. Come ti dicevo oggi dopo essere stato a Chongqing venendo ora a Suzhou sembra la Svizzera, meglio che l’italia, pulita, ordinata, bici pubbliche che usi con la tesserae della metro, MAI visto nessuno scaracchiare per terra, far fare i bisogni per strada ai pargoli, urlare al telefono, ecc… per carita’, ci saranno, ma MOLTO meno che in altri posti.
Allo stesso modo per l’aereo, quando da shanghai dovevo prendere un aereo per Chongqing, pieno di Chongqingesi, li vedevi subito, gente che correva dalla seggiola allo sportello del gate per fare la fila quando pensava che stesse per aprire, e poi all’annuncio del ritardo correva con foga nuovamente a prendere un posto a sedere (come se ce ne fosse carenza in areoporto).. io amo i Chongqingnesi, ma in effetti sono molto nongmin.
Quando mi sono trasferito in treno da Chongqing a Suzhou invece i nongmin eravamo io e mia moglie. Una marea di bagagli che non entravano da nessuna parte e abbiamo anche fatto fuori una bustata di semi di girasole..