Frequentare l’università in Cina può risultare un’esperienza abbastanza diversa da quella offerta dal sistema italiano da tanti punti di vista.

Le università cinesi sono ormai guardate con rispetto anche all’estero e popolano le classifiche mondiali dei campus. Ma cosa ci si può aspettare da un’università cinese in termini di esperienza quotidiana? Sono campus diversi da quelli italiani? Come funzionano gli esami? Vi racconto un po’ la mia esperienza.

Le strutture

I campus cinesi sono un po’ come immaginiamo i college americani. Sono praticamente piccole cittadine universitarie dotate di tutto il necessario alla vita quotidiana: dormitori, palestre, campi sportivi, giardini immensi, biblioteche monumentali, supermercati, ristoranti e mense.

I dormitori sono di solito interni al campus stesso e permettono, pagando, di vivere direttamente nel campus. Spesso ci sono liste di attesa per le camere e chi prima arriva si accaparra il proprio posto. Le stanze degli stranieri potrebbero essere divise da quelle per gli studenti locali e potrebbero essere differenti per dotazione di servizi.

Di solito sono presenti campi sportivi che persino squadre locali italiane si sognano. Stadi regolamentari con spalti a regola d’arte, attrezzature per ogni tipo di attività ginnica, dal nuoto al badmington, dal ping pong alla pallacanestro.

I posti dove mangiare sono sempre tanti e variegati. Le mense sono molto grandi e offrono cibi di tutti i tipi a prezzi stracciati per gli studenti. Di solito nel rispetto delle comunità musulmane è possibile trovare anche soluzioni halal. Si paga con la propria tessera universitaria direttamente allo stand da cui si vuole acquistare il proprio pasto.

Oltre alle mense di solito i campus ospitano anche minimarket e alcuni ristoranti. Nei dintorni dei campus poi è possibile che ci siano bar dedicati agli stranieri, dove di solito si va a fare casino nei weekend (a Pechino sono famosi i vari Hellen’s e Lakers).

Le biblioteche sono di solito molto più grandi di quelle a cui siamo abituati in Italia. Spesso popolatissime di ragazzi, di cui una buona metà addormentati sui propri posti, danno accesso non solo a libri fisici, ma attraverso il vpn universitario permettono anche di accedere ai vari archivi di pubblicazioni.

Da questo punto di vista ho riscontrato un’ottima organizzazione: le università hanno accesso a moltissimi archivi di pubblicazioni straniere, senza limiti o censure, e spesso anche se l’istituto che si frequenta non ha accesso ad una pubblicazione, è possibile farsela inviare via mail su richiesta da siti come 百链 (non so se in modo propriamente legale).

Alcuni campus, come quelli della Bejing University e della Tsinghua, sono molto belli e curati e per questo vengono persino visti come attrazioni turistiche.

La burocrazia

Come già accennato nell’articolo sulla mia laurea, la burocrazia nelle università cinesi può essere anche più snervante di quella che caratterizza gli istituti italiani, ovviamente perché a tutte le difficoltà si aggiunge anche quella linguistica.

Sia da straniero che da locale si passano spesso ore ed ore a compilare moduli e girare tra sportelli per effettuare le proprie operazioni. Per fare un esempio, il giorno in cui arrivai in università per effettuare la “registrazione di arrivo” (报到) mi rimarrà sempre impresso nella memoria: siamo stati raccolti in una stanza del seminterrato del palazzo dedicato agli studenti internazionali, i professori e i segretari erano disposti su 4 tavoli corrispondenti ai 4 lati della stanza.

Ogni studente doveva seguire tutta la procedura e passare da ogni professore, facendo quindi una fila per ogni operazione (in tutto erano circa 7-8 operazioni con altrettante file). Tutte le operazioni erano dipendenti dall’operazione precedente, quindi saltare una fila voleva dire essere rispediti indietro e ricominciare dalla fila saltata.

Non avere anche solo un documento o un foglietto necessario comportava dover tornare il pomeriggio o il giorno dopo per rifare tutto da capo. Non credo di aver mai visto così tanti studenti bestemmiare all’unisono come in quel giorno. La ciliegina sulla torta era il pagamento della retta: non venivano accettate carte estere, quindi molti sprovveduti come me si presentavano con borse piene di mazzette di contanti che svuotavano sul tavolo del professore addetto al pagamento.

Se ti appresti a frequentare una università cinese, ti consiglio di preparare tutti i documenti in anticipo e presentarti all’arrivo con tutto il necessario. Anche con la migliore preparazione dovrai sicuramente ripetere qualche procedura ma alla fine andrà tutto bene.

