Il carognavirus stimola la fantasia dei cinesi annoiati tra le quattro mura della propria stanza, che coniano nuove espressioni traendo ispirazione da vecchi modi di dire.
Durante la presentazione tenutasi presso la facoltà di Studi Orientali della Sapienza di Roma lunedì 2, ho colto l’occasione per sottolineare qualcosa che chi legge regolarmente questa rubrica sa bene: i nuovi modi di dire e le espressioni “virali” della lingua cinese nascono spesso dall’attualità, e in questo periodo è proprio un virus a catalizzare questo fenomeno.
I netizen si sono sbizzarriti nel prendere vecchi modi di dire e cambiarne il significato e l’utilizzo per adattarli alla situazione di emergenza che ha investito il Paese in questo periodo:
别来无恙 Bié lái wúyàng
La scrittura rimane esattamente la stessa in questo caso, ma viene cambiata l’interpretazione dei caratteri:
别 bié può significare sia “separarsi”, che “non” usato come imperativo;
来 lái, può indicare un complemento di tempo (es. 分别以来一直都很好 fēnbié yǐlái yīzhí dōu hěn hǎo), ma solitamente è il verbo “venire”.
Il chengyu originale adotta il primo significato di entrambi i caratteri e potremmo tradurlo maccheronicamente con “da quando ci siamo separati è tutto ok/non è successo nulla di brutto”.
Nella versione carognavirus invece, si usa il secondo significato dei caratteri, quindi diventa: “se non vieni, va tutto bene”. Questo perché nel periodo di restrizioni e controlli dovuti all’epidemia, è meglio evitare i contatti sociali.
大疫灭亲 Dà yì miè qīn
Originariamente “la giustizia deve superare la parentela”, motto che esortava i cittadini a non proteggere i propri cari dalla giustizia. In questo caso cambiando il carattere 义 con 疫 di “malattia”, si ottiene la stessa pronuncia ma con il significato di “metti la malattia prima dei parenti”, cioè cerca di non nascondere parenti o amici malati e di evitare raduni familiari.
罩夕相处 Zhào xī xiāngchǔ
In questo caso il carattere di “mascherina” va a sostituire quello di “mattina”, con la stessa pronuncia, così un’espressione che prima significava “stare insieme dalla mattina alla sera”, ora diventa “andar d’accordo con la mascherina” o “stare sempre insieme alla mascherina” a seconda dell’interpretazione. In ogni caso è un incitamento a utilizzare sempre le protezioni a disposizione per evitare il contagio.
Che fine ha fatto 996?
Tra i nuovi modi di dire più in voga di 2019 e 2020 uno dei più celebri è “996”, il modo sintetico di indicare la grama vita di un colletto bianco cinese che lavora dalle 9 di mattina alle 9 di sera per 6 giorni a settimana e nonostante tutto rimane comunque un Qiou.
Il sentimento che si prova vivendo una quotidianità del genere è espresso perfettamente dalle parole 我太难了, ovvero “è difficile per me”. Studenti e lavoratori oberati da libri, impegni, traffico e caos delle grandi città sono costretti al sacrificio per cercare di condurre una vita dignitosa.
Con l’emergenza sanitaria in corso però la Cina ha dovuto estendere le vacanze e provvedere a lezioni e lavoro da remoto, con “e-learning” e “smart working”. Si avvicina il famoso “gaokao” e ancora non sappiamo come e quando verrà svolto quest’anno, anche se nelle grandi città alcuni stanno già tornando nelle scuole e negli uffici.
C’è chi non vede l’ora che si ristabilisca la normalità, anche se si tratta di tornare ad una vita pesante, la vita del 996 e del 我太难了!
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