Il razzismo e l’eccessivo nazionalismo ironicamente non hanno confini. Se all’inizio dell’epidemia abbiamo assistito ad episodi di razzismo verso i cinesi, adesso sono i cinesi che se la prendono con gli stranieri, in maniera totalmente ingiustificata.

Siamo ormai in regime di distanziamento sociale da molte settimane anche in Italia. Si inizia a vedere qualche miglioramento e speriamo che anche qui, come sta già gradualmente succedendo in Cina, si possa iniziare a rilassare le misure nel giro di un mese.

La ricerca di un nemico

Come molti hanno notato, la presenza di un nemico invisibile ed ignoto, difficile da comprendere e dalla natura ancora poco chiara, ha dato vita a ogni sorta di reazione irrazionale. Tra complotti e assurde tesi però quello che preoccupa davvero è un fenomeno che tutti conosciamo bene, il razzismo.

Nelle fasi iniziali della diffusione del virus, sono stati tutti concordi nell’attribuire la sua origine nella regione dello Hubei, in Cina. Sebbene il Partito e il popolo cinese abbiano cercato in questi anni di dare una percezione diversa del Paese all’estero, ecco che il coronavirus è arrivato a mettere i bastoni tra le ruote.

I cinesi, e anche gli altri asiatici, sono stati subito oggetto di discriminazioni all’estero. Come molti sanno, ormai la presenza cinese all’estero non è più limitata solo a emigrati economici o politici, ma è costituita per gran parte di studenti, lavoratori e cittadini di seconda o terza generazione. Anche durante il mio intervento per CCTV.com alcuni invitati hanno lamentato una forte discriminazione da parte dei cittadini delle nazioni dove si trovavano.

Episodi di razzismo e discriminazione si sono moltiplicati anche in Italia, tanto che se molti commercianti cinesi hanno chiuso le attività per paura del contagio, tanti altri lo hanno dovuto fare per paura di ripercussioni ingiustificate. La retorica anti-cinese si è spinta troppo oltre anche attraverso i principali media, tanto che mi sono sfogato su questo blog anche visto che il 2020 sarebbe stato un anno importante per le relazioni Italia Cina.

C’è da dire che tanti italiani si sono fatti sentire in difesa della comunità cinese ed italo cinese, moltissimi sinologi hanno offerto la loro solidarietà ed il loro aiuto e per fortuna è sembrato che gli episodi di discriminazione siano pian piano diminuiti. Ma si sa, la mamma degli co*lioni è sempre incinta.

Anche per questo negli ultimi giorni mi sono trovato più volte a discutere con amici in chat, cercando di rispondere ad accuse verso le abitudini alimentari dei cinesi.

I cinesi non sono dei santi, e sanno essere anche più razzisti di noi

Mentre il resto del mondo, soprattutto occidentale, combatte con l’esplosione della pandemia, la Cina sta andando gradualmente verso una nuova normalità: la gente torna negli uffici e le strade sono nuovamente trafficate, con le mille accortezze del caso.

Si poteva sperare che, visto quello che hanno dovuto subire alcuni cittadini cinesi all’estero, i cinesi più nazionalisti e ignoranti si astenessero dal riservare un trattamento simile alle altre nazionalità in Cina. Ovviamente era una speranza vana.

Complici alcuni media cinesi, si è subito diffusa la notizia falsa che attribuiva tutti i casi di Covid19 in Cina a persone straniere. Una parte minoritaria dei casi è effettivamente di origine straniera, e il governo ha preso subito misure drastiche, sospendendo i visti e organizzando gli arrivi in modo che chi rientrasse dall’estero rispettasse le misure preventive di quarantena.

In realtà quello che si è capito è che alcuni focolai si sono creati a al confine tra Henan e Hubei, non avevano a che fare con stranieri, che costituiscono una percentuale minima dei nuovi casi di Covid19 in Cina. Anche tra i malati rientrati dall’estero, molti erano cinesi residenti all’estero.

Queste informazioni però non sono bastate per fermare il sentimento nazionalista e razzista di alcuni cinesi che meriterebbero i peggiori insulti. Si sono susseguiti post razzisti sui social e post su WeChat, ora rimosso, ha fatto scalpore. Delle vignette intitolate “Raccolta differenziata degli stranieri” raffigurano persone di pelle bianca o nera, accusate di non aver rispettato le regole, che vengono gettate nella spazzatura. I commenti all’articolo sono quasi più agghiaccianti delle vignette, che potete ammirare qui sotto:

razzismo stranieri in cina
stranieri cina spazzatura razzismo

Ed ecco i commenti di utenti particolarmente svegli:

Fino a che il razzismo si limita a qualche vignetta su internet però non ci preoccupiamo più di tanto, in fondo siamo abituati ai leoni da tastiera. Purtroppo però la paura per lo straniero è ben radicata nel pensiero di alcuni cinesi, che non hanno aspettato oltre per sfogare tutta la propria ignoranza.

Il nostro amico Tom, che spesso ci aiuta a realizzare dei fantastici video è stato letteralmente cacciato da una birreria e ha raccontato la sua esperienza su facebook. Dopo che il proprietario del bar gli aveva vietato l’ingresso, gli è stato detto che avrebbe potuto bere sul marciapiede. Giustamente lui ha risposto: “non sono un cane”, facendo partire l’hashtag #我不是一只狗, in risposta all’hashtag cinese #我不是病毒. Perché appunto, prima o poi siamo tutti vittime di razzismo.

Abbiamo notizia anche di alcuni compound che si sono attrezzati per allontanare gli stranieri dal vicinato, con cartelli ben visibili scritti da qualcuno che, per qualche motivo assolutamente ignoto, ha deciso che i “neri” sono peggio degli altri.

razzismo neri cina

Alcuni stranieri stanno avendo problemi con i proprietari di casa, che li cacciano via con brevissimo preavviso, altri stanno subendo atti meno gravi e più subdoli, come discriminazione nell’ambiente di ufficio. Insomma, sta partendo la caccia alle streghe contro gli stranieri in Cina e tutto ciò va assolutamente fermato in qualche modo.

Spero e confido che nello stesso modo in cui gli italiani hanno difeso i cinesi discriminati, la maggior parte dei cinesi si faccia sentire in difesa degli stranieri in Cina. Perché se Nature scrive un articolo per scusarsi di aver contribuito alla diffusione dello stigma anti cinese, la stessa cosa dalla stampa e dalla comunità cinese tarda a farsi sentire.

Il razzismo è una brutta bestia. Rispondere a discriminazione con ulteriore discriminazione non farà bene a nessuno nel lungo periodo. La maggior parte delle persone che vivono in Cina da expat lo fanno rispettando le regole, apprezzando la cultura cinese e contribuendo fortemente alla sua economia.

Ricordati di condividere l’articolo e di combattere sempre gli episodi di razzismo, per quanto isolati possano essere! Se vedi un articolo o un contenuto razzista su WeChat, non esitare a segnalarlo, basta cliccare sui tre puntini (in alto a destra su iOS) e poi su Segnala, come in figura.