In occasione della visita del Presidente Mattarella a Pechino si è tenuto il quarto Business Forum Sino-Italiano
Questa settimana è venuto a Pechino il Presidente Mattarella per incontrare il Presidente Xi. In questa occasione si è anche tenuto il quarto business forum Sino-Italiano, a cui ho avuto l’onore di partecipare poiché Tech Silu, di cui sono socio, è stata invitata al forum. I giornalisti tutti, mi sembra si siano sprecati a celebrare l’avvenimento, e così voglio dare un po’ anche la mia opinione, in parte differente da quella che è la massa.
In occasione dell’Incontro per le Delegazioni Italiane, l’On. Ivan Scalfarotto, ha detto una cosa importantissima: “la Cina è in posizione centrale, e il XXI secolo si giocherà sul modo in cui ci si relaziona ad essa”.
[ctt template=”5″ link=”u0CdK” via=”yes” ]la Cina è in posizione centrale, e il XXI secolo si giocherà sul modo in cui ci si relaziona ad essa[/ctt]Non posso trovarmi più d’accordo. La Cina sta già giocando, e lo farà sempre più, un ruolo centrale nella geopolitica contemporanea. Senza contare l’importanza commerciale del gigante asiatico.
Il rapporto Cina – Italia
Mi trovo spesso a dire che “l’Italia è la Cina d’Europa e la Cina è l’Italia d’Asia”. Questo perché nonostante le chiare differenze che la distanza di diecimila chilometri porta con sé. Le culture italiana a e cinese hanno moltissimi punti in comune, e sono molte più vicine di quanto si possa pensare.
Per questo motivo dovrebbe risultare molto più facile all’Italia riuscire a trovare accordi con le controparti cinesi rispetto a, per esempio, Germania, Francia o altri.
Invece il rapporto fra Italia e Cina è, a mio modestissimo avviso, rimasto sempre al di sotto delle sue potenzialità, in una situazione di indifferente amicizia. Questo l’ho visto cambiare radicalmente da circa un anno a questa parte. É significativo il fatto che il Presidente Xi Jinping, sulla strada per Davos, si sia proprio fermato in Sardegna per incontrare Renzi. Soprattutto in vista del fatto che solo un paio di mesi prima si erano incontrati al G20 di Hangzhou.
É quindi ancora più significativo il fatto che il Presidente Mattarella, non solo è il primo capo di stato straniero a visitare la Cina nel 2017, ma lo fa in un periodo insolito. Infatti siamo proprio fra il Capodanno Cinese dell’anno del gallo, e l’Assemblea Nazionale del Popolo. Questo dimostra ulteriormente il grado di rispetto che la Cina pone nei confronti dell’Italia e come la relazione fra i due paesi si stia evolvendo positivamente.
C’è però ancora tanta strada da fare.
Non solo capi di stato
Ovviamente i rapporti bilaterali fra Italia e Cina non sono portati avanti solo dalle visite dei capi di stato. In questa occasione erano anche presenti, fra gli altri, il ministro degli Esteri Angelino Alfano e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.
Senza peraltro dimentica l’importanza del lavoro costante dell’Ambasciata e dei consolati, che a volte si danno per scontati, è significativo anche ricordare come per il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, l’On. Scalfarotto, sia in Cina per la quinta volta in sette mesi. L’ultima volta a gennaio, in occasione del ritiro delle imprese Italiane in Cina a Yanqi lake.
Il Business Forum Italia – Cina 2017
Come dicevo, ho avuto modo di partecipare in prima persona al forum, tenutosi all’interno della Grande Sala del popolo, in piazza Tian’anmen.
Riguardo al forum in sé e per sé devo dire che ho apprezzato enormemente il fatto che venisse approfondito il programma cinese del Made in China 2025, o Internet Plus, One Belt One Road e Road to Fifty, di cui ho trattato più dettagliatamente in questo articolo dedicato ai settori di maggiore interesse per le aziende italiane che guardano al mercato cinese.
Dall’altro lato, mi è tuttavia sembrato che a parte alcune presentazioni, molto mirate ed utili, una gran parte di interventi erano più dedicati all’auto-celebrazione che altro. Questo è un aspetto particolarmente sensibile anche per un blogger come me, poiché spesso ci dedichiamo più a “farci belli” che non a creare valore per i nostri lettori.
Infine, alla fine dell’evento vi sono state le firme degli accordi fra imprese (ed università) italiane e cinesi, per un valore totale di 5 miliardi di Euro.
Conclusioni
Il mio personalissimo parere è che questo tipo di eventi restino fondamentali per lo sviluppo del nostro paese, e soprattutto per il rapporto fra Italia e Cina. Come molto spesso accade, arriviamo un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi che riescono a risultare sempre più uniti, come la Francia, mentre da noi è sempre difficile “fare sistema”. Parlando con alcuni imprenditori presenti è chiaramente emerso come anche loro fatichino a trovare il modo per unirsi ad altre aziende del settore per affrontare insieme il gigante cinese. Questi incontri sono un primo passo, e a mio avviso sarebbe importante che vengano dedicati anche dei veri e propri tavoli di lavoro in cui aziende dello stesso settore possano scambiarsi opinioni e creare sinergie, ma c’è ancora tanta, tanta strada da fare.
In questi giorni ho letto tutti i tipi di commenti, da quelli che “ma questi accordi sono pochi, di basso valore totale, etc etc” a quelli che “siamo bravissimi, il sistema Italia che funziona, siamo i migliori etc etc”. Per inimicarmi tutti quanti, dico che la dobbiamo smettere di lodarci, perché la strada da fare è molto lunga e siamo distanti da ciò che potremmo fare. Dall’altro lato, da qualche parte bisogna pure cominciare e credo che negli ultimi anni siano stati fatti grandi passi nella direzione Cina. Alle volte lentamente, ma nella direzione giusta.
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A parte il discorso principale sugli accordi economici, non vedo la similitudine culturale tra Cina e Italia, anzi spesso mi sembrano agli antipodi. Similitudini superficiali, spesso basate su cose di cui non e’ un bene vantarsi, corruzione, nepotismo, disprezzo perle regole, etc. Ma la base mi pare ben diversa. Infatti non mi sembra che cinesi e italiani si integrino molto tra loro. Poi per carita’ e’ solo la mia impressione.
Rispetto la tua opinione ma non sono d’accordo. Perché è vero che ci sono differenze, ma ci sono anche tante vicinanze. Risulta molto più facile capirsi fra italiani e cinesi che non fra cinesi e tedeschi. Che poi il sub-strato di corruzione, nepotismo etc ci sia, anche se non è bene vantarsi, è comunque parte comune ed anche quella aiuta a trovare accordi, poiché c’è un substrato simile