Il documentario indipendente “Leftover Women” è un doloroso e commovente tuffo nella vita di molte donne single non pienamente accettate dalla società cinese tradizionale.

Le prime scene di Leftover women sono come uno schiaffo dritto in faccia, una cruda ma “necessaria” svegliata inflitta a Qiu HauMei sulla sua situazione sentimentale: è vecchia, non è particolarmente bella e ha degli standard troppo alti, in pratica per trovare marito si deve dare molto da fare e non può avere nessuna pretesa.

Qiu HauMei è sempre stata una ragazza in gamba, forse la migliore tra le 5 sorelle nate in famiglia in quanto a risultati raggiunti nella vita. Ha un ottimo lavoro, parla le lingue ed è sempre stata una studente modello. Suo padre avrebbe tanto voluto un maschietto e lei è stata l’ultimo tentativo di realizzare questo desiderio.

Nonostante le aspettative deluse del padre, la famiglia non ha mai smesso di supportarla nel suo percorso personale, formativo e lavorativo, non lesinando pressioni ed invasioni nella sua sfera intima, come da tradizione. Manca ancora un tassello però perché la famiglia si possa ritenere soddisfatta di lei: il matrimonio.

leftover women documentario

Quella di Qiu HauMei è solo una delle storie presentate dagli autori nel documentario. Le telecamere ci portano all’interno delle case di tre ragazze cinesi con età, storie e stili di vita diversi che però sono accomunate dal fatto di essere shèngnǚ, Leftover, “avanzate”.

Nella società cinese contemporanea il problema delle shèngnǚ non è affatto nuovo. Per la tradizione locale, un po’ come per quella di molti altri Paesi, c’è un’età giusta per sposarsi e fare figli.

Ogni volta che un ragazzo o una ragazza single tornano a casa per capodanno i genitori, i cugini e tutti i parenti, sono lì a chiedere se questi abbiano trovato o no qualcuno con cui stare. La questione può diventare anche piuttosto pesante man mano che l’età avanza, tanto che alcune persone preferiscono tornare a casa con impostori pagati per fingersi loro partner.

Se un uomo può aspettare qualche anno in più, una donna non dovrebbe mai superare una certa soglia. Le donne sono anche penalizzate dal fatto di dover teoricamente cercare un uomo con un reddito e un livello di istruzione almeno pari al loro.

Nel documentario si vedono due delle tre ragazze nel tentativo disperato di trovare un fidanzato, tra appuntamenti al buio, eventi di matchmaking e mercati del matrimonio. La terza protagonista si prepara invece a sposarsi e a scoprire se unirsi ad un’altra persona potrà portarle davvero la felicità.

Lo spettatore viene portato ad assistere ai litigi familiari, alle contraddizioni che sorgono quando lo stile di vita contemporaneo delle metropoli cinesi e delle nuove generazioni va in conflitto con le usanze tipiche della famiglia tradizionale cinese.

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In poco più di un’ora le registe Shosh Shlam e Hilla Medalia riescono a offrire un emozionante spaccato della società cinese, con un racconto empatico di quello che soffrono moltissime donne sotto la pressione sociale e familiare. Le scene mettono anche in risalto molti aspetti della vita quotidiana in Cina, senza edulcorazioni tipiche delle produzioni locali.

La pellicola fa parte di una serie di documentari presentata durante il festival di Internazionale a Ferrara e realizzata in collaborazione con CineAgenzia. Quest’anno tutti i documentari presentati nell’ultima edizione del festival sono disponibili in streaming.

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