Ebbene sì, mi sono licenziato e a fine mese lascerò definitivamente la logistica.

E’ un po’ che penso a fare questo “grande passo” ma fino ad ora sono sempre rimasto in bilico. Da un lato c’era la sicurezza dello stipendio, della conoscenza del lavoro, il rispetto che ho e che provo per i colleghi. Dall’altro la possibilità, le nuove sfide, tante cose da imparare.

Alla fine, questo “grande passo” l’ho fatto e mi sono licenziato.

Preludio

Prima è stata la volta di convincere mia moglie del fatto che avevo bisogno di un cambiamento.

Poi mentre ero in Italia durante la guoqingjie, ho spiegato le ragioni ai genitori. All’inizio papà ha storto il naso. “Stai attento. Pensa al tuo futuro. Ci hai pensato abbastanza? etc etc”.

Ma se c’è una cosa che i miei genitori mi hanno sempre insegnato è che questa è la mia vita, e le decisioni sono in mano mia. Loro possono aiutarmi a considerare alcuni aspetti delle varie situazioni ma se fossero anche completamente contrari alle mie idee, non posso certo vivere la vita che dicono loro.

[ctt template=”5″ link=”SMmva” via=”yes” ]Questa è la mia vita, e le decisioni sono in mano mia [/ctt]

In ogni caso, il giorno dopo papà si è svegliato e mi ha detto: ho pensato a quello che hai detto ieri. Mi hai convinto che sia la scelta giusta.

晴天霹雳 Un fulmine a ciel (quasi) sereno

Inizialmente volevo aspettare inizio novembre per dare notizia del mio imminente licenziamento. Più che altro la tempistica era dettata da un imminente viaggio di un collega, che avrei dovuto accompagnare a Shenyang, Dalian, Qingdao e Tianjin. Poi ho pensato che preferisco essere persona onesta e corretta e non “scroccare” viaggi facendo pesare costi non necessari all’azienda. Se l’azienda l’avesse ritenuto necessario, sarei andato in viaggio volentieri; altrimenti sarei rimasto a Beijing altrettanto volentieri.

Così lo stesso giorno che sono rientrato in ufficio dopo la guoqingjie, mi son messo davanti al telefono, ho fatto un respiro profondo ed ho iniziato a chiamare i tre colleghi che dovevano ricevere per primi questa notizia.

Mia mamma aveva detto: “hai idea di che terremoto scatenerai?”

Come ho dato le dimissioni

In pratica fra telefoni occupati e attese, ho passato tutta la giornata davanti al telefono. Non c’è un modo facile per dire certe cose e non sono tipo a cui piace girarci intorno, quindi alla mia dichiarazione “ti telefono per dirti che me ne andrò prima di fine anno” ci son state reazioni differenti. Chi è rimasto in silenzio e chi mi ha chiesto “e me lo dici così?”. Ma la risposta che più ho apprezzato è stata “nel nostro lavoro è la squadra che fa la forza, andandotene te viene a mancare un pezzo importante del nostro team”.

Ho sempre detto che, nonostante fossi all’estero, avrei voluto lavorare per un’azienda italiana. Al tempo stesso, non avrei mai cambiato lavoro per andare da un competitor, perché ritengo inutile passare dal primo e più importante spedizioniere italiano per andare da uno più piccolo.

In ogni caso, ognuno con parole sue mi ha augurato il meglio per la mia prossima avventura, sapendo che sono una brava persona ed un lavoratore attento ed impegnato, e che qualunque fosse la mia strada avrei raggiunto il successo.

Per questo motivo, anche da dimissionario sto facendo il possibile per fare un buon lavoro nel passaggio delle consegne ai miei colleghi, e metterli in condizione di avere tutte le informazioni per portare avanti le trattative con ogni cliente nel modo migliore.

Perché mi sono licenziato?

Andarsene perché sul lavoro ci sono dei problemi può essere la motivazione più comune, ma per me non è stata la principale. Ovviamente ogni lavoro ha i suoi problemi, ogni compagnia ha le sue magagne e gli aspetti o le politiche che non approvi. Credere che il prossimo posto di lavoro sia senza problemi, è una chimera ed un pensiero estremamente naive.

[ctt template=”5″ link=”O8A0f” via=”yes” ]Me ne vado non per sfuggire ai problemi presenti, ma per rincorrere le opportunità future. [/ctt]

Opportunità che bisogna saper cogliere quando ci si presentano.

Oramai, dopo quattro anni nello stesso settore, mi sento di aver imparato la maggior parte di ciò che potevo imparare. Il lavoro non è privo di soddisfazioni, ma sono un forte sostenitore del concetto di continuous learning, ovvero che per tutta la vita dobbiamo imparare cose nuove. Questo è il principale motivo per cui ho deciso di abbandonare la logistica una volta per tutte e passare in un settore completamente differente.

Ringraziamenti

Questa azienda mi ha dato molto nei quattro anni che ho lavorato qui e per questo le sarò sempre riconoscente. Sono entrato in azienda che ero un “pulcino” inerme e impaurito, mentre ora ho sulle spalle esperienze incredibili ed un bagaglio che straripa di conoscenze.

Nella fattispecie vorrei ringraziare (in ordine di apparizione): Manuela, Luca, Valeria, Marco, Salvo, Barbara, Mauro, Cristiano, Marta, Clark, Cheng Xi, Jenny, Rodolfo, Alessandro, Andrea, GB e Stefano (spero di non essermi dimenticato nessuno).

E’ stata un’esperienza fantastica, ma è arrivato il momento di dedicarmi alla prossima avventura.

Augurami un in bocca al lupo nei commenti qui sotto!