Ho già affrontato in precedenza l’argomento della Politica del Figlio Unico, nel particolare i cinque errori più comuni quando si parla di tale politica, quest’oggi invece voglio parlare di un fenomeno collegato: i piccoli imperatori.
Chi sono i Piccoli Imperatori?
Con il termine “piccoli imperatori” si intende quella schiera di figli unici che sono nati a seguito della Politica di Controllo delle Nascite. Ricordo che in generale si tratta di famiglie con un hukou (residenza) urbano, o in cui almeno uno dei genitori ha un incarico governativo o lavora per una azienda pubblica, infatti anche prima del rilassamento della Politica di Pianificazione Famigliare, quasi tutti i cinesi di etnia han con un hukou rurale avevano comunque diritto ad un secondo figlio.
4:2:1, gioie e dolori dei Piccoli Imperatori
Il cosiddetto 4:2:1 è un fenomeno caratteristico della Cina odierna, il quale indica che in molte famiglie vi è la situazioni in cui 4 nonni e 2 genitori si prendono cura di un solo figlio. Il figlio in questione cresce viziato poiché il centro dell’attenzione di ben 6 persone che non hanno altro baobao (“tesoro” ma anche vezzeggiativo di “figlio”) a cui dedicarsi e questi quindi diventa il vero e proprio imperatore del nucleo famigliare. Ad essere onesti devo dire che nonostante tutti i cinesi condannino i comportamenti dei piccoli imperatori, non mi sembra di notare una gran differenza con la maggior parte dei bambini italiani (sarà il caso di farsi un esame di coscienza?).
Molto spesso i genitori sono troppo impegnati a lavorare per poter prendersi cura dei figli, al tempo stesso c’è una costante diffidenza verso domestiche o baby sitter che fa si che l’unica soluzione possibile sia quella di affidare il bambino alla cura dei nonni, i quali sono famosi per concedere un po’ troppo ai propri nipoti e farli crescere estremamente viziati, per la gioia di questi piccoli imperatori.
C’è anche da dire che il 4:2:1 è anche causa di un’incredibile pressione verso questa ultima generazione, che si trova a dover fare i conti col fatto che una volta crescita dovrà prendersi cura di 6 persone, soprattutto in luoghi in cui il sistema pensionistico non è adeguato al crescente costo della vita locale.
La gara fra Piccoli Imperatori
Sia per il fatto che per avere un buon lavoro bisogna uscire da una delle (poche) migliori università cinesi, sia perché per entrare in queste università bisogna eccellere nel gaokao e per eccellere in questo bisogna aver studiato in una buona scuola superiore, sia perché le speranze e le aspettative dei 4 nonni e 2 genitori sono tutte riversate sull’unico nipote-figlio, così che questi bimbi vivono in una costante pressione a “fare – e ad essere – meglio degli altri”. Per eccellere, vengono iscritti dai genitori a tutta una serie di attività extra-scolastiche che vanno dagli sport allo studio di uno strumento musicale, dalla calligrafia alla pittura.
Qualche settimana fa sono stato invitato da un artista cinese a prender parte ad un evento per un suo nuovo lavoro, ha infatti deciso di mettere in piedi una scuola di pittura ed arte contemporanea per i piccoli imperatori (compreso suo figlio, che per come si stava comportando gli avrei tirato volentieri un paio di schiaffoni per rimetterlo al suo posto). Il palazzo in cui si trova la sua nuova attività è praticamente un intero edificio dedicato ad attività extrascolastiche pensate per i picoli imperatori, arte, pittura, calligrafia, diversi strumenti musicali, corsi di inglese e chi più ne ha più ne metta. La cosa che mi ha stupito è che praticamente tutti questi corsi erano letteralmente PIENI!!
Il problema di questi bimbi è che nonostante i vizi, la pressione è così alta che non vivono neanche la loro fanciulezza. E’ vero che viene da pigliarli a schiaffi, ma è anche vero che viene da compatirli per la vita che i genitori ambizioni e la società hanno delineato per loro.
In Italia la situazione è molto simile, anche qui si arriva alla remissione della genitorialità innalzando sul trono i figli. Un discorso molto lungo da affrontare che riguarda l’ aspetto di mancanza di autorità verso i figli che è ormai trasversale in molte società “evolute”.
E si, situazione simile alla nostra dove ormai abbiamo gli adulti in balia dei bambini. Arriveremo come la Cambogia di Pol Pot dove in molti casi erano i bambini a decidere la vita o la morte delle persone. Ah ah ah????
Peccato che i vostri commenti si soffermino solo sul fatto dell’essere viziati; io credo che il problema dei bambini cinesi, soprattutto se fanno parte della classe medio-alta, sia quello di non aver tempo libero, quasi di non potersi godere la propria infazia: tutto il giorno a scuola, poi lezioni private dopo scuola e nel week end. Saranno anche viziati ma rimangono ancora molto in balia dei genitori ^^
Ciao Monica,
hai ragione in quello che dici, infatti a fine dell’articolo ho scritto “Il problema di questi bimbi è che nonostante i vizi, la pressione è così alta che non vivono neanche la loro fanciullezza”. Quello che intendevo era proprio quello che descrivi anche tu
Articolo molto interessante, affronta una tematica che può portare a molte conclusioni; mentre ero in Cina, ad una cena ho conosciuto una bambina di 4 anni che mi ha lasciato a dir poco stupefatto: dimostrando spiccate doti di inglese (cosa che onestamente non credevo possibile per una bambina così piccola) mi ha mostrato video di lei che ballava hip-hop o che suonava la batteria, facendo sfoggio dei suoi innumerevoli talenti sviluppati ai corsi ai quali partecipava: anche lei, dunque, una “piccola imperatrice”.
Durante un primo istante sono rimasto piacevolmente sorpreso che una bambina così giovane potesse anche essere così capace, ma durante una seconda riflessione è nato in me qualche turbamento: così come ti sei domandato tu nell’articolo, anche a me è sorto spontaneo chiedermi se effettivamente questa bambina stesse godendosi la sua infanzia nel migliore dei modi o se la pressione di così tante attività non avesse potuto avere qualche riscontro negativo in futuro; a cosa può portare un simile sovraccarico di doveri a quell’età? Ciò mi porta a pensare che forse l’imposizione così unidirezionale di così tanti corsi, oltre ad avere mille altri inconvenienti, può far perdere il senso del “fare qualcosa per passione”, cosa a parer mio infinitamente preziosa e sviluppabile con la crescita e con la possibilità di scegliere le attività da fare.
Per staccarmi un po’ dall’argomento specifico, ti espongo un pensiero che ho maturato nel corso della mia esperienza nell’estremo Oriente: i cinesi cercano spesso e volentieri di dimostrare le proprie virtù per cullarsi nel proprio orgoglio piuttosto che per coltivarle effettivamente, dando infinitamente più peso all’apparire che all’essere. Magari mi sbaglio e la mia esperienza mi ha solo permesso di vedere persone così, però volevo avere anche un tuo punto di vista più sapiente.
Ciao! (grazie mille per tutti questi articoli)
Ciao Federico! Sei già rientrato in Italia e non siamo riusciti a vederci.. Spero ci sia presto occasione!
In effetti le tue considerazioni mi sembrano molto sensate e condivisibili. É difficile dire come vivano la cosa questi bambini e se veramente non hanno passione per ciò che fanno (magari non per ogni corso, ma spero che almeno uno fra danza, musica e inglese) possa essere fatto col cuore.
La domanda che mi faccio spesso è invece un’altra: poiché la maggior parte di queste attività sono attività individuali, impareranno mai il valore del lavoro di squadra e la collaborazione?
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