Quest’oggi sono fiero di introdurre un veterano della Cina, Giuseppe Pastormerlo, che non molto tempo fa ha lasciato questo commento sul blog:

Ciao, sono Beppe, ultrasettantenne ( non ti spaventare ). Ho visto ora il tuo blog e mi piacerebbe parteciparvi.<br />Ho cominciato la mia avventura di Cina nel lontano 1988, interrotta poi dai fatti di Tienanmen del 1989. Sono ritornato nel 1991 e da allora in poi ho vissuto metà del mio tempo in Cina, Shanghai, quasi sempre, come base dei miei giri attraverso quasi tutto il territorio cinese. Puoi immaginare quanti fatti e quante esperienze non molto comuni agli occidentali ( e non sto qui a raccontarli – nascerebbe un blog tutto mio – per chi volesse saperne qualcosa, può visitare il mio sito ) ho vissuto in prima persona.<br />Ho vissuto e sto vivendo ancora esperienze di lavoro dal lontano 1991 ad oggi, attraverso situazioni che sono state totalmente ribaltate nel tempo. Sono passato dall’inverno, alla primavera ed ora all’inizio dell’estate dell’economia e della vita cinese. <br />Mi fa piacere conoscere le tue impressioni sui cinesi, che , ovviamente sono diverse dalle mie e da tutti quelli che arriveranno. La mentalità locale ha già vissuto 3 cambiamenti notevoli nell’arco di 25 anni, e diversi anche a seconda delle aeree in cui la gente vive.<br />I tuoi consigli saranno molto preziosi a chi si accinge ad avvicinarsi a questa realtà del presente e del futuro.<br />Complimenti<br />Beppe

dopo un commento del genere non potevo non iniziare una corrispondenza con Giuseppe, che mi ha spedito il seguente racconto che mi ha trasportato sia nello spazio che nel tempo. Buona lettura

2015 06 22 - Viaggio in un villaggio Miao 1

Giugno 1993 – La proposta viene da una amica di Kunming, responsabile del turismo internazionale dello Yunnan CCTS ( China Central Turism Service ), a quel tempo unico operatore per il turismo in Cina.

Chen Jun Jia, la mia accompagnatrice, mi propone una meta insolita ed assolutamente unica per gli stranieri: una settimana tra le nazionalità Black Miao e Dong nell’area della prefettura Qiandongnan nel Guizhou.

Ottenuti i permessi necessari ( 20 anni fa non vi era accesso agli stranieri in alcune aree prive di hotels ), preparati gli scarni bagagli, ci avviamo alla stazione ferroviaria di Kunming per un viaggio di circa 20 ore fino a Guiyang. Partenza alle 17,00 circa ed arrivo previsto verso mezzogiorno del giorno dopo. Ci accomodiamo nel vagone letto sulle cuccette prenotate, scompartimento aperto. Quattro tavole, due per lato, con spesse coperte in lana di … è l’arredamento spartano che ci attende per la notte. Le nostre due cuccette sono in basso, ma i due cinesi sopra di noi si offrono per lo scambio. Motivo: nel corridoio stazionano decine di viaggiatori che urlano, fumano, scatarrano, cuociono di tutto su fornelli improvvisati con odori vari. “ Xiexie “ e ci accomodiamo sopra, con grandi sorrisi ed apprezzamenti, credo, per la mia amica e curiosità verso il sottoscritto. Ma che ci fa uno straniero su un treno verso Guiyang? Il treno è dotato di servizio ristorante, cioè di una ragazza che passa a stento tra la folla stipata nel corridoio con panini di incerto contenuto, l’onnipresente riso scotto e annaffiato da tè scaduto l’anno prima. JunJia è esperta di questi servizi e si è portata la nostra cena che consumiamo rapidamente, ma non prima di avere offerto parte di essa ai nostri due compagni di cella, pardon, di scompartimento. Il treno scorre veloce nella notte, senza fermate intermedie. Veloce… si fa per dire … gallerie e vallate si susseguono nel buio di una notte interminabile. Arriviamo a Guyang sotto un sole splendente. Fuori dal treno e dentro un bus diretto a Kaili. Circa 4 ore ed arrivo in hotel per la sistemazione della notte e preparativi per il giorno dopo. La partenza del mattino dopo è prevista in auto fuori strada verso le 08,00. Naturalmente a quest’ora non vi è ombra dell’auto. JinJia si affanna a telefonare al locale gerente del turismo che, ovviamente, non è ancora in ufficio. Sullo spiazzo del hotel vi è una campo da tennis con alcuni cinesi che stanno giocando, abbastanza scarsi, direi. Li guardo, mi guardano ed in pochi secondi uno dei giocatori mi mette in mano la sua racchetta. Non capita tutti i giorni un incontro internazionale di tennis. Nella mia scarsezza a questo sport, divento, nei loro confronti, un professionista. Ogni colpo che riesco a sparare entro il rettangolo è un’ovazione. Fortunatamente l’auto è arrivata, insieme alla guida locale, Hui, ed è un’ottima scusa per non continuare e rischiare.

