Oggi è il primo agosto e, in Italia, significa che molti stanno iniziando le vacanze. In Cina il Primo Agosto significa invece la Festa dell’Esercito Popolare di Liberazione. Il famoso PLA (People’s Liberation Army).

Esercito Popolare di Liberazione è il nome con cui è designato l’intero esercito cinese ed oggi, primo agosto, è la sua festa. Anche in luce delle crescenti pretese cinesi riguardo territori contesi (come le Senkaku Islands o l’Arcipelago Spatley) e della presenza di forze armate cinesi in quelle zone, è bene sapere qualcosa di più.

Quello che avevo iniziato come un semplice articolo sull’esercito cinese, si è trasformato in un riassunto di ciò che ha portato il Partito Comunista ad essere a capo della Cina. Un insieme dei punti salienti delle guerra che la Cina ha visto combattere sul proprio territorio nella prima metà del XIX secolo. Buona lettura.

Introduzione all’Esercito Popolare di Liberazione

Il simbolo del PLA è una stella rossa, al cui interno sono inseriti i numeri cinesi “otto” e “uno”. Questi indicano proprio il primo agosto.

Con le sue 2.285.000 unità circa, è l’esercito più grande al mondo. Si divide in cinque parti principali:

  1. Forze Terrestri
  2. Marina
  3. Aeronautica
  4. Corpo d’Artiglieria
  5. Forza di Supporto Strategico

Chi controlla l’Esercito Popolare di Liberazione?

A differenza di ciò che si possa credere, non è il Ministro della Difesa ad avere controllo sull’eserito. Secondo il principio del controllo civile dei militari, è il Presidente della Commissione Militare Centrale ad avere ultimo controllo sul PLA. Questo è generalmente il Segretario Generale per Partito Comunista Cinese. Ciò significa che al momento si tratta del buon vecchio Xi Jinping.

La nascita dell’Esercito Popolare di Liberazione

Nella Cina degli anni ’20 del secolo scorso vi era una situazione al dir poco caotica. Dopo migliaia di anni, l’Impero Cinese era finito con la deposizione di Puyi (l’ultimo imperatore) nel 1912. Ciò portò un’incredibile frammentazione del controllo territoriale, entrando in quella che è conosciuta come l’era dei Signori della Guerra.

L’esercito del Kuomintang (Partito Nazionalista Cinese – PNC) iniziò una campagna per combattere i Signori della Guerra e riunificare lo stato cinese. L’URSS si offrì di aiutare nell’impresa, fornendo armi e non solo, alla condizione che il PNC accettasse l’aiuto del neonato Partito Comunista Cinese. Nacque nel 1923 il Primo Fronte Unito.

Tutto andò per il meglio, fino al Massacro di Shanghai avvenuto il 12 aprile 1927. In questa data le frange più estremiste del PNC portarono avanti una vera e propria purga dei comunisti alleati con l’esercito nazionale.

Il primo agosto 1927, sotto la guida di Zhu De, Zhou Enlai ed altri leader, le truppe comunisti si ribellarono al controllo dell’esercito nazionale in quella che è conosciuta come la Rivolta di Nanchang. Questa data viene considerata come la nascita dell’Esercito Popolare di Liberazione, anche se all’epoca era conosciuto come l’Armata Rossa. Questo episodio diede anche il via alla Guerra Civile Cinese.

Le campagne di annientamento e la Lunga Marcia

Dal 1930, il PNC decise di portare avanti le Campagne di Annientamento: cinque campagne volte alla completa distruzione dell’Armata Rossa e del Partito Comunista Cinese.

Il PCC sopravvisse (con costi elevati) a quattro Campagne. La quinta Campagna di Annientamento, dell’ottobre 1934, si concluse con la famosa Lunga Marcia. A discapito di ciò che credono molti, ovvero che la Lunga Marcia fosse una marcia trionfale con cui Mao Zedong ed il Partito Comunista conquistarono la Cina, questa non fu altro che una lunghissima ritirata.

La Lunga Marcia durò 350 giorni e si protrasse per circa 9000 km. Ebbe inizio nel Jiangxi e finì nello Shaanxi, più precisamente nella città di Yan’an. Fu proprio qui che Mao Zedong divenne capo del Partito e Zhou Enlai suo vice.

La Seconda Guerra Sino-Giapponese

Nel 1931, l’incidente di Mukden portò il Giappone ad invadere la Manciuria e a creare lo stato fantoccio del Machukou, a capo del quale venne posto il precedente imperatore cinese: Puyi.

Nel 1937, con l’incidente del ponte di Marco Polo (di cui ho parlato qui) inziò invece la Seconda Guerra Sino-Giapponese. L’episodio più famoso è sicuramente il Massacro (o Stupro) di Nanchino, uno degli eventi per cui i cinesi di oggi odiano ancora i giapponesi. Nel 2010 andai a visitare il memoriale di tale evento diverse volte. Un luogo solenne, che trasmette emozioni forti tanto quanto quelle provate andando a visitare un campo di concentramento.

Nonostante il Generalissimo Chiang Kai-shek, non avesse intenzione di far pace con i Comunisti, venne costretto ad una tregua dopo che un suo sottoposto lo sequestrò in quello che è conosciuto come l’incidente di Xi’an. Così che il 24 dicembre 1936, venne formato il Secondo Fronte Unito.

Chiang Kei-shek decise nuovamente di separarsi dai comunisti nel gennaio 1941, in una decisione che non è mai stata chiara. Infatti preferì combattere su due fronti al posto che restare alleato dei comunisti per combattere il “male comune” dei giapponesi.

Il conflitto Sino-Giapponese si concluse nel settembre 1945, con la resa del Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Tant’è che in Cina si festeggia non tanto la fine della Guerra Mondiale ma la Sconfitta del Giappone.

Fine della Guerra Civile

Infatti la guerra in Cina non si era ancora conclusa. Dopo il ritiro del Giappone, dovettero trascorrere altri quattro anni di guerra civile prima che il Kuomintang fosse sconfitto e Mao potesse dichiarare la fondazione della Repubblica Popolare Cinese il primo ottobre 1949 da Piazza Tian’anmen. I maggiori esponenti del Partito Nazionalista Cinese si rifugiarono quindi a Taiwan, portandosi appresso molti dei tesori nazionali cinesi.

E questa è, in brevissimo, la storia di come Cina e Taiwan siano ora seprate. Di come sia nato il PLA e come Mao Zedong ed il Partito Comunista Cinese siano arrivati al potere.

Sapevi di questo anniversario? Avevi idea di cosa stesse succedendo in Cina in quegli anni? Hai delle domande? Faccelo sapere nei commenti.