Attirato dal clima secco e fresco degli altipiani e dai colori dei paesaggi quasi incontaminati ho deciso di spendere le mie ferie estive in una delle regioni cinesi meno conosciute e battute dai turisti stranieri: il Gansu.

Il nome Gansu viene da quello di due distretti, quello di Ganzhou (ora Zhangye) e di Suzhou (ora più noto come Jiuquan) e la sua storia affonda le radici nelle primissime civiltà del neolitico che hanno abitato le terre entro i confini dell’impero cinese.

Gli altipiani in estate garantiscono una temperatura estiva più sopportabile rispetto ai caldi torridi e insostenibili della Cina più densamente abitata, ma in inverno il clima può diventare estremamente freddo e rigido. C’è anche un altro aspetto che rende questa regione particolarmente interessante oggi: è da qui che la Via della Seta permetteva ai cinesi di comunicare con le popolazioni dell’Asia centrale e i numerosi siti che costellano la regione testimoniano l’importanza che la regione ha sempre rivestito. Con la “rinascita” della Via della Seta, anche questa regione sta vivendo una profonda trasformazione.

Due settimane di viaggio intenso non sono bastate per ammirare tutte le meraviglie che questa parte di Cina può vantare, ma credo comunque di aver raccolto abbastanza informazioni ed esperienze da poter consigliare una sorta di tour a chi volesse visitare questa regione a mio parere tra le più belle che la Cina può offrire.

Raggiungere il Gansu

Il modo più semplice di raggiungere il Gansu è prendere un volo per il suo capoluogo Lanzhou. Al momento Lanzhou non è collegata direttamente con alcuna città europea, ma è facilmente raggiungibile via aereo o treno da qualsiasi grande città cinese. Io e la mia famiglia abbiamo raggiunto Lanzhou in aereo da Pechino in sole 2 ore e 30.

L’aeroporto di Lanzhou è a circa 70 km dalla città ma ben collegato. I tassisti non rispettano le tariffe esposte (chiedono circa 100 rmb in più) e consiglio vivamente di prendere l’autobus che con soli 30 rmb porta fino al centro della città.

Lanzhou

La città di Lanzhou, attraversata dal Fiume Giallo che la divide praticamente in due, è viva e impegnata. Nell’ambito del progetto “One Belt One Road” sta ricevendo molti investimenti da parte del governo e questo si può constatare dalla moltitudine di cantieri in corso.

Non offre particolari scenari o punti di interesse, ma può vantare sicuramente ottimo cibo, varietà culturale e infrastrutture decenti.

I Lanzhou Lamian 兰州拉面  (Lánzhōu lāmiàn) famosi in tutta la Cina, in Gansu sono conosciuti semplicemente come niuroumian 牛肉面 (Niúròu miàn), ovvero  ottimi spaghetti in brodo alla carne di manzo.

Per chi è appassionato di cibo la città offre anche uno dei mercati notturni più caratteristici e vivi che abbia visto in Cina: lo 夜市 (Yèshì) che si trova a 正宁路 (Zhèng níng lù)  e vale sicuramente la visita, ma non è per stomaci deboli.

Si possono infatti trovare teste di agnello in bella vista, pietanze a base di interiora e altri cibi che potrebbero dare fastidio ai più sensibili, per me invece è stato un paradiso e consiglio vivamente di provare qualche leccornia locale.

Oltre al mercato, a mio parere solo il lungofiume può essere effettivamente un luogo di interesse, ma la città si presta comunque come “punto base” per visite in altri luoghi della regione, è infatti ben collegata ed economica (es. i taxi partono da 10 rmb).

Da Lanzhou si può facilmente raggiungere Zhangye, ridente cittadina (per gli standard cinesi) di poco più di 2 milioni di abitanti, circondata da meraviglie naturali e artificiali. Il treno ad alta velocità, che attraversa paesaggi impervi quanto variegati, impiega circa 3 ore per arrivare a Zhangye e costa dai 110 ai 180 rmb.

Zhangye

Zhangye si trova a nord di Lanzhou ed è particolarmente famosa per il Parco Geologico Nazionale Danxia 张掖丹霞公园 (Zhāngyē dān xiá gōngyuán). La città non offre molte opportunità di alloggio per stranieri. In Cina infatti gli alberghi devono ottenere delle autorizzazioni particolari per ospitare stranieri e qui solo 2 alberghi possono vantare questo permesso.

