Poiché moglie e figlio sono rimasti a casa dei suoceri dopo aver trascorso il capodanno cinese, durante febbraio sono rimasto a casa da solo e ho deciso di godermi questa ritrovata vita da “cane single” organizzando un viaggio a Tianjin per andare a trovare il mio caro amico Huhe. In questo viaggio ho avuto un paio di problemi incontri ravvicinati con i sistemi di riconoscimento facciale sempre più diffusi in Cina, forse a causa della nuova politica sul credito sociale di cui si è tanto parlato.

Tianjin resta a circa 150km da Beijing, distanza facilmente percorribile in 30 minuti grazie al treno ad alta velocità che viaggia a 300 km/h. In pratica, ci impiego meno a fare i 150km tra queste due città, che non i 30 km che separano casa mia alla stazione dei treni. Ma questi sono dettagli.

Preludio: 

Il giorno prima di partire apro C-Trip e prenoto un hotel vicino casa di Huhe. Pago con Alipay e torno a lavorare. Se non fosse che dopo qualche ora mi arriva una telefonata da C-Trip: “mi scusi, abbiamo notato che la sua prenotazione è a nome di uno straniero, e l’hotel che ha scelto non ha la certificazione per ospitare stranieri. Se vuole posso aiutarla a cercare un hotel appropriato”, ringrazio ma declino l’offerta sapendo che Huhe avrebbe trovato una soluzione, infatti non appena gli faccio sapere della situazione mi dice “non ti preoccupare, ci penso io”.

Riconoscimento facciale alla stazione dei treni

Sabato mattina arrivo alla Stazione Sud, cerco il gate giusto e nell’attesa mi siedo a leggere qualche minuto. Finalmente la fila si sta formando di fronte la porta d’accesso al binario e anch’io mi metto in coda, tenendo in mano passaporto e biglietto stampato preventivamente.

Già un paio di settimane prima avevo postato un video su YouTube, che puoi vedere poco sotto, in cui mostravo come la Stazione Ovest di Beijing si fosse attrezzata con sistemi di riconoscimento facciale all’entrata. Però  non sapevo che la stazione Sud, in cui mi trovo in questo momento, li ha posizionati all’accesso ai binari. Purtroppo non riconoscono ancora i passaporti stranieri ma solo le ID card cinesi, così che a mezzo metro dall’entrata, devo spostarmi in tutta fretta dalla fila centrale e andare ad elemosinare un aiuto dall’assistente di turno che mi controlla il biglietto “come si faceva una volta”.

Riconoscimento facciale all’Hotel

Arrivo all’hotel che mi ha consigliato Huhe e mentre mi siedo in lobby le due ragazze alla reception bisbigliano tra loro “老外,laowai, straniero, 老外”. Al che, una prende coraggio e mi chiede se voglio alloggiare lì da loro, rispondo “assolutamente no, sono qui solo perché sto aspettando un amico e fuori fa freddo”, al che si sentono un po’ rassicurate e mi dicono “ah bene, perché qui non possono alloggiare gli stranieri”.

Arriva Huhe, lo saluto e va a fare il checkin della stanza. Mentre lo fa, lo guardo di sottecchi e vedo che ad un certo punto gli richiedono di avvicinarsi ad una macchinetta come quella in stazione, che registra la sua carta d’identità e gli scatta una foto per il riconoscimento biometrico. Al che, la ragazza gli ripete “la camera è solo per lei, vero? perché il laowai non può stare qui da noi, non può neanche salire in ascensore”, al che Huhe risponde “non si preoccupi, la stanza è per me, con lui devo solo andare a cena”.

Appena usciti dalla lobby, mi da la carta d’accesso alla stanza.

Serata: Cena e KTV

E così andiamo ad una classica cena cinese che inizia alle 18, piena di carne e litri di birra, con uno dei suoi amici che si scola da solo una bottiglia di baijiu. Alle 21 stiamo già andando al KTV, dove continuiamo questa maratona alcolica, unita a canzoni cinesi cantate più o meno bene, grandi giocate di dadi e sigarette fumate in una stanza 4×2… senza finestre.

Come aggirare il riconoscimento facciale all’hotel

Ed ecco che è mezzanotte e la serata sta volgendo al termine, ma con la sua fine inizia invece il mio problema: come entrare in hotel?

Il piano è semplice: due amici di Huhe sarebbero entrati chiedendo informazioni per una stanza, mentre io con sciarpa alzata fino agli occhi e cappello e cappuccio calati, mi sarei finto (ehm ehm) ubriaco e sarei entrato inciampando, sorretto da altri due che mi avrebbero portato direttamente all’ascensore.

Mettiamo in atto il piano e… funziona alla grande. Non appena arrivato in ascensore, mi alzo sereno e saluto i ragazzi che mi hanno così gentilmente accompagnato. Per paura che ci siano telecamere nel corridoio del mio piano, mi dirigo alla stanza ancora con cappello e cappuccio calati, continuando a zig-zagare barcollante.

Missione compiuta.

Il giorno dopo esco dall’hotel di buonora, sempre con sciarpa, cappello e cappuccio che lasciano intravedere a malapena gli occhi. Huhe è in macchina fuori dalla lobby che mi aspetta mentre esco diretto dando la schiena alla reception. Gli consegno la chiave ed entra a fare il checkout.

Finalmente possiamo andare a far colazione a base del piatto tipico di Tianjin: una jianbing croccante.

La settimana dopo sarei andato a Baoding a far incetta di carne d’asino. Se non hai ancora visto il video-racconto di quell’avventura straordinaria, devi andare qui!!