Un breve resoconto dell’incontro con l’astronauta Samantha Cristoforetti al Centro Italiano di Cultura dell’Ambasciata a Pechino

Martedì scorso un amico mi manda un link via WeChat e mi dice: “clicca ed iscriviti”. Quando ricevo dei messaggi del genere, spesso li lascio perdere, ma conoscendo bene la persona in questione sapevo non si sarebbe trattato di una sorta di pubblicità ma di qualcosa di interessante. Apro il link e trovo un invito per partecipare giovedì sera ad un incontro con l’astronauta Samantha Cristoforetti a Pechino. Tempo 20 secondi ed avevo compilato il form di iscrizione.

Giovedì, arrivo al Centro di Cultura in perfetto orario e la sala è già gremita di gente, così che ci tocca sederci un po’ distanti dal palco.

Dopo qualche minuto entra la nostra astronauta, accolta da un caloroso applauso. Sul palco assieme a lei due rappresentanti dell’ambasciata, tra cui l’addetto scientifico, Plinio Innocenzi. Dopo una breve introduzione / biografia di Crostoferetti, si è lasciato spazio alle domande, un po’ da parte del Professor Innocenzi, un po’ dal pubblico che era composto in gran parte di bambini.

Ho cercato di raccogliere le risposte alle domande più interessanti. Non sono citazioni dirette ma rivisitazionei dai miei appunti, ma penso di aver reso bene l’idea delle sue risposte.

1. Differenze culturali fra astronauti cinesi e stranieri

La prima domanda verte soprattutto sul training della nostra astronauta con i taikonauti (il nome degli astronauti cinese, che viene dal termine cinese 太空 taikong, spazio).

Hanno fatto dei training congiunti, sia in Italia, che in Cina. Cristoforetti ritiene che sia stata una esperienza molto interessante. Nonostante le differenze culturali, ha percepito un grande calore e molta disponibilità ed accoglienza da parte loro.

Forse la differenza principale rispetto agli astronauti stranieri è che i taikonauti sono dedidate al 100%, anche con le loro famiglie. Un sacrificio che in Europa o negli USA sarebbe difficile da pensare o richiedere.

Si vede che la Cina ha un programma spaziale abbastanza giovane, ma hanno una quantità incredibile di risorse e viene gestito molto bene. Così che anche un nuovo test, come l’ammaraggio, è stato organizzato con degli ottimi briefing e de-briefing anche se molte cose sono state aggiustate in corso d’opera.

Nel seguente video, a partire dal minuto 7:20 possiamo vedere l’intervista a Critosforetti a seguito dell’addestramento (in cinese)

2. La parola ai bambini

Le prime domande dal pubblico sono state fatte dai bambini presenti in sala, con tante curiosità riguardo gli alieni: “ma tu hai mai visto un alieno?” e simili.
Un punto sollevato da un bambino ha scaturito una risposta molto interessante, un aspetto a cui non avevo mai pensato. Il bimbo infatti, per rispondere al suo compagno di merende, dice che anche i micro-organismi possono essere alienti.
L’astronauta menziona l’esistenza di una branca che definisce protocolli destinati a non contaminare con i nostri batteri il suolo di altri corpi celesti. Questo perché in future missioni (su Luna, Marte o altri) in cui si cercheranno forme di vita microscopiche, si deve evitare che batteri che ci siamo portati dietro con la nostra solo presenza, possano essere scambiati per autoctoni.
Mi immaginavo già la conversazione fra astronauti su Marte
“oh oh ho trovato una colonia di batteri viva e vegeta”
L’altro, tirando su col naso “come scusa? ho appena startnutito e non ho sentito. Che dicevi?”

3. Andare su Marte senza passare dalla luna

Gli USA hanno dichiarato di voler saltare la Luna per andare direttamente su Marte, ma Cristoforetti non è d’accordo e ritiene che sia solo una dichiarazione di facciata, solo sul lato comunication.
Andare su Marte senza un passaggio intermedio non sarebbe plausibile.

4. Ma che ci serve andare sugli altri pianeti?

A parte le grandi domande come: “c’è vita su Marte?” e per vita intendiamo anche quei batteri menzionati prima, o continuare a esplorare come si sia originata la vita, ci sono moltissime cose da poter imparare studiando gli altri pianeti. Uno su tutti è il punto di vista geologico.
Forse più studiando la Luna che non Marte, potremmo capire molto di più sui processi geologici della Terra. Infatti il nostro pianeta è ancora attivo dal punto di vista geolgico, ma la Luna no, è “morta” anche da quell’aspetto. Inoltre, poiché la Luna si è staccata dalla Terra, è un po’ come se fosse una sorta di capsula del tempo geologica.

