Quando si parla di nerd, geek e otaku non può che venire in mente il Giappone, esportatore della cultura dei manga, degli anime e dei videogiochi. Questa parte della cultura giapponese, entrata prepotentemente nelle nostre vite tra gli anni ’80 e i ’90, ha prodotto generazioni di nerdoni con i fondi di bottiglia e i brufolazzi e fanboy vestiti da cose strane come quelli che popolavano Studi Orientali a Roma quando studiavo lì.
Otaku è proprio la famosa parola che definisce i nerd giapponesi, quelli più sfegatati, che non escono di casa per settimane o mesi, giocando a multiplayer online e mangiando perennemente dal 7/11. 宅男 zhái nán è la precisa traduzione di Otaku in cinese (basta sostituire nán con nv di donna per il femminile) e 宅 è la sua abbreviazione.
L’aggettivo 宅 assume però anche un’accezione meno legata al mondo dell’informatica, dei videogiochi e dei manga. Una persona 宅 è semplicemente qualcuno che ama stare a casa a oziare o coltivare i propri hobby, esce poco di casa e preferisce un film sul divano ad una birra in compagnia.
Ora che i videogiochi stanno portando la gente per la strada alla ricerca di mostriciattoli o cose simili mi sa che bisognerà rivedere un po’ il vocabolario.
qualche anno fa avuto uno 宅男 (cinese 19enne) in casa per 6 mesi, ed è stata una esperienza quanto mai esasperante. in quei mesi la mia proverbiale capacità di accoglienza ha avuto un duro scossone. Ne potrei raccontare delle belle sul fatto che non escono di casa, dormono vestiti, mangiano in camera, hanno sempre sul viso un’espressione svagata e scema, dicono di aver capito quello che gli stai dicendo ed invece stanno pensando (come nel caso del mio 宅男) all’ultima partita di NBA del campionato o all’ultimo gioco di ruolo a cui partecipare…..
l’espressione “generazione di nerdoni ” la tengo nel cassetto e lo userò ,al caso, come parolaccia 🙂
grazie Antonio
hahahaha possono essere strani ma di sicuro sono innocui!
Innocuo non so se sia un aggettivo corretto. Nel caso del mio 宅男sicuramente mi ha procurato qualche travaso di bile, il problema vero é che se mai avessi avuto bisogno di un vero aiuto trovandomi per caso in difficoltà (star male ad esempio) questo , che viveva barricato in camera con i cuffioni sulla testa, non avrebbe potuto far niente per me ignaro del mondo che lo circondava. Dante lo avrebbe messo tra gli ignavi. Penso fermamente che anche chi non fa niente può far del danno.
Studi Orientali a Roma non era mica un dipartimento, più che altro un giardino zoologico di nerd a piede libero (me compreso)…Me lo ricordo ancora con nostalgia:)
[…] con la società lo sconvolge, non è in grado di adattarsi al mondo esterno psicologicamente. Le abilità e capacità del soggetto autistico bamboccione non sono di alcun interesse per la […]