I corsi

L’esperienza in un’università in Cina può variare molto a seconda del corso che si decide di frequentare. Frequentare un’università cinese nell’ambito di un progetto di scambio organizzato dalla propria università in Italia, oppure semplicemente registrarsi per un corso di un semestre di cinese vuol dire ritrovarsi in un ambiente molto internazionale ma di avere poco contatto con la realtà dell’università frequentata dai locali.

I corsi di cinese frequentati in Cina espongono ad una quantità di informazioni molto maggiore rispetto a quelli frequentati in Italia: si imparano molti caratteri ogni giorno, gli esercizi sono di solito molti e nel giro di 3 mesi si possono arrivare a studiare tanti caratteri e tante regole quante se ne studiano in 2 o 3 anni di università in Italia.

La vita fuori dalla classe viene a questo punto influenzata molto dal fatto di avere dei compagni di corsi stranieri, la sera si andrà probabilmente a bere tutti insieme in quei bar sopracitati e alla fine l’esperienza risulterà abbastanza isolata dalla vita universitaria dei locali. Il contatto con gli studenti cinesi si potrebbe limitare a quei pochi ragazzi che cercano “language partners” o a qualche persona eccitata all’idea di avere un amico occidentale.

Per i corsi di laurea bisogna anche fare le dovute distinzioni: studiare in inglese pregiudica il contatto con gli studenti cinesi in molti aspetti, è molto più dispendioso dal punto di vista economico e comunque a parte qualche corso integrativo di cinese non permette un’esposizione sufficiente alla lingua.

Studiare in cinese, nelle università che permettono ancora di frequentare gli stessi corsi dei locali, può invece dare la possibilità di capire come funziona l’insegnamento delle materie per i ragazzi cinesi, come funzionano i loro esami, qual’è la mole di studio e lo stile di vita di un nostro collega che nasce e studia dall’altra parte del mondo.

Si scoprono durante i mesi molte differenze con il nostro sistema: gli esami sono prevalentemente scritti, a prescindere che si tratti di facoltà umanistiche o scientifiche; esistono gli esami “aperti” o 开卷 kaijuan, in cui è possibile addirittura utilizzare i libri e i propri appunti per rispondere ai quesiti posti; le presentazioni in PPT la fanno da padrone durante le lezioni; le lezioni sono obbligatorie quasi in tutti i casi, non frequentare vuol dire rinunciare a sostenere l’esame; gli esami non possono essere programmati a propria discrezione, le date sono fisse e bisogna superare gli esami per andare avanti, in alcuni casi si ha la possibilità di fallire 1 volta o sostituire l’esame con un altro, ma non è nulla di simile al sistema italiano in cui ognuno si organizza a proprio piacimento, si può riprovare un esame anche all’infinito e si può portare avanti un corso di laurea anche per 10 anni.

Durante i corsi vengono scelti sempre dei “rappresentanti di classe” che si occupano di fare da tramite tra professori e compagni e che possono ottenere anche un premio in denaro per il proprio lavoro. I premi in denaro sono utilizzati anche per incentivare le performance: il primo della classe potrebbe ricevere dei premi a metà e alla fine dell’anno. Spesso non si tratta nemmeno di cifre irrisorie per uno studente, che possono variare dai 20 ai 150 euro.

Le attività

Le attività universitarie extra curriculari sono molto più importanti in Cina di quanto non lo possano essere da noi. Sia per gli studenti di lingua cinese che per quelli dei corsi di laurea può essere importante partecipare agli eventi organizzati.

Le attività che vanno per la maggiore, soprattutto per gli studenti di lingua, sono le gare di karaoke e le gare di lingua (discorsi o calligrafia).

Chi vince potrebbe non solo aumentare la propria popolarità nel campus, ma anche ottenere premi in denaro o carte acquisti. Nonostante per un occidentale possa risultare un po’ imbarazzante partecipare ad una gara di discorso o karaoke, in realtà cantare o imparare a memoria discorsi è uno dei metodi più semplici per migliorare il proprio livello di cinese soprattutto in fase iniziale.

Ci sono poi anche attività e gruppi per gli studenti dei corsi di laurea, che però spaziano molto di più per argomenti e modalità di partecipazione.

Spero di averti dato un’idea di come sono fatti i campus in Cina. Chiaramente il mio resoconto si basa sulla mia esperienza presso la UIBE di Pechino e sulle testimonianze delle persone a me vicine. Se dovessi avere un’esperienza diversa o qualche dettaglio da aggiungere, parliamone nei commenti!