5. É stato più difficile l’addestramento o il periodo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (SSI)?

Sicuramente l’addestramento. Si dice “train hard, fight easy”, così che l’addestramento sia molto più duro e ti mette in condizione di poter affrontare anche la peggiore situazione che potrebbe presentarsi a bordo della SSI. Situazioni che non si dovrebbero quasi mai presentarsi, così che tu sia pronto per ogni evenienza, ma una volta sulla SSI è molto più facile.
L’addestramento più duro è sicuramente stato quello riguardo le passeggiate spaziali, che purtroppo non ho avuto occasione di fare realmente.
Poi c’è da dire che le tute spaziali sono di dimensione standard, non ci sono le taglie. Per una un po’ piccolina come me, non è facile. É un po’ come fare trekking con degli scarponi troppo grandi.

6. Com’è vivere all’interno della Stazione Spaziale Internazionale? E com’è stata la riabilitazione al rientro sulla terra?

Dalla SSI ho avuto occasione di entrare in contatto con delle radio amatoriali, che organizzano degli eventi per collegarsi con noi. Nonostante la difficoltà ho chiesto di aver l’occasione di poter parlare a due eventi organizzati all’interno di centri di detenzione minorili. Quando spiegavo come vivevo, in entrambe le occasioni c’è stato qualcuno che mi ha detto “beh, vive come noi”.
Nello spazio ti alleni tutti i giorni per un paio d’ore. Così quando sono rientrata sulla terra non avevo perso massa muscolare, ma è più difficile fare alcuni movimenti perché è come se il cervello avesse dimenticato come dare i corretti impulsi.
Perdi completmente il senso del peso degli oggetti, tant’è che durante un evento dopo il mio rientro mi è stata data una matrioska in regalo, e nonostante fosse vuota e molto leggera, tenendola in mano mi sembrava come di reggere una cosa molto più pesante.
Inoltre, il cuore si deve riabituare a pompare il sangue contro la forza di gravità, così che i primi giorni hai i battiti cardiaci molto accelerati, anche 110 senza che tu stia facendo nulla.
L’equilibrio è un altro fattore importante. Al rientro devi fare dei test sulla pedana vibrante per capire se hai ripreso completamente il senso di equilibrio. Nonostante pensavo di non avere problemi, non appena salita sulla pedana, sono crollata a terra, ma dopo un paio di settimane avevo recuperato anche questo.
La cosa peggiore del rientro è avere a che fare con le cose di tutti i giorni. Nello spazio viene dato ad ogni astronauta un programma giornaliero molto fitto e sai sempre cosa devi fare. Sulla Terra non hai niente di pre-orgnazzato, così che vieni colpito dalla complessità della vita vera. Inoltre, se hai un problema non puoi chiamare Huston e chiedergli come risolverlo.

7. non avevi paura a rientrare?

Si, perché c’erano troppi giornalisti che mi aspettavano con troppe domande da farmi.

8. Un bambino chiede se ha visto o lasciato delle impronte sulla Luna

Purtroppo no, oramai non si va sulla Luna dagli anni ’70, nonostante io sia molto molto più vecchia di voi, non sono ancora così vecchia da esserci stata.

9. Altro bambino “Ma se non sei andata sulla luna.. dove sei andata?”

Ilarità generale.
Alla SSI, la Stazione Spaziale Internazionale. L’Italia è molto importante per la SSI, infatti lavoriamo sia con ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) che la NASA.
In futuro parteciperemo con la Cina, nel 2022 potrebbe vedere la luca la prima parte di stazione spaziale cinese costruita dall’Italia.

10. Conclusioni

É stato un incontro incredibilmente interessante, ancora più per il fatto che con altri pochi “eletti” ho avuto anche l’occasione di partecipare alla cena in Ambasciata e continuare lo scambio con Samantha Cristoforetti, la quale sta sudiando il cinese con ottimi risultati e che speriamo di avere presto fra le lettrici di ABCina.
Per concludere, vi lascio con un messaggio che ho scritto su Facebook in occasione di questo evento:
Nulla ispira più i sogni e l’orgoglio di un popolo come la conquista dello Spazio.
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