Noi abbiamo alloggiato allo 张掖粮贸宾馆 (Zhāngyē liáng mào bīnguǎn), che offre camere pulite a prezzi ragionevoli, oltre a organizzare tour per i turisti che alloggiano presso la struttura.

Signore ballano davanti ad una banca

Qui non abbiamo usufruito dei tour organizzati ma abbiamo semplicemente “assoldato” un tassista qualsiasi per raggiungere i posti più importanti.

Con i tassisti locali è molto semplice accordarsi per essere portati ovunque a prezzi decisamente modici: in due giorni abbiamo visitato 3 luoghi, ognuno distante almeno 30-40 km dal centro città, per soli 800 rmb totali.

L’unico problema relativo è che in questa città è molto difficile farsi capire se non si parla cinese, quindi bisogna almeno dotarsi di qualche strumento per comunicare con i locali.

Ma vado al dunque: il primo giorno abbiamo visitato il Parco Danxia, anche conosciuto come Parco delle Montagne Colorate. Nonostante fossi convinto che il Parco non avrebbe retto il confronto con le foto modificate che si trovano online, una volta ammirate le meraviglie che la natura ha creato in questo fazzoletto di terra, mi sono dovuto ricredere.

Montagne colorate

Il Parco è meraviglioso e merita sicuramente la visita. Con meno di 100 rmb è possibile accedere e usufruire dei Bus che trasportano attraverso le varie piattaforme panoramiche. L’esperienza è un crescendo di emozioni: dalle prime montagne lievemente colorate si passa a piattaforme che permettono di godere viste mozzafiato che mi sono rimaste nel cuore.

Il Parco offre anche la possibilità di prendere l’elicottero, la mongolfiera o sorvolare le montagne con il paramotore, con prezzi molto ragionevoli.

La visita richiede dalle 3 alle 4 ore per di godersi a pieno il panorama, dista circa 45 minuti dalla città di Zhangye ed è attrezzato in maniera impeccabile.

Il giorno successivo abbiamo optato per due mete, intervallate da un pranzo e cambio ripassando da Zhangye: il Matisi (Tempio dello zoccolo di cavallo) e il Canyon del lago Pingshan.

Per il Matisi 马蹄寺 (Mǎtí sì) richiede un’ora di viaggio per essere raggiunto e trovandosi ad un’altezza superiore rispetto a Zhangye si consiglia di coprirsi un po’ per visitarlo. Si tratta di una serie di templi incastonati e scavati nella roccia della montagna, di cui i più antichi risalgono anche a 1600 anni fa.

Monaco al tempio Matisi

I templi si raggiungono attraversando un piccolo viale costellato da negozietti di souvenir e creano un ambiente unico, circondato da panorami che riescono a trasmettere pace e serenità ai visitatori.

E’ sconsigliata la visita dopo le giornate piovose poiché a causa delle ripide scalinate il tempio viene chiuso ed è interdetto l’accesso alle grotte.

Dopo Matisi ed una breve sosta, su consiglio del tassista ci siamo diretti al Canyon del Lago Pingshan.

Il viaggio richiede circa 2 ore, non tanto per la distanza, quanto per le condizioni della strada che collegano il Canyon al resto del mondo civile. Bisogna attraversare strade sterrate sotto montagne poco sicure e mantenere un’andatura abbastanza moderata.

Tuttavia durante la strada se si è fortunati si possono incontrare cammelli, asini e altri animali, oltre a poter ammirare paesaggi bellissimi.

Il Parco del Gran Canyon di Pingshan è stato aperto solo 2 anni fa, evidentemente qualcuno ha pensato che fosse meglio aprire prima il parco e poi collegarlo al mondo.

Con 130 rmb si accede e si può usare il bus per raggiungere il percorso. Per visitare questo parco bisogna fare molta attenzione: chi soffre di vertigini dovrebbe assolutamente evitare di avventurarsi nel sentiero, non ci sono guide se non all’inizio del percorso, le scale, sia in salita che in discesa, sono molte e richiedono molta fatica e l’unico modo di comunicare con il resto del mondo è la wifi del parco (i cellulari non prendono).

La fatica però viene premiata da uno scenario spettacolare. Il Parco è ancora poco battuto e quindi lo si può godere al 100% e senza disturbi.

(Foto di Giuseppe Magistrale)