Il 2020 è l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina, un anno che doveva essere la celebrazione degli scambi tra i due Paesi e si è trasformato in qualcosa di diverso.
«L’amicizia e l’inimicizia sono come la musica e il frastuono, che si distinguono a seconda che ci sia o non ci sia armonia; infatti l’essenza dell’amicizia è l’armonia. Con la concordia le cose piccole crescono, con la discordia le cose grandi crollano. La musica conduce alla concordia, mentre il frastuono conduce alla discordia. L’accordo degli amici è come la musica; il disaccordo dei nemici è come il frastuono» Matteo Ricci.
Queste frasi le ho sentite ieri pomeriggio da un’amica, che ringrazio, e mi hanno fatto pensare molto a quello che sta succedendo in Italia in questi giorni. Il 2020 si celebra il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, è l’anno della cultura e del turismo, è un anno importante per i rapporti tra i due Paesi. Non sento musica però, solo frastuono.
È bastata un’emergenza reale in Cina per far abbassare la musica e far alzare il volume del rumore. Sono riemersi i peggiori sentimenti che il popolo italiano serba verso una cultura che conosce poco, o non conosce affatto.
Razzismo, pregiudizi, insulti e banalità sono ormai su tutti i gruppi whatsapp dei nostri cellulari. Gli sforzi di pagine e gruppi di sinologi per informare sono encomiabili, ma non bastano. Le nefandezze che chi ama la Cina deve leggere ogni giorno su media ufficiali (e non) sono troppe. Le lamentele e le paure dei nostri amici e conoscenti superano il limite della decenza.
Le mamme si preoccupano se nelle classi ci sono bambini cinesi, molti scelgono di non andare al ristorante cinese in questi giorni, oppure di rinunciare ai gadget che comprano “dal cinese” del quartiere fino a che non sarà passata questa emergenza. Si sa, per molti italiani i cinesi potrebbero essere infetti in quanto cinesi.
Il nostro governo è stato il primo in Europa a prendere una decisione drastica: sospendere il traffico aereo tra Italia e Cina. Ci sono casi in Francia e Germania da tempo, ma l’Italia è stata la prima a prendere questa misura, durante l’anno della cultura e del turismo Italia Cina.
La Cina e l’Italia hanno molte differenze, ma anche tanto in comune. Molti cinesi ammirano il nostro calcio, invidiano il nostro stile di vita, i nostri ritmi lenti, la nostra moda e la nostra architettura. Pochi italiani appassionati riconoscono la grandezza della Cina in tutti gli aspetti, la maggior parte della gente però parla solo per sentito dire. In Italia si parla di Cina quasi esclusivamente per:
- soldi
- brutte notizie
Non per niente il giudizio dell’italiano medio sui cinesi è quasi sempre negativo. Di solito, in momenti normali, ci si vergogna un po’ ad esprimere il proprio razzismo. In queste occasioni viene tutto fuori, come un fiume in piena, ed è impossibile nasconderlo.
E anche io sento di aver fallito, in parte, nel comunicare a chi mi sta intorno cosa so, cosa vedo, cosa credo di una nazione come la Cina che mi ha dato e continua a darmi tanto. L’amarezza è grande.
Se, in futuro, vorremo davvero costruire un rapporto di amicizia con la Cina, non potremo certo farlo basandoci sul frastuono e sul pregiudizio. Dobbiamo creare armonia, accordo, musica. Se lo diceva Matteo Ricci, possiamo fidarci.
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加油中国! E che si f**tano gli ignoranti razzisti mai come in questi giorni sto vicino ad amici e conoscenti “Della Terra di mezzo”
Concordo pienamente con questo articolo
Sono un padre di un meraviglioso bimbo cinese adottato e mia moglie si è imbattuta in situazioni di pregiudizio causati da ignoranza
Al supermercato una signora appena a visto nostro figlio si è subito allontanata in maniera brusca e indispettita.
Il problema è soprattutto l’ignoranza delle persone accentuata da una cattiva informazione dei media italiani.