Ultimamente si è fatto un gran parlare di inquinamento a Pechino, se non altro perché per la prima volta è stato annunciato l’ Allarme Rosso, tant’è che sono stato anche chiamato per una breve intervista su Radio KissKiss (qui il podcast completo), ma forse bisogna fare maggiore chiarezza sull’argomento.
Allarme Rosso, ma su quale scala?
Da Ottobre 2013 è stato istituito uno standard di quattro colori per indicare differenti gradi di inquinamento: blu, giallo, arancione ed il fatidico “Allarme Rosso”.
Il precedente standard affermava che l’allarme rosso sarebbe stato dichiarato nel caso in cui sarebbe stato previsto inquinamento per tre giorni consecutivi sopra ai 300 punti AQI (Air Quality Index).
Nel Maggio 2015, la soglia per dichiarare l’Allarme Rosso è invece stata abbassata a tre giorni consecutivi sopra i 200 punti AQI.
Cosa comporta un Allarme Rosso?
Un Allarme Rosso comporta i seguenti provvedimenti obbligatori:
- Blocco di tutte le attività edili
- Blocco di tutte le attività produttive
- Targhe alterne
In aggiunta vi è il suggerimento di chiusura delle scuole, a partire dagli asili fino alle superiori (comprese) e la sospensione di tutte le attività all’aperto.
Esattamente come le misure che furono attuate in occasoine dell’APEC e del 70esimo anniversario della sconfitta del fascismo.
Poco preavviso per il primo Allarme Rosso
Domenica scorsa era già Allarme Arancione ma alle 18.00 di Lunedì 7 è passato ad Allarme Rosso con effetto da martedì 8 a giovedì 10 Dicembre. Infatti oggi è arrivato un fronte di aria fredda che ha spazzato tutta la cappa di grigiore, regalandoci un cielo azzurro e senza nubi ed un’aria frizzantina. Le tempistiche sono ovviamente state criticate poiché l’avviso è arrivato tardi, lasciando poco preavviso alle famiglie di organizzarsi con baby sitters o parenti per curare i figli che non sarebbero andati a scuola.
Il “primo” Allarme Rosso
La critica principale però consiste nel fatto che settimana scorsa l’inquinamento pechinese era il doppio di questa settimana, superando di gran lunga il massimo della scala di 500 punti AQI ed arrivando, secondo fonti non ufficiali, anche a 700 punti. La situazione era così drammatica che lo smog non era più grigia ma tendente al giallo e non si riusciva davvero a vedere da un lato all’altro della strada, tant’è che i Momenti di WeChat erano invasi da foto grigie su cui venivano tracciati a mano i contorni dei palazzi che si sarebbero dovuti vedere in situazioni di normale visibilità.
Infatti secondo lo standard del 2015 ci sarebbero già dovuti essere almeno sei Allarme Rosso nel corso del 2014, ma in quel periodo ci si basava ancora sul vecchio standard che indicava un AQI minimo di 300 per tre giorni consecutivi. Nonostante questo, dall’implementzione del nuovo standard ci sarebbero dovuti essere almeno altri tre Allarme Rosso: dal 3 al 7 Ottobre; dal 12 al 15 Novembre ed infine dal 27 Novembre al primo di Dicembre.
Come mai non è mai stato chiamato prima un Allarme Rosso?
La motivazione (e scusa) principale è che l’Allarme Rosso viene dichiarato sulla base di previsioni e sappiamo che nonostante la sempre maggiore accuratezza delle previsioni del tempo, si tratta comunque di previsioni, non certezze.
Alcune male lingue dicono che il primo Allarme Rosso sia stato dato solo ora perché in concomitanza con il COP21, ovvero la United Nation Climate Change Conference che si sta tenendo a Parigi proprio in questi giorni. C’è però da considerare la possibilità che non sia stato fatto per “farsi vedere”, bensì per dimostrare in maniera chiara che la Cina, quando prende un impegno mantiene la parola data.
Tu cosa ne pensi? quali sono le motivazioni dietro qusto primo Allarma Rosso? Scrivilo nei commenti qui sotto.
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Beh, dai, tutto sommato buone notizie, se consideriamo quanto siamo lontani da quel 2010 (quando ero a Pechino) in cui gli Stati Uniti si dovettero scusare quando definirono l’inquinamento “crazy bad” perché aveva saturato le capacità della loro macchinetta nell’ambasciata 🙂
Un passo alla volta, ma ora speriamo che risolvano presto il problema 🙂
Il pensiero delle “savie lingue” rispetto alla concomitanza dell’allarme con il COP21 era venuto anche a me subito dopo aver letto la prima parte dell’articolo. Guardando ai fatti con un pdv da ‘bicchiere mezzo pieno’, bisogna almeno riconoscere questo impegno da parte di Pechino, sperando che duri e non sia un fuoco di paglia che si spegnerà con un tempestivo rialzarsi della soglia, al calare dell’attenzione sul tema. Mah!
Solo il tempo stabilirà chi ha ragione, ma data la sempre maggiore sensibilità sull’argomento da parte della popolazione cinese, mi aspetto che non sarà un “fuoco di paglia”
Come ben sai dopo essere venuto a Chongqing, la sensibilità cinese è un po’ a macchia di leopardo. Per città la cui popolazione è sempre più all’avanguardia come Pechino e ancora di più Shanghai, ci sono altre realtà (Chongqing appunto) in cui la media dell’inquinamento è allo stesso livello di Pechino ma in cui si ignora completamente, tanto che le mascherine neppure le mettono..
quello sicuramente, la Cina è fatta da tante “Cine”
http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/milano/cronaca/2015/12/19/foto/milano_lo_skyline_scompare_cancellto_dallo_smog-129813144?ref=fbplmi
E questo è il nostro allarme rosso di questi giorni
Che teneri… 🙂