Non importa che tu sia un amante del selfie, che scatti foto di tutto quello che mangi e lo posti su Instagram, Wechat, Facebook, oppure che odii quelle persone che lo fanno sempre e ovunque, il futuro del social sembra prendere la direzione dello streaming live e della condivisione della propria vita in modi ancora più efficaci. Non è un caso che Mark Zuckerberg abbia annunciato giusto poco tempo fa l’attivazione di un servizio di live streaming per singoli utenti e pagine su Facebook. In realtà il servizio non sarebbe una grande novità, infatti in Cina le app per live streaming sono diffuse già da tantissimo tempo.
Si sa che i cinesi delle nuove generazioni sono particolarmente “social”: spesso non toccano cibo senza aver prima fatto un album fotografico delle pietanze, modificano le foto con effetti e scritte da bimbiminchia e soprattutto sono stati capaci di inventarsi applicazioni social delle più strane ed evolute, arrivando ad attirare l’attenzione di tutte le piattaforme social occidentali (di questo parlerò nell’articolo della prossima settimana). Io non sono un grande fan di questo tipo di app, anche se ammetto di aver fatto 2 o 3 trasmissioni streaming, per accontentare alcuni degli utenti di weibo che mi seguono (non so perché, dato che pubblico con una frequenza di un post al mese), ma alcuni dei miei amici le usano regolarmente.
L’altro giorno mi trovavo alla festa di compleanno di uno dei ragazzi della trasmissione Informal Talks, che forse vi ricordate per la puntata in cui rappresentavo l’Italia, insieme ad alcune delle altre star dello show. Come al solito, tra una chiacchiera e l’altra gli invitati guardavano compulsivamente il cellulare, scrivevano a qualcuno su wechat, scrollavano (passatemi il neologismo) annoiati la pagina di un social o scattavano selfie per pubblicarli con un titolo tipo “quanto ci stiamo divertendo”. Arrivata la torta però è iniziato subito lo streaming, perché anche i fan del tv show vogliono vedere le candeline, cantare “buon compleanno” e mandare cuoricini e altre faccine al festeggiato.
Ovviamente la prima reazione a una cosa del genere può essere un’espressione mista di disgusto e curiosità, ma forse è proprio questo il futuro a cui stiamo andando incontro e anche quelli che ora magari sono contrari ad un abuso dei social poi si ritroveranno a farsi guardare da centinaia di persone mentre fanno il bagno con le paperelle. Attenti però a non inquadrare le parti intime, per non incorrere in espulsioni o sanzioni di altro tipo. Come già successo in occasione delle foto a pagamento sui moments di wechat, c’è infatti chi usa queste app per fare pornografia o altro tipo di trasmissioni piccanti e ovviamente è arrivata subito la risposta del governo.
Più di 20 compagnie che offrono servizi di live streaming tra cui Huajiao e 6.cn hanno dovuto impegnarsi all’ autocensura per poter continuare a dare la possibilità ad utenti maggiorenni di continuare a trasmettere live, a patto che costoro inseriscano il proprio nome reale, il proprio numero di carta di identità e altre informazioni e che si impegnino a non trasmettere contenuti inappropriati, pena l’espulsione dalla comunità (penso che anche Facebook abbia pensato a questo).
Il modello di business di queste app si basa in parte sulla pubblicità e in parte sui regali che gli utenti possono comprare per i propri streamer preferiti. Gli utenti che trasmettono possono anch’essi guadagnare direttamente con le proprie performance, in base al numero di utenti che guardano la trasmissione, ai regali ricevuti etc. o indirettamente usando la app come vetrina e strumento di promozione di sé stessi. C’è chi trasmettendo per decine di ore alla settimana è arrivato a fare di questa attività un lavoro anche abbastanza redditizio e chi lo fa solo per divertimento. Tu hai mai trasmesso in streaming per un pubblico che non conosci? Lo faresti?
[…] ragazze e donne che passano ore in centri di bellezza per farsi le extension da ciglia. Oppure gare online per mostrare al mondo quanti si è magre. O ancora, una miriade di app che automaticamente […]