Il festival di Sanremo è finito, possiamo quindi mettere in pausa la musica italiana e dedicarci un po’ a quella cinese, con Stefano di Cinese打包.

Ho conosciuto Stefano ormai qualche mese fa e mi ha subito incuriosito la sua passione per la musica cinese, che esprime attraverso il suo blog e i suoi canali social. Ho deciso quindi di fargli qualche domanda sull’argomento e condividere le risposte con i lettori di ABCina, per andare un po’ oltre le solite idee sul mondo della musica in Cina ed i KTV.

Ciao Stefano, benvenuto su ABCina, presentati un po’ ai nostri lettori:

Ciao ragazzi! Innanzitutto grazie per lo spazio e l’interesse. Sono Stefano ma una manciata di persone mi conosce come Cinese 打包. Ancora meno persone mi conoscono come 高孟福 (Gāo Mèngfú): è il mio nome cinese, accuratamente scelto da un mio caro amico di Shanghai. Mi trovavo lì, infatti, nel lontano 2011 a scrivere la mia tesi triennale su 赵孟頫 Zhao Mengfu (pittore di epoca Yuan) e il mio amico, esasperato dalle mie continue richieste di acquisto di libri sul tema, pensò bene di modificare il nome dell’artista quel tanto che basta per cucirmene addosso uno nuovo: al posto di 赵 Zhao, 高 Gao che in cinese significa alto (si, sono molto alto) e al posto di fǔ 頫 uno a scelta tra Fú 福 (fortuna) e fù 富 (ricchezza). Scelsi il primo, col senno di poi sarebbe stato meglio il secondo.
Attualmente lavoro a Roma per una grande azienda, saltuariamente traduco ma soprattutto faccio playlist di musica cinese.

Come nasce Cinese Dabao e cosa vuoi comunicare:

Cinese Dabao nasce nell’estate del 2020, in quella sospensione di tempo tra le due grandissime ondate di Covid in Italia. Era un momento in cui sentivo la Cina così lontana, quasi irraggiungibile da un punto di vista fisico ma allo stesso tempo così vicina sul piano sentimentale. Ho sentito la necessità di accorciare le distanze tra quella cultura e la nostra che, tra l’altro, in quel momento era preda di un violento rigurgito di sinofobia. Volevo farlo in maniera semplice e diretta utilizzando due cose che conoscevo un po’ meglio delle altre: la lingua cinese (in particolare i chengyu) e la musica. Tuttavia in due anni il progetto è evoluto e sta cambiando forma: chi si affaccia ora sui miei canali vedrà che il focus è ormai quasi tutto sulla musica, in particolare quella ‘indie’ in lingua cinese.

Musica in Cina: analogie, differenze con musica in occidente secondo te. Cosa la rende interessante:

Domanda da un milione di dollari che meriterebbe una lunghissima dissertazione. Scherzi a parte, prima di tutto andrebbe contestualizzato e perimetrato il campo di indagine. Se si parla di Pop music in senso lato non si può prescindere il fatto che in Cina, rispetto a paesi come Stati Uniti ed Inghilterra, essa abbia avuto una genesi estremamente tardiva e, almeno in fase iniziale, derivativa. In musica, gli anni ‘50, ‘60 e buona parte dei ‘70 cinesi sono rimasti come incapsulati, compressi in un genere proprio per poi esplodere in un sol colpo negli anni 90. Avete presente quella cosa che si dice guardando le stelle ovvero che la luce che emanano è luce del passato? Ecco, è un po’ quello che è successo in Cina negli anni ’80: i giovani sono stati investiti da un fiume di musica spesso vecchia di trent’anni che veniva da altre parti del mondo. Il risultato però non è stata una mera copia carbone ma una rielaborazione sui generis di esperienze aliene mixate al gusto e alle tradizioni locali. È da questo incontro che nasce, ad esempio, il rock cinese che io reputo tra le espressioni musicali più interessanti del Novecento a livello globale.

Vista la diversa evoluzione sociale e politica, c’è differenza tra la musica della Cina continentale e quella di Taiwan?

Ogni tanto mi capita di leggere su siti come Quora domande del tipo: “come mai la musica cinese è molto più scarica di quella di Taiwan?” Oppure “Perché la musica pop taiwanese è migliore di quella della Cina continentale?”. E io penso che sia una domanda del tutto lecita.

Anche qui vanno presi in considerazione alcuni fattori determinanti. Il primo è quello storico. Taiwan ha avuto uno sviluppo culturale diverso da quello della Cina continentale, specie se si prendono in considerazione gli anni 70. In quegli anni nell’arcipelago cominciavano a nascere i primi esperimenti di contaminazione tra musica cinese ed Americana, come le campus folk songs e l’ascesa della più grande pop star in lingua cinese ovvero Teresa Teng. Parallelamente, nonostante la decisa politica di assimilazione etnica voluta dal Guomindang, le tradizioni aborigene (penso alle tradizioni Holo e Hakka) hanno avuto un’influenza notevole sulle varie produzioni musicali, specie dopo la fine della legge marziale nel 1987. In definitiva direi che la musica pop di Taiwan ha avuto un’origine più composita e sincretica di quanto non avvenuto dall’altra parte dello stretto. Tornando alla domanda iniziale quindi credo che il problema sia anche di percezione: per motivi, anche politici, molti suoni che arrivano da Taiwan sono sicuramente più digeribili per le nostre orecchie occidentali, abituate da sempre a quintali di musica americana e inglese.

Quali sono i tuoi artisti cinesi preferiti e perché?

