Università Cinesi

Sempre più stranieri cercano in Cina occasioni di lavoro e fra le professioni da loro svolte c’è anche quella del docente universitario. La maggior parte degli stranieri impegnati nell’insegnamento universitario in Cina tiene corsi per l’apprendimento di lingue straniere. Per i cinesi lo studio delle lingue è un impegno importante, ed inizia fin dalla più tenera età. Studiare lingue straniere all’interno dei vari corsi di laurea non solo arricchisce l’offerta formativa, ma è importante anche per l’internazionalizzazione delle università. Ottenere un buon livello linguistico permette agli studenti di partecipare a programmi di scambio con università straniere, e permette alle università cinesi di invitare professori stranieri a tenere lezioni in inglese.

Oltre ai docenti di lingue straniere ci sono poi i docenti che si occupano degli altri campi del sapere, quindi professori di diritto, ingegneria, design, chimica, biologia, informatica, fisica, economia, filosofia e via discorrendo. La loro posizione burocratica all’interno dell’ateneo cinese può variare di caso in caso. Molti arrivano tramite programmi di reclutamento di talenti stranieri, altri rispondono a call, e altri ancora arrivano tramite contatti personali. La categoria più comune è quella dei visiting professor, o adjunct professor, figure non completamente inserite nell’amministrazione cinese e quindi soggette ad un regime speciale per quanto riguarda i diritti e doveri contrattuali.

Ulteriori distinzioni si devono fare in riferimento all’università cinese. Queste infatti possono essere pubbliche, e quindi direttamente alle dipendenze del ministero dell’istruzione nazionale, possono essere locali, e quindi fanno riferimento alle istituzioni di governo locali, oppure possono essere private, senza alcun collegamento con il governo, il quale si limita a rilasciare un nulla osta. Lavorare per una università piuttosto che per un’altra incide sulle possibilità di accesso ai fondi pubblici per il finanziamento della ricerca, al ruolo del docente all’interno della società, nonché alla possibilità di partecipare a tutte quelle iniziative promosse dal governo centrale.

Dopo queste considerazioni legate al ruolo accademico del singolo docente, bisogna considerare in concreto l’attività d’insegnamento. Ci sono docenti che insegnano in lingua straniera, per la maggior parte dei casi si tratta della lingua inglese, e poi ci sono docenti che insegnano in lingua cinese. I destinatari, ovvero gli studenti, possono essere cinesi, oppure stranieri. In questo secondo caso gli studenti stranieri studiano in Cina per vari motivi, o perché svolgono attività di scambio presso università cinesi, oppure perché sono iscritti presso università cinesi private o presso università straniere con campus in Cina.

Come diventare docente in Cina

La conoscenza della lingua cinese per un docente straniero è il primo passo per avere un’esperienza profonda del mondo accademico in cui lavora. Poi bisogna essere in grado di interagire, di capire le usanze e i valori su cui si fondano le relazioni e le collaborazioni scientifiche. In questo modo si riesce a creare una rete di relazioni, una famiglia accademica, con ruoli ben determinati. Ogni nono giorno del nono mese del calendario lunare si celebra ancora oggi a Xiamen il tradizionale rito sul rapporto tra maestro e discepolo. Recita il rito: “一日为师,终生为父。是的,即入师门,当将师父师母视作自己的父母。孝之,敬之”. Maestro per un giorno e padre per una vita! Quando si varca la “porta” del maestro, e si entra così a far parte del suo gruppo, automaticamente il maestro e sua moglie diventano i propri genitori, shifu e shimu, cui si deve pietà filiale e rispetto. Anch’io ho in Cina i miei maestri, e quando mi relaziono con loro lo faccio rispettando determinate etichette, che dimostrano la mia comprensione della cultura cinese ed il tipo di ideale cui tendo. Questo, in base al principio della reciprocità cinese, 恕 (ideogramma composto da 如心, “come il proprio cuore”), mi rende meritevole del medesimo trattamento. Così facendo la comunicazione diventa molto più intensa e si riesce a vivere la tradizione cinese. Non tutti i professori cinesi seguono queste antiche usanze, ispirate ai classici tradizionali che pongono la conoscenza alla base della rettificazione del proprio cuore e della coltivazione personale. Trovare professori che vivono secondo la tradizione è una rarità, ma non è un’impresa impossibile, anche se la maggior parte di loro si è formata in occidente e vive secondo abitudini “moderne”.

Per uno straniero che insegna in cinese in Cina diventa fondamentale entrare nella “porta” giusta, crearsi una rete di collaborazioni e di dialogo, questo è più importante che lavorare in una sede prestigiosa ma essere isolato. Così è possibile entrare in contatto con gli intellettuali cinesi (alcuni di loro nati prima della Repubblica popolare cinese) che fanno da consulenti per il governo, o che in qualche modo indirizzano le tendenze sociali.

Avere una rete forte, ed essere indipendente all’interno della rete stessa per qualità e abilità personali, sarebbe la condizione ideale di lavoro. Spesso si corre il rischio che la propria rete di collaborazioni diventi anche una sorta di gabbia.

In questo aspetto della società cinese, ovvero il ruolo del professore universitario, forse più che altrove, è possibile rivedere l’idea tradizionale della collettività, della rete, del guanxi, del maestro come un padre e dei compagni di studio come dei fratelli e sorelle. Alunni, divenuti professionisti di successo, periodicamente fanno visita al proprio padre/maestro, offrono doni e si raccontano, oppure fanno donazioni per sostenere progetti di ricerca ecc.

Insegnare in Cina in determinate condizioni è qualcosa di più del semplice passaggio d’informazioni e può diventare una straordinaria esperienza di vita.

Ivan Cardillo professore Diritto CineseIvan Cardillo, giurista e sinologo, insegna diritto comparato, comparazione tra la cultura giuridica occidentale e quella cinese, diritto e cinema presso la Zhongnan University of Economics and Law, in cinese a studenti cinesi, è anche socio dell’Associazione degli accademici italiani in Cina, nonché fondatore ed editore del progetto
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