Tra pecore e cavalli, il covid in Cina verrà ricordato anche per la presenza di tanti animali immaginari.

Gli omofoni nella lingua cinese la fanno da padrone e questo dà a chi parla e chi scrive anche la possibilità di giocare molto con la lingua, come sa bene chi segue assiduamente questa rubrica, o chi ha letto almeno uno dei due volumi di CDS – Cinese Da Strada.

In questo caso il “cavallo verde”, che non è il risultato di un esperimento malriuscito, ha la stessa pronuncia del “codice verde”, o 绿码, che indica l’health code. Sicuramente è più divertente parlare di un cavalluccio verde che di un freddo codice, così l’espressione è diventata di uso comune. Tra l’altro, fino a poco tempo fa, era necessario prendersi cura del proprio cavallo verde, non farlo diventare di altri colori, per assicurarsi perlomeno una semi libertà.

Oggi questo non è più necessario, almeno in molte città e province, visto che le politiche di controllo della pandemia in Cina sono radicalmente cambiate, lasciando a qualcuno il sospetto che si stia passando da un eccesso all’altro. Fatto sta che il codice verde non viene più richiesto per l’accesso a molti esercizi, quindi i netizen e i cittadini in generale possono finalmente dire “addio” al 绿马 e alla paura della “pecora”.

Negli ultimi giorni su Weibo ha spopolato l’hashtag 告别健康码, ovvero “addio al codice della salute”, raggiungendo i 220 milioni di click in poche ore, mentre molte città si apprestano a togliere i cartelli relativi agli health code dai luoghi pubblici per cui era necessario il controllo.