Come promesso, la seconda parte del resoconto del mio viaggio in Gansu!
Tempio Bingling, Diga Liujia e Taijidao
Ritornati a Lanzhou siamo subito ripartiti, assoldando un altro tassista, per visitare in giornata il Tempio Bingling.
Si tratta di un complesso di grotte formate da 34 nicchie e circa 700 statue scavate nella roccia. Realizzato in varie riprese a partire dal 400, può ricordare altri siti simili che si trovano in tutta la Cina, per esempio a Datong.
Il sito si trova nella contea di Yongjing, prefettura di Linxia, dove vivono principalmente minoranze etniche, tra cui gli Hui (minoranza mussulmana) e gli Zang (minoranza tibetana).
Arrivando al tempio si può ammirare sia la grande Diga di Liujia, costruita nel ’74 e ancora oggi una delle centrali idroelettriche più importante del Paese, sia la Gola di Liujia. La gola è particolarmente spettacolare perché è caratterizzata dall’incontro di due correnti: quella del fiume Tao e quella del fiume Giallo.
Paradossalmente in questo punto il fiume Giallo presenta un’acqua trasparente, mentre il Tao è molto fangoso. Le due correnti si incontrano ma non si mischiano, realizzando una curiosa varietà di colori ed effetti.
Poco lontano dal sito delle grotte del tempio Bingling si trova il parco dell’Isola Taiji. Qui è possibile attraversare il parco in bicicletta, fiancheggiando per chilometri il Fiume Giallo, ammirare cormorani e anatre, fare una gita in barca con pochi yuan.
Se non fosse per l’autostrada costruita nel bel mezzo del Parco, sarebbe un paesaggio veramente incantevole. Raggiungere tutti questi luoghi ci è costato solo 500 rmb di taxi e ha richiesto una giornata intera di macchina, compreso il ritorno a Lanzhou.
Monastero di Labrang
Andando verso sud-ovest si trova il Monastero Tibetano di Labrang. E’ il monastero tibetano più importante al di fuori della provincia del Tibet e tra i sei monasteri tibetani principali è quello costruito più tardi (1709).
Si raggiunge in 3 ore e mezza di macchina da Lanzhou, la strada è piuttosto moderna, ad eccezione dell’ultimo tratto per arrivare alla contea di Xiahe, nella regione autonoma tibetana di Gannan, dove le montagne che la strada costeggia franano spesso.
Evitando massi, yak e cavalli si arriva a Xiahe, dove già si respira l’atmosfera creata dalla comunità tibetana locale.
Le visite al monastero sono guidate e ad orari fissi, alle 10 e alle 12 è possibile visitare il monastero con una guida che parla solo cinese, mentre alle 15 si può usufruire della guida che parla inglese.
Il monastero è di una grandezza impressionante, è composto da centinaia di edifici, ospita migliaia di monaci, accoglie altrettati pellegrini e turisti.
Oltre ad essere un monastero è anche un’università, dove gli adepti rimangono a studiare per anni discipline tra cui la medicina tibetana, la calligrafia, la musica, la matematica e la letteratura. Questo li accompagna nel loro percorso verso la vita da monaci a tutti gli effetti.
Alcune sale sono solo devozione e accolgono enormi statue dei Buddha, mentre altre fungono da vere e proprie “classi”, ma non assomigliano affatto a nessuna camera delle strutture scolastiche a cui siamo abituati.
I monaci del luogo non amano essere fotografati o osservati mentre compiono i loro gesti quotidiani, comprese preghiere e meditazioni.
Per soli 40 rmb si può visitare alcune sale del monastero, all’interno delle quali però non sono consentite foto e bisogna tenere un tono della voce piuttosto basso.
A Labrang, nei locali antistanti il monastero si può assaggiare dell’ottimo yoghurt di yak locale, condito con miele artigianale, té salato con burro di yak e altre delizie del luogo che non vi lasceranno affatto delusi.
Dopo il tempio di Labrang il nostro viaggio è giunto al termine, nonostante sappiamo di aver trascurato alcune parti fondamentali del Gansu.
A nord si trovani infatti le aree di Dunhuang, il corridoio Hexi e Jiayuguan, che sicuramente valgono un’altra settimana di viaggio.
Il Gansu in ogni caso mi ha regalato emozioni incomparabili e spero di aver trasmesso attraverso questo racconto e le foto di Giuseppe Magistrale la voglia di andare a visitare questa magnifica regione.
Una versione adattata e rivista di questo articolo è apparsa anche nel mensile cartaceo “Cina in Italia” di Novembre 2017.