È tanto che non scrivo sul blog, tra il lavoro, la famiglia e altri progetti targati ABCina, non è facile riuscire a scrivere anche un articolo a settimana. Fortunatamente c’è Antonio che riesce a sopperire, ma oggi ho deciso che devo prendermi il tempo per scrivere un articolo riguardo il film che ho visto ieri sera: Wandering Earth o, in cinese 流浪地球 Liúlàng dìqiú.

Premesse:

  1. È quasi un anno che non riesco ad andare al cinema con mia moglie perché con un bimbo piccolo non è facile. L’ultima volta che siamo andati al cinema era per vedere Blade Runner 2049 ad aprile. Potrei aprire un capitolo a parte pure su quel film, direi di restare su Wandering Earth.
  2. Cogliendo l’occasione di essere a Nanning per il Capodanno Cinese, abbiamo lasciato il piccolo nelle mani dei nonni per tre sere di fila e per tre sere di fila siamo andati al cinema per vedere: Escape Room, Crazy Alien, Wandering Earth.
  3. Come si capisce dal fatto che l’ultima volta al cinema avevo visto Blade Runner, sono un patito di fantascienza. Proprio stamattina ho finito di leggere il libro Endurance, scritto dall’astronauta americano Scott Kelly, in cui racconta il suo anno di vita sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
  4. Per motivi di lavoro sono in contatto con diverse società nel settore aerospaziale, sia in Europa che in Cina, e ho avuto l’onore di cenare con l’astronauta Samantha Cristoforetti (che è stata sulla ISS anche con Kelly)
  5. Consultando le informazioni online, il voto dato dagli spettatori era un incredibile 9.2 , non potevo far altro che andare al cinema e vedermelo in 3D.

Non ero sicuro di voler vedere Wandering Earth

Nonostante tutte queste premesse, non ero sicuro si voler andare a veder questo film perché avevo paura che fosse un susseguirsi di pericoli volti a tenere alta l’attenzione dello spettatore, mentre non ci sarebbe stata nessun vero sviluppo della storia.

Però poi diverse persone del settore aerospaziale nel mio gruppo di amici di WeChat, postavano foto e commenti entusiasti riguardo Wandering Earth. Al tempo stesso, un amico di Huanzi ci dice che non solo ha già visto Wandering Earth e di aver letto il libro The Wandering Earth di LIU Cixin, da cui è stato tratto, ma addirittura gli è piaciuto così tanto che sarebbe venuto con noi al cinema a rivederlo. 

L’unico film che ho visto due volte al cinema nel giro di una settimana è stato The Minority Report, tratto da un racconto di Philipp Dick. Insomma, stiamo parlando di fantascienza di un certo livello. Mi son lasciato convincere ed abbiamo comprato tre biglietti, ma poiché era troppo presto, abbiamo prima fatto un giro di 15 minuti in uno dei mini-KTV automatici che sono apparsi in giro per tutta la Cina, anche all’entrata dei cinema. 

Wandering Earth: la trama

Sono entrato in sala senza aver la più pallida idea di cosa fosse la trama del film. Pensavo che fosse qualcosa in stile Walli-e, ovvero che a causa delle pressioni ambientali esercitate dall’uomo sull’ecosistema terrestre, la Terra è resa inabitabile e l’umanità deve costruire una navicella enorme che agisca da Arca spaziale.

C’ero quasi, in realtà il pericolo viene dal Sole che si espande e ingoierà l’intero Sistema Solare. Invece la navicella è troppo piccola ed agisce come una sorta di scout apripista. In realtà la vera arca è la Terra stessa, su cui vengono costruiti non so quante migliaia di reattori al plasma che bloccano la rotazione terrestre e la spingono fuori dal sistema solare. 

Ora, a parte l’assurdità della fisica che c’è dietro a questa idea, la premessa mi sembrava interessante anche se già mi faceva partire con qualche dubbio in più riguardo il film.

I personaggi principali sono quattro: il padre, il figlio, lo spirito sant… ah no, il nonno e la sorellina adottiva.

Il padre è un astronauta cinese che si trova sulla stazione spaziale e ci deve restare per 17 anni, fino a quando la Terra non sarà all’altezza di Giove. Il nonno è un ex militare specializzato nella guida di giganteschi camion che portano rifornimenti ai reattori cinesi. Il figlio è un ribelle incazzato a morte col padre per essere stato abbandonato a 4 anni d’età ed è il protagonista della storia. Mentre la sua sorellina adottiva… non si capisce che cazzo fa per tutto il film se non essere una palla al piede di cui prendersi cura e farle fare un discorso finale trasmesso in diretta mondiale in cui dice una miriade di scontentezze che lei stessa prendeva in giro all’inizio del film: “la speranza è più preziosa di un diamante”. 

Comunque, la storia del film si svolge quando la Terra arriva vicino a Giove e la sua enorme forza di gravità causa tutta una serie di problemi inaspettati, tra cui terremoti e spegnimento di molti reattori. Così il figlio ribelle, la sorellina e il nonno si trovano a compiere un viaggio di N mila miglia per aiutare un gruppo di militari a portare del nuovo propellente al reattore più vicino. 

Il viaggio è un susseguirsi di problemi, gente che muore, ascensori che cadono, gente che congela e chi più ne ha più ne metta. Arrivano al reattore che è rotto in maniera irreparabile, così si dirigono verso un altro, lì altri problemi, altra gente che muore, tutti che scappano, ma dopo il discorso in mondo visione della sorellina, ecco che centinaia di persone fanno inversione a U e tornano al reattore per aiutare quello sparuto gruppo di eroi.

Nel frattempo sulla stazione spaziale, il padre si è rifiutato di andare in ibernazione come da protocollo e resta da solo a combattere contro le decisioni del computer di bordo, una sorta di 2001 Odissea nello Spazio in chiave aggiornata. Battaglia che termina con lui che appicca fuoco al computer usando una bottiglia di vodka e un corto circuito. Ovviamente un incendio a bordo è una delle principali emergenze su aerei o stazioni spaziali, ma sembra che nel futuro non hanno nessun sistema automatico per risolvere il problema. Hanno costruito mille-mila reattori che spostano un intero pianeta, ma guai a te se un ingegnere ha inventato un sistema di sprinkler sulla navicella. 

Conclusione:

Uno dei pochi film durante il quale ho dormito al cinema (l’altro è stato Blade Runner 2049), è stato esattamente come avevo paura che fosse: un disastro dietro l’altro per sopperire al fatto che non ci fosse una storia forte ed interessante a tener legato il tutto.

Al tempo stesso però fotografia ed effetti speciali sono stati molto belli e nonostante non sia uno che si fa facilmente impressionare, devo dare atto al fatto che questa è forse la prima volta che un film Made in China possa utilizzare questo tipo di tecniche su una scala del genere. 

Per questo motivo, e solo perché è il primo del suo genere, gli potrei dare la sufficienza, ma altrimenti non avrebbe neanche raggiunto il livello di Star Wars – L’ultimo Jedi, che per me era già a malapena da 5 decimi.

Però, e qui c’è un però. Ho iniziato il libro The Three-Body Problem di LIU Cixin, e fino ad ora sembra niente male e mi sento di consigliarlo. Come spesso accade, il libro è molto meglio del film.