Identità e ambizioni della nuova Cina
Da sinologo incallito mi trovo sempre a leggere libri riguardo la Cina, ma il più delle volte li trovo noiosi o poco aggiornati. Sono davvero pochi i libri che mi fanno dire: bello, mi è proprio piaciuto. Uno di questi è sicuramente Nella testa del Dragone – Identità e ambizioni della nuova Cina, dell’autrice Giada Messetti ed edito da Mondadori. L’unico altro libro in italiano prima di questo mi aveva fatto lo stesso effetto, era stato Fozza Cina.
Qui 5 libri consigliati sulla Cina da ABCina.
Ora, partiamo dal presupposto che non volevo leggerlo perché invidioso che il nostro libro CDS – Cinese Da Strada non è stato neanche preso in considerazione da Mondadori. Dopo un anno dalla sua pubblicazione la curiosità ha avuto il sopravvento e l’ho finito nell’arco di una settimana. Il che, avendo un lavoro a tempo più che pieno, e due bimbi piccoli, già di per sé è un’impresa non da poco.
Lo stile di scrittura di Giada Messetti
Giada ha uno stile molto scorrevole e avvincente, nonostante gli argomenti non siano sempre facili, riesce a trattarli in modo leggero ma non frivolo. Personalmente mi trovavo incollato alla pagina e non riuscivo a staccarmici. Tra le recensioni su Amazon ho visto che molti si lamentano dei “troppi dati” ma a mio avviso sono quasi pochi. Forse chi avanza tale lamentela pensava fosse un romanzo e non un saggio. Ad ogni modo, non state studiando per un esame, qualche dato ci vuole e anche se non ve lo ricordate, nessuno ve ne chiederà conto.
L’autrice è molto brava a passare da un argomento al successivo, un dettaglio che da lettore e autore reputo molto importante. Non solo riesce a farlo all’interno di uno stesso capitolo ma anche tra un capitolo e l’altro. Si vede chiaramente un filo rosso di collegamento che, passando dalla storia personale del presidente Xi Jinping, arriva fino ai panda.
I contenuti di Nella Testa del Dragone
Nella Testa del Dragone parte forse con un azzardo: la storia di Xi Jinping. Un argomento che da un lato è super interessante e fondamentale per capire la Cina dei giorni nostri e dell’ultimo decennio, ma che dall’altro può spaventare un po’ il lettore che non arriva già preparato sull’argomento Cina. Insomma, una spada a doppio taglio che però l’autrice riesce a gestire con maestria. Da sinologo che vive in Cina dal 2009 e dal 2012 fisso a Pechino, è stato per me il capitolo più interessante. Infatti, nonostante molte cose le sapessi per osmosi vivendo in loco, molte altre mi erano all’oscuro dato che non le avevo mai lette in precedenza.
Inoltre, finalmente qualcuno mi è riuscito a spiegare con chiarezza e semplicità il concetto di Sogno Cinese e come differisce dal Sogno Americano. Un’impresa non facile.
Si continua con i capitoli della Nuova Via della Seta (OBOR o BRI che dir si voglia), spiegando chiaramente la strategia cinese e i motivi che la sottointendono.
Arriviamo poi al capitolo riguardante internet (e la censura) di cui abbiamo parlato su queste pagine già molte volte.
Per continuare con un capitolo riguardante Xiong’an, luogo famosissimo in Cina per essere la Città del Futuro completamente automatizzata, ma che fuori dai confini nazionali non penso abbia ricevuto sufficiente risalto. In questo capitolo in cui si parla di 5G e big data, mi è piaciuto soprattutto il paragone del vecchio modello industriale cinese e quello del nuovo operaio 2.0 :
“il data logger, l’operaio della Nuova Cina addetto alla catalogazione ei dati, colui che sta rapidamente prendendo il posto della manodopera a basso costo nella fabbrica del mondo”
Nella Testa del Dragone, pag 111
Quindi arriviamo al capitolo sul rapporto tra USA e Cina, che a mio avviso poteva essere trattato un po’ più a lungo poiché fondamentale per capire gli equilibri geopolitici dei nostri giorni e del nostro immediato futuro.
Finalmente poi si arriva a parlare delle questioni interne cinesi e del rifiuto totale di ingerenze da parte di potenze straniere. Personalmente avrei spiegato un po’ più a fondo questo concetto, unendolo anche al Mandato Celeste che legittimava il ruolo degli imperatori nella Cina antica. Mi è piaciuto soprattutto l’escursus sulla Panda Diplomacy un aspetto che in passato avevo solamente toccato di striscio. In particolare è stato bello vedere come la Germania stesse per calpestare un merdone colossale a causa dei due pandini nati in cattività nello zoo di Berlino che voleva chiamare Hong e Kong; e di come il Giappone abbia praticamente ucciso di proposito un panda durante gli scontri diplomatici con la Cina su questioni territoriali.
Il libro poi finisce con qualche riga sul Covid, evento mondiale che all’epoca della pubblicazione era solamente agli albori.
Conclusioni
Nella Testa del Dragone mi è piaciuto molto. Penso si trovi ad un incrocio interessante in cui può essere letto da chi è (quasi) a digiuno completo di Cina, sia da chi la vive e studia da anni. Sicuramente molto divulgativo, racconta i fatti senza sperticarsi in previsioni insulse, dato che noi occidentali siamo famosi per far previsioni sulla Cina che puntualente vengono disattese.
La sua pecca più grande è usare eccessivamente il termine Dragone, per indicare la Repubblica Popolare Cinese. A mio avviso è un termine odioso da usare col contagocce ma che nel libro è quasi esclusivo. Capisco che avendo scelto come titolo “Nella testa del Dragone”, sia difficile da evitare, ma resta la cosa più fastidiosa che un sinologo possa fare. Il culmine arriva in un paio di frasi del libro dove appaiono “l’Aquila e il Dragone” ad indicare USA e Cina. Ma insomma, se questa è il problema più grave che ho riscontrato in un libro di 200 pagine, direi che possiamo superarlo senza battere ciglio.
Spero che Nella Testa del Dragone possa riuscire a diffondere l’interesse per la Cina, di cui abbiamo così tanto bisogno in Italia, ed una sua maggiore comprensione da parte delle masse e dei nostri governanti.
Hola ragazzi!
vi ringrazio per l’ottimo spunto di lettura. Io avevo intenzione di comprare il saggio di Clive Hamilton e Mareike Ohlberg ” La mano invsibile. Come il partito comunista cinese sta rimodellando il mondo”. Lo avete letto per caso?
p.s. prometto che per Natale mi regalerò quel capolavoro incompreso che risponde al nome di “Cinese da strada” 😁
Ciao Paolo, non l-ho ancora letto, ma sono alle prese con un altro libro sui rapporti tra Cina e America. Prometto una recensione non appena lo finisco.
Riguardo al fatto che tu non abbia ancora letto il CDS, male, molto male. Aspetteremo Santo Stefano per controllare se hai fatto il bravo bambino e Babbo Natale te lo ha fatto trovare sotto l’albero!
Haha dai che tra i buoni propositi del 2021 mi ero ripromesso di mantenere sempre la parola data! 😛