Dopo aver letto il libro a fumetti di Marco Tabilio: Marco Polo. La via della seta, ho chiesto un’intervista all’autore.
Oggi devo fare un po’ di confessioni… prima di tutto, nonostante sia laureato in Cinese non ho mai avuto l’occasione di leggere il Milione di Marco Polo e Rustichello da Pisa. Recentemente ho avuto occasione di avere per le mani una copia di Marco Polo. La via della seta di Marco Tabilio.
É un libro a fumetti leggero ma avvincente, con alcune tavole bellissime (soprattutto le mappe) ed una storia intrigante. Mi è piaciuto così tanto che una volta iniziato non sono riuscito a smettere fino a che non l’ho finito di leggere. Così che ho pensato sarebbe stato un ottimo regalo da fare a Licia Colò quando sono stato ospite al suo programma di viaggi: il Mondo insieme.
La seconda confessione è che il fratello dell’autore, Riccardo Tabilio, è un mio carissimo amico. Così mi è stato facile entrare in contatto con Marco e chiedergli questa intervista.
1. Ciao Marco, ci parli brevemente di te?
Mi chiamo Marco Tabilio. Sono disegnatore e autore di fumetti. Sono originario del Garda trentino e ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ho vissuto gli scorsi sei anni in Germania, ad Amburgo. Da un paio di mesi sono tornato a stare in Italia ma non escludo di riprendere il volo prima o poi.
2. Quando hai pensato di scrivere Marco Polo. La via della seta e perché?
Ho iniziato a lavorarci nel 2012, quando si era creata la possibilità poi non realizzata di fare una piccola mostra a tema “Marco Polo” con altri autori in un istituto italiano di cultura in Cina. Da lì mi ha preso la passione per il personaggio. Mi sono letto testi sull’argomento e ho cominciato a scrivere e a disegnare in modo un po’ febbrile e senza sapere esattamente dove sarei andato a parare. Il libro è nato così, accumulando pagine una sopra l’altra. Dato che non sapevo dove sarebbe andata esattamente la storia, ho dovuto via via aggiustare il tiro e anche rifare da capo intere sequenze.
Questo modo di lavorare non “classico” non è stato molto pratico né mi ha fatto risparmiare tempo, tutt’altro. Ma mi ha dato la possibilità di conoscere i miei personaggi via via che li scrivevo/disegnavo e ha dato – credo – al libro un po’ il passo di un diario di viaggio, cosa particolarmente calzante visto che si tratta di Marco Polo!
3. Sembra una domanda scontata ma… vuoi condividere con i nostri lettori di cosa parla il tuo Marco Polo?
Marco Polo. La via della seta è una biografia fantastica del viaggiatore veneziano. Racconto i suoi viaggi sulla via della seta e in Cina e contemporaneamente do conto della stesura del Milione, avvenuta storicamente in una prigione genovese in collaborazione con lo scrittore Rustichello da Pisa. A queste linee narrative si aggiungono mappe immaginarie e momenti in cui il fantastico prende il sopravvento.
4. Nonostante sia un fumetto ed una narrazione fantastica del viaggio di Marco Polo, mi è sembrato ci sia un’estensiva ricerca sulla sua vita, mi sbaglio?
La ricerca storica – ho scoperto, mio malgrado – è una fetta importante del lavoro di chi si cimenta con un romanzo storico. A maggior ragione se il romanzo è a fumetti, perché non solo devi andare a vedere cosa c’era (esistevano i pantaloni nel medioevo?) ma anche come era, per poi disegnarlo (come erano fatti i pantaloni?).
A un certo punto però uno deve darsi un freno: troppa ricerca storica rischia di trasformare tutto in un saggio. Mentre l’obiettivo rimane quello di raccontare una storia. E allora ben vengano i tradimenti: raccontare significa proprio tradire in un certo senso. Ad esempio, nel libro c’è una battuta riguardo gli Ottomani che è una leggera forzatura. Infatti all’epoca gli Ottomani non erano ancora apparsi sulla scena storica, ma senza di loro la battuta non funzionava!
Ho avuto sempre presente il proposito di raccontare personaggi attuali e di riempirli di speranze e paure in cui io e i lettori potessero immedesimarsi.
Come mi è già capitato di dire, ho cercato di “riempire i buchi della storia”. Il Milione è in una gran parte un libro piuttosto tecnico. Sembra a tratti una guida di viaggio per chi volesse percorrere la via della seta a quel tempo. Per esempio la vicenda del viaggio di Marco, di suo padre Niccolò e di suo zio Matteo viene riassunta in modo conciso, quasi brusco, nel primo capitolo.
Mi pareva che ci fossero quindi dei momenti di grande potenzialità narrativa non espressa. Per esempio: il fatto che Marco Polo conosce suo padre quando è ormai un adolescente e se lo vede apparire davanti quando questi ritorna dai suoi commerci in Oriente. È un momento intenso e drammatico, ho pensato. Vale la pena di provare a raccontarlo.
