Lunedì 7 marzo 2022 ho assistito alla presentazione del libro edito da Orientalia presso il Dipartimento di Studi Orientali della Sapienza, in cui sono emersi vari spunti di riflessione interessanti per gli aspiranti sinologi.
A circa due anni dalla presentazione di CDS – Cinese Da Strada nel dipartimento di Studi Orientali, lunedì 7 marzo un altro libro di Orientalia è stato presentato in un’aula gremita di studenti: Studi cinese? – Vademecum per aspiranti sinologi.
Mauro Marescialli, l’autore, è un sinologo che vive in Cina da 30 anni. Ha studiato lingue orientali quando Pleco non esisteva e per usare un dizionario bisognava andare in biblioteca, perché in Italia ne giravano pochissimi. Ha imparato il cinese sia all’Università che sul campo e negli anni ha accumulato esperienza, tanta da riuscire a lavorare nella comunicazione e aiutare aziende a fare marketing in Cina.
Si può immaginare Mauro come un sinologo perfettamente sicuro di sé, ma è proprio sull’insicurezza che pervade anche il sinologo più esperto che si apre la conferenza. Ogni volta che Mauro deve fare una presentazione di lavoro in cinese, nonostante i tanti anni di esperienza, qualche insicurezza lo assale ancora. Sbaglierò i toni? Sbaglierò la pronuncia? Riusciranno a capirmi? Mi giudicheranno?
Sembrano le domande che si fa un aspirante sinologo alle prime armi, invece sono le domande che si fa lui, dopo decenni di conversazioni e presentazioni in cinese.
Perché il cinese non si impara mai, se con imparare si intende un processo che ha un inizio e anche una fine. Come ripetiamo spesso in CDS – Cinese Da Strada, non si può pensare di essere arrivati, ma questo non deve certo fermare la volontà di approfondire.
Vademecum per aspiranti sinologi non solo ripercorre molte delle difficoltà che si possono affrontare durante l’apprendimento del cinese, ma offre anche degli spunti interessanti su come affrontarle. Non fermarsi al primo, al secondo, all’ennesimo ostacolo è fondamentale per riuscire a migliorare l’uso della lingua. Una lingua che come detto durante la presentazione di oggi, ha una storia talmente lunga, talmente tanti parlanti, una cultura alle spalle talmente vasta, che solo pensare di “saperla” vuol dire peccare di tracotanza.
Stiamo parlando di una lingua parlata da millenni, da miliardi di persone, in modi e tempi diversi. Una lingua che attraversa il tempo e lo spazio forse come nessun’altra, come ha sottolineato il Prof. Masini. Se però si riesce ad amare anche le difficoltà, le sfide, persino le frustrazioni, la soddisfazione che ne deriva è enorme. Con la lingua, attraverso il tempo e lo spazio, si può creare maggiore vicinanza con i propri interlocutori cinesi, abbattere le barriere culturali, anche con poche battute dette al momento giusto.
Il libro di Mauro Marescialli continua con una serie di interviste a studenti, professori ed esperti del settore, tra cui si può citare per esempio il celeberrimo David Moser, autore di un articolo scritto negli anni 90 sulle difficoltà del cinese, che circola ancora tanto tra i sinologi. Le interviste presenti nel libro servono anche a sottolineare un’altra cosa: non tutti hanno la stessa esperienza di apprendimento, non tutti superano le difficoltà nello stesso modo.
C’è chi si concentra in particolare su un aspetto della lingua, magari la grammatica, c’è chi frustrato dai toni ne sminuisce l’importanza, cercando di farsi capire attraverso il contesto, c’è chi si intestardisce sui caratteri. Insomma ognuno va avanti come può. Una cosa però è certa, una volta che ci si innamora di questa lingua e questa cultura, ogni mezzo è importante per riuscire a migliorare, poco a poco, passettino dopo passettino.
Tu che difficoltà hai incontrato nell’apprendimento del cinese? Come le hai superate? Cosa ti rende ancora insicuro/a? Scrivilo nei commenti e condividi l’articolo!
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