Da quando ho deciso di proporre il primo webinar riguardo al business in Cina, mi sono reso conto che questo blog sta diventando troppo serio (in realtà era uno dei punti decisi con Antonio, assieme al nuovo titolo, template etc). Nonostante non rimpianga nessuna decisione, vado ancora a leggermi articoli evergreen che mi fanno sempre scompisciare dalle risate, come: il codice della strada in Cina, le abitudini sessuali dei cinesi, o un ospite indesiderato.
Bene, dopo tutta la serietà di post come la svalutazione del RMB, la sconfitta del Giappone, sarti cinesi, prima i dolori e poi le gioie del lavorare in Cina, o addirittura i cinque errori più comuni riguardo la Politica del Figlio Unico è arrivato il momento di inserire un’avventura divertente (per chi legge) in questa grigia giornata invernale avvolta nell’inquinamento. Ma prima dobbiamo fare un passo indietro. Procediamo per tappe.
Il suicidio della lavatrice
Di ritorno dalla settimana di ferie della Guoqingjie, una delle principali festività cinesi, ho messo da lavare un po’ di vestiti e una volta che la lavatrice ha emesso il suono di fine lavaggio mi sono trovato a camminare su un tappetino del bagno completamente zuppo. Il primo pensiero, dopo una serie di improperi, è stato che il tubo di scarico si fosse allentato come già in passato. Ho inserito a fondo il tubo, steso i vestiti e sono andato a letto. Il giorno dopo preparo una seconda macchinata di roba, tra cui degli asciugamani e mi accorgo che nonostante il problema dell’acqua sembra essere risolto, vi è un altro problema: la lavatrice non centrifuga più. Costretto a fare la bella lavanderina e strizzare tutti i capi a mano, decido che è il momento di far comprare a Lu shushu, il nostro fangdong (proprietario di casa) una nuova lavatrice. Poiché i rapporti con lui sono tenuti da mia moglie, le chiedo di chiamarlo e mentre gli può ricordare che il nostro contratto sta per scadere, può anche dirgli della lavatrice.
Lavatrice, cambiarla sì o cambiarla no?
Poiché l’efficienza non è una grande qualità di Huanzi, i giorni passano ininterrotti e nonostante le ricordi tutti i giorni che debba chiamare il buon Lu shushu, lei se ne sbatte altamente e io continuo a fare la bella lavanderina che lava i fazzoletti e strizza i vestiti. “Finalmente” a fine ottobre la lavatrice ricomincia a perdere acqua a fine lavaggio nonostante il tubo sia a posto. E’ arrivato il momento in cui la mia sopportazione arriva al limite e Huanzi, leggendo una leggera follia omicida nei miei occhi, decide che i tempi sono maturi e bisogna chiamare il padrone di casa, il quale, forte del fatto che il nostro contratto sta scadendo ci propone: comprate voi la lavatrice e non vi aumento l’affitto.
Non sono molto felice di questa proposta, ma Huanzi è entusiasta e mi dice anche “ero pronta a chiederglielo io, ma visto che l’ha proposto lui, tanto meglio!”
Convinto che le lavatrici abbiano un costo notevole e sapendo che il fangdong ci adora e non ci aumenta mai più di 100 RMB all’anno mi sta per partire un embolo, ma Huanzi mi rassicura: “andremo a spendere circa 6-700 RMB per la lavatrice nuova”. Sono poco convinto, ma una veloce scorsa su Taobao mi convince che mia moglie sappia davvero il fatto suo e io già mi pregusto un paio di mutande alla lavanda, dato che la mia scorta di intimo stava raggiungendo il livello di DEFCON 2 e a breve avrei dovuto riutilizzare le mutande sporche. Nonostante la cosa mi portasse indietro nel tempo fino al viaggio per la Spagna col mio miglior amico Gallo, non mi entusiasmava poi tanto. Una volta scelto un paio di modelli papabili, Huanzi se ne esce dicendo “fra qualche giorno è la giornata dei single, aspettiamo fino all’ 11 novembre e la compriamo con lo sconto!!”
La follia omicida nei miei occhi si riaccende, mi parte un embolo e la inizio ad insultare pesantemente fino a quando alla ricerca di un’ascia con cui ucciderla in perfetto stile “Shining”, capisce che non è il caso di scherzare su questo fatto che… “mi tocca nell’intimo”, quindi piazza l’ordine e io mi calmo nuovamente.
Montare la lavatrice
Dopo un paio di giorni la lavatrice arriva direttamente dentro casa portata da un omone grande e grosso che l’ha trasportata per 5 piani. Nonostante avessi voglia di lamentarmi del fatto che fosse arrivato 2 ore dopo l’orario stabilito, decido che non è il caso perché potrebbe staccarmi la testa con un solo manrovescio. Quindi lo ringrazio e gli chiedo se è interessato alla vecchia lavatrice. Lui ovviamente acconsente di buon grado ed io tiro fuori la lavatrice dal suo imballo, la posiziono in bagno e sapendo che il giorno dopo ancora sarebbe venuto un addetto a montarla, vado ad una cena con amici.
Quando torno dalla cena, trovo Huanzi che sta avvitando le ultime due viti e mi commuovo ricordando che fra i motivi per cui l’ho sposata, c’è anche il fatto che non è una di quelle fighette che non fanno nulla per paura di rompersi un’unghia, ma una vera meccanica mancata. Il giorno dopo mi chiama il tecnico e gli dico che abbiamo già montato, non c’è bisogno che passi.
La vendetta della lavatrice
La mattina di domenica 15 Novembre mi sveglio alle 7.00 per prepararmi al viaggio in aereo verso Dalian, Qingdao e Yantai per accompagnare un collega arrivato in business trip dall’Italia. Come ogni mattina sono in bagno a fare quello che devo fare mentre controllo l’andamento della newsletter e della pagina Facebook di ABCina. Il buon Doudou sta dormendo ai miei piedi quando all’improvviso la lavatrice emette un rumore inconsulto e inizia a scaricare un ettolitro d’acqua e detersivo sul pavimento. La scena ricorda un po’ l’invasione di scarabei nel film “La Mummia” ed io mi ritrovo seduto sul trono con i pantaloni alla caviglia a guardare inerme questo mare che ha rotto gli argini dirigersi imperterrito verso di me.
L’unica cosa che mi viene da fare è prendere Doudou in braccio ed aspettare con fare serafico che l’alta marea si plachi. La mente viaggia a quella volta che l’acqua alta entrò nell’appartamento in cui ero in affitto a Venezia, ma poi torna al presente e mi trovo costretto a lanciare il cane fuori dalla porta e mettermi ad asciugare per terra con il mocio. Mentre sono lì a faticare sento la lavatrice lasciare andare una seconda ondata. Impreco silenziosamente e mi metto a scrivere questo post mentre aspetto di capire se i cicli di lavaggio sono due o tre (ovviamente sono tre).
Prima di partire per l’aeroporto sveglio Huanzi e le dico: maledetto fu il giorno in cui quella lavatrice del 1995 ha deciso di tirare le cuoia. Maledetto fu il giorno in cui hai deciso di montare tu la lavatrice al posto del tecnico. Maledetta tu se oggi perdo l’aereo.
Però sono sincero, in tutto questo casino… io mi diverto un mondo, perché sono anche queste le storie che valgono la pena di essere raccontate.
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Classic Jappo al 100% 😉
I am back 🙂
era una lavatrice giapponese, è colpa dei giapponesi!!
ahah, non sicuro che fosse una lavatrice giapponese… in ogni caso, dar la colpa ai giapponesi va sempre bene 🙂
Sei forte jacopo! e ho riso tanto