Calo subito la maschera, sono un fan sfegatato del rock cinese degli anni 80 e 90 (forse si era capito nella prima domanda). Ho una venerazione quasi religiosa per 崔健 Cui Jian, quello che è definito universalmente come il “padre del rock cinese”. In maniera diversa ma altrettanto venerata amo 窦唯 Dou Wei, ex leader dei 黑豹 Black Panther (la copertina del loro unico e omonimo album del 1992 me la sono tatuata, ca va sans dire), artista schivo e poco allineato che negli ultimi due tre anni ha messo in piedi un progetto assurdo tra musica elettronica e, quello che a mio avviso sembra, musica rituale classica. Venendo ai giorni nostri invece, sto letteralmente in fissa con l’indie taiwanese (sul concetto di indie magari ne riparliamo a voce che è lunga) dove spiccano i Deca Joins e i Sunset Rollercoaster ma anche l’hip-hop in quella zona sta dando il meglio di sé. Un nome su tutti Leo王Wang.

Degli artisti secondo te fondamentali per chi approccia la musica cinese

Parlando di Cina continentale, oltre ai già citati Cui Jian che è stato un po’ l’iniziatore della musica moderna cinese e Dou Wei col quale capire lo sviluppo del rock negli anni ’90, ritengo fondamentali gli 万能青年旅店 Omnipotent Youth Society, i 木马 Muma e 痛仰 Miserable Faith per avere una foto sull’alternative a cavallo del 2000 e dell’avvento di internet. Di Hong Kong amo in particolare l’atmosfera del suo city pop anni ’80, sulla scorta di quello giapponese e del Cantopop in seconda battuta: imprescindibile ascoltare i 達明一派 Tat Ming Pair  e Leslie Cheung per farsi un’idea. A Taiwan ovviamente Teresa Teng e 草東沒有派對 No Party For Cao Dong, solo per citarne uno.

Sul nostro blog parliamo spesso di censura, che rapporto hanno gli artisti cinesi con il bavaglio?

Se quella di prima era da un milione, questa è da un miliardo di dollari. Proverò ad essere breve. Non lo definirei un vero e proprio bavaglio ma, se da un lato è assodato che nessun musicista cinese relativamente famoso, critico verso il partito, ne sia uscito senza conseguenze, va detto che moltissimi l’hanno fatto (e continuano a farlo) in maniera indiretta e creativa ponendosi in una posizione mediana tra gli artisti istituzionali e quelli dissidenti. In tutto questo il governo, memore della lezione dell’89, ha affinato le tecniche di controllo nei confronti della musica pop, ondeggiando tra la figura di un rigido censore (pensiamo al ban riservato a Cui Jian o, più recentemente, al cantautore folk Li Zhi per arrivare alla stretta sulla musica Hip Hop) e quella di promotore di musica “nuova” e “giovane” che possa veicolare determinati messaggi (penso alla recentissima spinta del governo data alla produzione originale di musica country e folk).
I musicisti cinesi quindi si trovano spesso nella condizione di dover adattarsi ad un governo che cerca sempre più di anticipare le mosse degli artisti e questo da luogo a continui guizzi creativi, specie nel mondo dell’Hip-Hop.

Musica e lingua cinese: secondo te aiuta ascoltare musica? In che modo?

Più che un semplice aiuto credo sia fondamentale. E te lo dico proprio perché la mia esperienza con il matrimonio tra questi due elementi è stata super negativa. I primi anni dell’università (tanto in Italia quanto in Cina) mi è capitato spesso di avere docenti che usavano canzoni come ausilio alla didattica. Il problema era che il 99% delle volte erano delle lagne paurose. Anni e anni fa quindi pensai che la musica cinese fosse tutta lì: Tian mimi, Houlai o quel pop da classifica che inizia sempre con un intro al piano. Massimo rispetto eh, ma penso a quanto cambierebbe l’esperienza didattica se ogni tanto (e questo vale anche per il cinema e la letteratura) si inserissero elementi di cultura “alternativa” nelle lezioni frontali. Uso un classicone per fare un esempio: se in un corso di lingua cinese oltre, ad esempio, a 明明就 Ming Ming Jiu di Jay Chou (per il quale, ripeto, nutro massimo rispetto) si facesse vedere il video, per dire, di 垃圾場 Garbage dump di He Yong, magari a qualcuno verrebbe più facile interessarsi al perché nel 1994 in un paese che sui libri di testo è super filtrato, c’era uno che cantava che “il mondo in cui viviamo è una discarica” (我们生活的世界就像一个垃圾场) in un video che manco gli Alice in Chains. In quel contesto spiegare e capire i verbi modali del testo sarebbe magari più facile e motivante.

Parlaci un po’ dei prossimi progetti in cantiere:

Nel futuro prossimo vedrete altre puntate del format 请你吃饭 Ti invito a cena. In pratica nel ristorante di cucina cinese del Nord-Est di Roma Xiao Shenyang chiacchiero a cena con diversi ospiti…a breve avrete news! Inoltre ogni mese sul mio profilo Spotify trovate una playlist con il meglio delle uscite “indie” in lingua cinese. Inoltre su China Files trovate la mia rubrica Spartiti Rossi in cui scrivo di temi legati al mondo della musica cinese, recentemente ho parlato di rivitalizzazione folk, tema cui accennavo anche prima. In cantiere invece, quindi non proprio a breve, c’è un podcast e anche qualcosa di scritto, ma stavolta in forma più lunga di un articolo! Perciò seguitemi su IG per rimanere aggiornati!

Tre album del 2022 da ascoltare assolutamente

Chainhaha – 谁在我的肚子里?

惘闻 Wang Wen – Painful Clown & Ninja Tiger

Casino Demon – City life sucks