2015 06 22 - Viaggio in un villaggio Miao 2

La strada molto tortuosa diventa pian pano sterrata e la larghezza sempre minore. Ormai siamo all’interno della vallata dei villaggi Miao e Dong. Sosta su un colle e JinJia mi indica il villaggio dalla altra parte del fiume, sul fianco della montagna, come nostra prima meta. L’auto scende a precipizio sullo sterrato. Per stemperare la tensione chiedo al ragazzo che guida quanti anni ha. Lui è 16 anni vecchio, è la risposta. Chiedo a JinJia a che età si può avere la patente in Cina. Ovviamente a 18 anni, ma qui siamo nell’area delle minoranze… La spiegazione è rassicurante, tanto che, scesi al fiume, lasciamo la macchina. E sì, non c’ è strada per il villaggio, né ponte per attraversare il fiume impetuoso. Mi dovrei preoccupare? Ma no, siamo nell’area delle minoranze.. un barcone in legno è pronto sulla riva ad aspettarci. Trasbordiamo e ci immettiamo nella corrente. Due robusti rematori, aiutati da Hui, dirigono la barca verso la riva opposta. L’acqua fredda della forte corrente ci schiaffeggia il viso come improvvisi acquazzoni, mentre la barca va di traverso verso la riva opposta. Jin Jia mi rassicura che mai nessuno straniero era stato sbalzato in acqua. Certo io sono il primo che arriva qui… bella logica. Arriviamo sull’altra riva zuppi di acqua ma felici di esserci arrivati. Dalla sponda sabbiosa si vede il villaggio abbarbicato sulle pendici alberate. Il sentiero è piuttosto impervio, ma alcuni abitanti del villaggio erano ad aspettarci. Il capo villaggio è il primo a stringermi la mano in un gesto tipicamente occidentale. Parla in cinese e Jin Jia mi spiega che si è laureato in agricoltura all’università di Guiyang. Tutto mi sarei aspettato, ma questo proprio no. Parla perfettamente il cinese, contrariamente al resto del villaggio che conosce solamente il dialetto locale. Attraverso Jin Jia, mi ringrazia per l’onore che faccio loro con la mia visita.