5. Curiosità, quanto ci hai messo per completare il fumetto? E quindi mandarlo in stampa e distribuirlo?
Come dicevo il lavoro è iniziato nel 2012. L’anno successivo ho portato una versione “beta” come tesi alla specialistica di Illustrazione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Poi ho messo il libro nel cassetto e l’ho lasciato stagionare, in balia di sentimenti alterni: poca voglia di riprenderlo in mano, qualche volta euforia, soprattutto attesa.
All’inizio del 2015 sono stato segnalato agli ottimi editori di Beccogiallo dall’amico e collega Simone Cortesi, che ha disegnato per loro i bellissimi Enrico Mattei. Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario (scritto da Francesco Niccolini) e Aspettando il vento. Una fiaba verso sud (con Francesco Niccolini e Luigi d’Elia).
Da lì ha preso il via la collaborazione con loro: ho revisionato le pagine già disegnate e ho aggiunto tutto quello che mancava. Guido Ostanel e Federico Zaghis (i due dal “Beccogiallo”) sono stati eccezionali interlocutori e mi hanno lasciato la massima libertà. Nel giugno 2015 è uscito il libro.
6. In tutto questo periodo, hai mai pensato di “mollare”?
Come dicevo, il libro è rimasto ad ammuffire nel cassetto per quasi un anno. Non ho mai pensato di mollare, ma col senno di poi devo dire di non averci creduto molto. Probabilmente avrei potuto ritornarci sopra prima. Anche se a volte uno deve aspettare che la stagione sia matura.
7. Che consiglio daresti ad un fumettista o uno scrittore che voglia pubblicare il suo lavoro in Italia?
Che fare le cose esattamente come uno le ha in testa è un segno di stima – e anche di affetto! – nei confronti del pubblico. Non pensare di dovere adattare le cose perché vengano capite meglio, non cercare soluzioni facili o a effetto. Al contempo non smettere di incuriosirsi e di cercare.
E poi probabilmente bisogna crederci. Io ho avuto anche la fortuna di poterci investire, che non è cosa scontata e a volte è proprio impossibile.
8. Il tuo lavoro come è stato accolto dal pubblico?
Bene, direi. Ho ricevuto parecchi apprezzamenti. Il libro è stato candidato per i premi dei maggiori festival del fumetto italiani del 2015. Inoltre è stato tradotto in francese ed è in preparazione l’edizione statunitense. Insomma sono felicissimo!
9. Cosa stai facendo per promuovere il libro? Ci sono degli eventi dal vivo a cui si può partecipare?
Ho fatto parecchie presentazioni del libro. Spesso con l’aiuto di mio fratello Riccardo Tabilio (che scrive per il teatro ed è musicista) le abbiamo arricchite con musiche e letture. Lui si è preso la briga di scrivere dei brani originali sul tema della via della seta. Le abbiamo accompagnate. Con la sua chitarra e la mia fisarmonica. Ci sono anche alcuni spezzoni che si possono trovare su youtube, come questo.
Non ho fissato date per i prossimi. Ma quando sarà, sarete i primi a saperlo!
10. Progetti per il futuro?
Sempre con mio fratello Riccardo stiamo facendo il prossimo libro a quattro mani. Abbiamo presentato il primo capitolo in anteprima a BilBOlbul 2015 con una piccola mostra. Il libro parla di Bersecchi, un vichingo che si materializza nell’Italia dei moti del 1848 – 49 e si unisce ai rivoluzionari, in un racconto stralunato tra l’epico e il western. Ancora un romanzo storico, ancora si prevede una genesi lunga. Ne avrete notizia nei prossimi mesi.
Ringrazio ancora Marco Tabilio per averci concesso questa intervista. Se invece fossi interessato ad acquistare il libro, puoi farlo direttamente su Amazon:
Ciao Jacopo! Confesso anche io che nonostante i miei studi di cinese, non ho ancora letto il Milione quindi, sono molto felice di scoprire questa chicca a fumetti. Aiuterà ad avvicinarmi al grande classico? Sarebbe interessante unire le forze e tradurlo in Cinese, se l’autore è d’accordo. E perchè no, anche presentare il libro qui in Cina agli studenti di italiano che, come noi sinologi, conoscono tutti la figura di Marco Polo!
Ad ogni modo, bravissimi! Mi appassiono ogni giorno di più al vostro blog!
Come dice Marco nell’intervista, il Milione pare essere quasi una guida di viaggio, quindi lascia molti spazi vuoti nella storia vera e propria di Marco Polo. Così il suo fumetto si muove un po’ nelle crepe e negli anfratti lasciati liberi.
Per la traduzione in Cinese, sarebbe interessante. Chiediamo a Marco cosa ne pensa!
ho visto che la tua copia è a casa e con questo articolo mi hai messo voglia di leggerlo 😉
Io l’ho divorato! Non riuscivo a metterlo giù e l’ho dovuto finire in un colpo solo. Leggilo e poi facci sapere cosa ne pensi!