per motivi di lavoro mi sono avvicinato al mondo dei sordi di Pechino e sto cogliendo ogni occasione per imparare il CSL (Chinese Sign Language o Lingua dei Segni Cinese)

Con Tech Silu, ci stiamo dando da fare per rappresentare imprese innovatinve italiane in Cina ed aiutarle nel loro ingresso in questo mercato. Fra le società nel nostro portfolio, c’è Pedius, la quale ha una APP per smartphone in grado di aiutare chi ha un problema uditivo a fare telefonate.

Per questo motivo, nei mesi passati sono entrato in contatto con fondazioni che si occupano di aiutare bambini sordi, con varie associazioni locali come l’Associazione dei Sordi di Pechino o ancora, grazie all’aiuto dell’Ambasciata, la Beijing Disable Person Federation.

NB: l’immagine di corpertina vuol dire ben altro rispetto a ciò che stai pensando… lo scoprirai leggendo tutto l’articolo (e soprattutto vedendo il video)

Meeting e pranzi

Così, da marzo ad oggi, ho fatto diversi meeting coi rappresentanti di queste organizzazioni e con qualcuno ho anche stretto un rapporto che va oltre quello professionale, soprattutto con Cheng Hai.

Cheng Hai è un signore sulla quarantina che lavora per l’Associazione dei Sordi di Pechino. É sordo solamente da un orecchio e mi sono visto con lui diverse volte, per ricevere consigli su come adattare l’APP di Pedius al mercato cinese e capire meglio il mondo dei sordi di Pechino.

Da luglio, sono all’interno di un piccolo gruppo wechat in cui degli utenti stanno testando la APP e dopo esserci scambiati tantissimi messaggi scritti, ho pensato fosse bello potersi vedere di persona per un pranzo. Così, a fine ottobre, ci siamo trovati tutti insieme per mangiare in un ristorante tradizionale pechinese.

É stata un’esperienza veramente bella. Mi sono sentito catapultato indietro nel tempo, quando ero appena arrivato in Cina e non capivo nulla di quello che i miei commensali stessero discutendo. Ma la Lingua dei Segni, esercita su di me un potere incredibile, mi strega ed affascina, ed ho passato due ore ad ammirare queste mani che si muovevano veloci nell’aria.

La Lingua dei Segni

Da perfetto ignorante in materia pensavo che la Lingua dei Segni fosse molto più internazionale di qualsiasi altra lingua. Credevo che a parte di piccole differenze locali, fosse più o meno uguale in tutto il mondo. Non potevo sbagliarmi di più. Come ogni lingua vera e propria, non solo cambia nei diversi stati, ma ci sono famiglie linguistiche che condividono delle somiglianze più o meno marcate e , attenzione attenzione, ci sono i dialetti.

Questo è stata una vera sorpresa per me, ma mi è stato spiegato che essendo una lingua priva quasi esclusivamente di qualsiasi materiale scritto (certo, ci sono i manuali e la lingua standard, ma chi mai scrive in Lingua dei Segni? nessuno, perché scrivi nella tua lingua), è molto più soggetta a variazioni locali.

Lingua Cinese dei Segni (CSL)

Così, la Lingua Cinese dei Segni, è in realtà suddivisa in una quantità enorme di dialetti locali. Un ragazzo laureato in CSL mi spiegava che nei tre anni di università, solo il primo è dedicato a imparare la Lingua Cinese dei Segni Standard. Gli altri due anni sono invece spesi a migliorare le doti di comprensione e comunicazione con la lingua di “tutti i giorni”. La grande difficoltà è che ciò che è valido per Pechino può non esserlo per Shanghai.

A pranzo, ho avuto la fortuna di parlare con Liu Lina, una ex collega di Cheng Hai, ora in pensione, che ha studiato per anni le differenze regionali ed ha compilato il manuale della Lingua Cinese dei Segni Standard. Così mi ha spiegato come non solo ogni città ha un proprio dialetto, ma anche ognuna delle 56 etnie cinesi abbia sviluppato dei segni differenti.

La più grande differenza stilistica si ha fra nord e sud. Nel nord, mentre si fanno i segni, si muovono anche le labbra per rappresentare meglio la parola. Infatti gran parte di ciò che riuscivo a cogliere durante il pasto, era grazie la lettura del labbiale. Invece, nel sud la faccia resta praticamente senza espressione. Un’altra differenza è nei nomi, mentre nel nord ci si chiama per nome, presentandosi con il segno relativo ad ogni carattere cinese che compone il proprio nome; nel sud ci si riferisce ad una persona specifica con una caratteristica distintiva. Per esempio, se uno ha il naso grosso, verrà chiamato Mr. Nasone; se una è molto alta, sarà Ms Gambalunga etc.

Qualche parola nella Lingua Cinese dei Segni

Ed ecco che, a seguito dei miei vari incontri, ho iniziato ad imparare qualche segno e vorrei metterli “per iscritto” o meglio “per video”. Ecco qui quello che ho imparato fino ad ora:

All’università ci mancò poco che facessi come corso opzionale quello di LIS, Lingua Italiana dei Segni. Per motivi di sovrapposizione con dei corsi obbligatori, non riuscii a prendere parte al corso. Ciononostante, ho conservato la curiosità per questa lingua e sono felicissimo di avere ora la possibilità di imparare qualche parola qui e lì grazie al mio nuovo gruppo di amici.

Incomprensioni

Come in tutte le lingue, possiamo incontrare i “falsi amici”. Come in spagnolo “burro” significa “asino” o “cold” in inglese significa “freddo”,  così anche nel Linguaggio dei Segni ci possono essere somiglianze e differenze sostanziali nel significato. Ho scelto l’esempio più lampante proprio come immagine di copertina: mentre in occidente significa… beh, lo sai, in cinese vuole dire “normale”, “senza nulla di particolare”, “così così”. Ti lascio immaginare l’imbarazzo a tavola mentre me lo stavano spiegando tirandomi dei grandi “diti medi” in faccia! Ahahah