L’espressione 碰瓷 Pèng cí ha una lunga tradizione, anche se ormai ha a che fare con la porcellana solo metaforicamente.
Un tempo alcuni negozianti sfruttavano la disattenzione dei passanti per riuscire a guadagnare qualcosa in più: la “leggenda” vuole che i negozianti mettessero in esposizione per la strada dei prodotti fragili, in modo che i passanti meno attenti potessero inciamparvi e quindi romperli. I poveri negozianti avrebbero quindi trovato occasione per chiedere una compensazione in moneta.
Da qui l’espressione 碰瓷 Pèng cí, che letteralmente vuol dire “colpire la porcellana”, ma che invece indica appunto le situazioni al limite della truffa in cui ci si trovava a causa di questi “incidenti”.
Oggi, sebbene ci siano ancora negozianti che espongono in strada, l’espressione non ha più nulla a che fare con la porcellana, se non per la fragilità degli “oggetti rotti”.
Il traffico pechinese e delle altre grandi città mette a dura prova le abilità di ogni guidatore, a questo poi si aggiungono dei furbetti che rimangono sul ciglio della strada, aspettando l’occasione per fingere di essere colpiti da una macchina a caso, in modo da poter chiedere una compensazione per i danni subiti.
È questo che Pèng cí indica nel mondo contemporaneo, le truffe assicurative di chi sostanzialmente si “butta” sotto le macchine, in cerca di cospicue somme di denaro da parte dei malcapitati guidatori poco attenti.
La rete è piena di video che mostrano come nelle strade cinesi il fenomeno non sia affatto raro. Spesso in questi video i truffatori fanno anche magrissime figure, scegliendo male il tempo per buttarsi sui veicoli e risultando molto molto ridicoli.
A quanto pare esistono anche gruppi organizzati di persone che cercano fortuna facendosi colpire dalle macchine e rischiando anche di farsi male davvero o di morire. Chi mette in atto queste truffe sistematicamente viene anche chiamato 职业碰瓷者 Zhíyè pèng cí zhě.