2015 06 22 - Viaggio in un villaggio Miao 3

Ci inerpichiamo verso il villaggio e finalmente arriviamo al primo spiazzo erboso su cui si affacciano le prime case. Una doppia fila di ragazze negli splendidi costumi tradizionali mi danno il benvenuto. Passando tra loro devi bere dal corno nelle loro mani un poco del vino locale. Il gusto è piacevole, la visione delle ragazze sorridenti lo è altrettanto. Il loro viso non è molto cinese, ma deliziosamente amabile. Sì, verso la fine della fila il vino fa il suo effetto. Appena dopo, una ventina di ragazzi suonano il flauto locale di bambù, il lisheng, accompagnato dal ritmo di tamburi. Il capo villaggio ci precede, poi Hui , io e Jin Jia affiancati. Ogni tanto sento qualcosa che mi tocca dietro. Giro la testa e vedo bambini che coraggiosamente cercano di toccare la cosa strana che cammina, poi scappano al primo sguardo. Tutti i locali ridono, schiamazzano e battono le mani. Alcune ragazze più pudiche, nascoste dietro le ante delle finestre, lanciano sguardi curiosi, cercando di non mostrarsi. Il nostro gruppetto è ormai giunto al centro del villaggio. Entriamo in un locale addobbato con fiori e verde e due tavoli apparecchiati con dolci e bevande. I notabili del villaggio sono già all’interno ad accoglierci. Scambi di strette di mano, abbracci, doni…beh, io non ho molti doni da lasciare. Una signora Miao mi regala una sua giacca nera, con ricami colorati e decorazioni in argento lavorato. Usciamo per una breve visita, ma è già buio e il nostro anfitrione ci invita per una cena nella sua casa. Il buio dell’interno è attenuato da alcune candele accese. Si scusa, ma non vi è luce elettrica. Il pavimento è in terra battuta, il tavolo è a circa 30cm da terra e ci sediamo su seggiolini rotondi alti 15 cm. Sembra la casetta dei sette nani. Le mogli degli invitati cucinano un’infinità di piatti, poi partecipiamo alla cerimonia di benvenuto che consiste ( ve n’era forse dubbio? ) in continue bevute intervallate da canti locali, bevuta, canto, bevuta, canto, bevuta, bevuta, bev..…. e ci accompagnano al nostro alloggio. La casa è in una piazzetta circolare lastricata di sassi. La camera è al piano superiore, molto ampia, in legno finemente intarsiato, con una terrazza che dà sulla piazza. Ci sediamo noi quattro, JinJia, io, Hui ed il capo villaggio sulla terrazza per smaltire un po’ i fumi dell’alcol e per fare quattro chiacchiere. I colloqui sono in cinese ed inglese. Ad un tratto lo sguardo mi sfugge sulla piazzetta sottostante. Vedo le lucine di sigarette ed anche sento un fine mormorio. Osservo meglio. Tutti gli abitanti del villaggio sono seduti per terra e guardano verso di noi in religioso silenzio. Racconteranno ai nipoti di essere stati i primi a vedere uno straniero.

2015 06 22 - Viaggio in un villaggio Miao 4

Il giorno dopo vede un cielo plumbeo ed una leggera pioggerella irrora i campi. Non c’è acqua. Ci si lava al fiume sottostante. Il clima è tiepido, siamo in area subtropicale. I più mattinieri sono già al fiume. Per noi è prevista la continuazione della festa con la danza del fidanzamento. Ci sediamo su sgabelli in cerchio attorno alla piazzetta ed un gruppo di ragazzi con i loro flauti continuano i suoni del giorno precedente, mentre le ragazze danzano il ballo della seduzione. I giovanotti in età giusta, abbandonati i flauti, portano dei fili di erba alle labbra e, soffiando, emettono melodie sensuali, mentre le ragazze con movenze dolci si strusciano attorno e su di essi. Poi, a scopo raggiunto, si sfilano dal gruppo. Facciamo alcune fotografie mentre Hui, con una polaroid, scatta e sviluppa istantaneamente le immagini, attirando la curiosità di tutti, che mai avevano visto un simile miracolo.

2015 06 22 - Viaggio in un villaggio Miao 5

Purtroppo siamo in ritardo sulla tabella di marcia. In mattinata dovevamo già essere in viaggio per il prossimo villaggio di nazionalità Dong. Ma può essere un problema, qui, il tempo? L’orologio è semplicemente il sole nelle sue fasi, e qui oggi , piove.

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Per chi fosse interessato alla lettura di altre avventure di Giuseppe, rimando al suo sito personale.